UE-Corea del Sud: panel di esperti sul diritto del lavoro
Nella controversia tra UE e Corea sul mancato rispetto dei diritti dei lavoratori da parte del Paese asiatico, si è aperto un nuovo capitolo con la richiesta europea di istituire un panel di esperti per monitorare l’effettiva attuazione delle promesse fatte da anni da Seoul sul tema e mai realizzate.
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La richiesta si inserisce nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Europa e Corea del Sud entrato in vigore a titolo provvisorio dal 2011 e ratificato formalmente nel 2015. Dopo il fallimento dell’ultimo giro di negoziati tra UE e Corea di inizio 2019 per risolvere la disputa che vede impegnata ormai da anni, senza successo, l’Unione nella richiesta del rispetto da parte della Corea delle previsioni dell’accordo relative al diritto del lavoro, Bruxelles ha infatti chiesto formalmente la costituzione di un panel di esperti per premere su Seoul.
Il trattato di libero scambio tra Europa e Corea costituisce il primo accordo globale “di nuova generazione” firmato dall’UE e prevede, tra le altre cose, anche il rispetto di una serie di previsioni in materia di sviluppo sostenibile, sia sul fronte della tutela dell’ambiente, sia su quello del diritto del lavoro.
In tutti questi anni però, Seoul, nonostante le numerose promesse fatte e alcuni progressi effettivamente realizzati sul fronte del diritto del lavoro, continua ad andare a rilento. A non soddisfare Bruxelles sono in particolare due aspetti:
- il mancato rispetto dei principi fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sulla libertà di associazione e sul diritto alla contrattazione collettiva;
- la mancata ratifica, da parte della Corea, di quattro convenzioni fondamentali dell'ILO: due concernenti la libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva; due riguardanti il lavoro forzato.
Secondo la commissaria europea al commercio, Cecilia Malmström, “nonostante alcuni progressi fatti nella giusta direzione, in questi nove anni la Corea non ha rispettato gli impegni presi. Pertanto”, ha aggiunto Malmström, “a questo punto non c’è altra soluzione se non quella di richiedere l’istituzione di un gruppo di esperti” per esaminare tutti gli aspetti che finora non sono stati risolti tramite i negoziati governativi. Se poi la Corea dovesse continuare a non adempiere agli impegni assunti nel 2011, il panel rilascerebbe un report pubblico contenente tutte le azioni necessarie per garantire il rispetto degli accordi presi.
Nel frattempo, assicura Malmstrom, continua a restare aperto il dialogo tra i due partner, così come la disponibilità di Bruxelles a trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti.
Il Piano UE in 15 punti per il rispetto del capitolo “sviluppo sostenibile” negli accordi
Tutti gli accordi globali di libero scambio di “nuova generazione” firmati dall’UE, includono un capitolo sullo sviluppo sostenibile. Si tratta di una parte spesso delicata delle relazioni tra Bruxelles e paesi partner, ma a cui l’Unione attribuisce grande importanza. Per questo, al fine di garantire l’effettiva attuazione, a febbraio 2019 è stato pubblicato il Piano in 15 punti per assicurare il rispetto, da parte dei paesi partner, degli impegni assunti anche su questo fronte.
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Il Piano è stato redatto dopo otto mesi di consultazioni con numerosi stakeholder europei. Esso racchiude 15 azioni concrete che variano dal lavoro più stretto con le organizzazioni internazionali, alla facilitazione del ruolo di monitoraggio portato avanti dalle organizzazioni della società civile, fino all'incoraggiamento di precoci ratifiche delle principali convenzioni internazionali, come quelle dell’ILO, da parte dei partner commerciali dell’UE con cui si intende realizzare un accordo di libero scambio.
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