La guida ANCI Lombardia sulle opportunità di finanziamento per gli Enti locali
Dai fondi diretti, ai programmi nazionali e regionali, ANCI Lombardia ha passato in rassegna le principali fonti di finanziamento che possono essere utilizzate dagli Enti locali. Una bussola che punta a promuovere, tra i Comuni, una sempre maggiore conoscenza dei fondi europei, dai Programmi FESR e FSE+ a Horizon Europe, LIFE, Digital Europe, Erasmus+ e Creative Europe.
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Lunga quasi 250 pagine, la guida sui fondi europei è dunque uno strumento di lavoro che permette agli Enti locali di conoscere e potenzialmente intercettare le opportunità di finanziamento offerte dalle nuova programmazione europea: sia sul fronte delle risorse gestite direttamente da Bruxelles (i c.d. programmi a gestione diretta, come ad esempio Horizon Europe); sia per quanto riguarda i fondi gestiti dai governi nazionali e regionali (i c.d. fondi a gestione concorrente, come il FESR o l’FSE+) i cui bandi vengono emanati da autorità localizzate nei singoli Paesi, nel rispetto però di regole di ingaggio concordate con con l’UE.
- Le forme di partecipazione degli Enti locali ai bandi europei
- Gli Enti locali nell’ambito dei fondi diretti: Horizon Europe, Mission Cities e la partnership DUT
- Gli Enti locali e il programma Digital Europe
- Il programma Europa Creativa e gli Enti Locali
- Gli Enti locali e il programma LIFE
- La partecipazione degli Enti locali all’interno di Erasmus+
- Il Programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori: le opportunità per gli Enti locali
- Il Fondo Asilo Migrazione e integrazione (FAMI) e i finanziamenti per gli Enti locali
- Il Programma Occupazione e Innovazione Sociale
- Gli Enti locali e i programmi nazionali finanziati dai fondi europei
- Gli Enti locali nell’ambito delle programmazioni regionali FESR e FSE+
Le forme di partecipazione degli Enti locali ai bandi europei
In molti di questi programmi gli Enti locali possono giocare un ruolo attraverso più modalità di partecipazione che “possono dipendere, in alcuni casi, da una valutazione strategica e operativa dell’ente (ad esempio, in relazione alla competenza tecnica richiesta, alla priorità del bando, a pregresse esperienze nella gestione dei fondi), in altri, dalle caratteristiche del bando che definisce le caratteristiche dei soggetti beneficiari”, spiega la guida.
Più nello specifico all’interno della programmazione dei fondi europei 2021-2027 un Ente locale può partecipare ad un bando in qualità di:
- Beneficiario, avendo accesso diretto alle risorse in qualità di capofila o partner di progetto;
- Affiliato/ associato, sostenendo la realizzazione dell’intervento senza tuttavia essere beneficiario di risorse per le attività eventualmente svolte;
- Destinatario, delle attività e dei prodotti dell’intervento, così da beneficiare dei risultati derivanti dal progetto;
- Portatore di interesse, potendo contribuire, in relazione all’area di competenza e/o all’esperienza maturata, alla definizione delle priorità e delle modalità di attuazione di un programma di finanziamento (ad esempio attraverso la partecipazione agli organismi di consultazione e coordinamento istituzionali o nell’ambito dei fondi strutturali).
Gli Enti locali e i fondi diretti: Horizon Europe, Mission Cities e la partnership DUT
Per quanto concerne i programmi a gestione diretta, la Guida ANCI Lombardia passa in rassegna i principali strumenti di finanziamento europei gestiti direttamente da Bruxelles.
E’ il caso ad esempio di Horizon Europe, il programma europeo che con i suoi 95 miliardi di euro finanzia la ricerca e l’innovazione in Europa anche mediante bandi (call for proposals) a sostegno sia della ricerca di base che di quella applicata, in tutte le fasce di maturità tecnologica di un’innovazione (Technology readiness level, TRL in inglese) e praticamente per tutti i settori. Ebbene, all’interno di Horizon Europe “gli Enti locali sono ampiamente riconosciuti come stakeholders chiave dell’ecosistema dell’innovazione” e “possono partecipare sia come beneficiari diretti dei finanziamenti in molti bandi specie nell’ambito del Pilastro 2 (che sostiene la collaborazione interdisciplinare e intersettoriale), che come portatori di interesse che ospitano le innovazioni di rilevanza strategica per il territorio (sistemi pilota/dimostratori con diversi TRLs - technology readiness level).
Tra i temi chiave di ricerca ed innovazione di interesse per gli Enti locali che sono supportati dal programma vi sono: la decarbonizzazione, l’adattamento al cambiamento climatico, la salute, la digitalizzazione, l’economia e la bioeconomia circolare, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, la sicurezza.
Sempre nell'ambito del Pilastro 2 di Horizon Europe, di particolare rilevanza per gli Enti locali è la Mission “Città intelligenti e climaticamente neutre” che vede protagoniste le città come attori chiave della transizione ecologica. Le Mission sono una novità del programma Horizon, rappresentando un nuovo modo per definire e attuare soluzioni concrete ad alcune delle più grandi sfide dell’Europa, come appunto lo sviluppo urbano sostenibile. Ebbene, nell’ambito della Missione dedicata alle città è previsto il coinvolgimento di autorità locali, cittadini, imprese, investitori, nonché di autorità regionali e nazionali, al fine di raggiungere i seguenti target:
- 100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030;
- garantire che queste città agiscano come centri di sperimentazione e innovazione per consentire a tutte le città europee di seguire l’esempio entro il 2050.
Lanciata a settembre 2021, la Mission ha identificato le 100 città “faro”, di cui 9 sono italiane: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. A tali città spetta ora il compito di sviluppare dei Climate City Contracts, che includeranno un piano generale per raggiungere la neutralità climatica in tutti i settori come energia, edifici, gestione dei rifiuti e trasporti, insieme ai relativi piani di investimento.
Dato il grande interesse dimostrato dalle città ad aderire alla Missione, la Commissione sta anche mettendo in atto un sostegno per le città che non sono state selezionate, compresi il sostegno attraverso la Mission Platform ed opportunità di finanziamento nell’ambito del programma di lavoro di Horizon Europe dedicate alla Missione delle città intelligenti e climaticamente neutre.
Infine, sempre nell’ambito di Horizon Europe, la guida segnala la partnership Driving Urban Transition for a Sustainable Future” (DUT), uno dei 49 partenariati presenti all'interno del programma che prevedono la presenza di attori pubblici e privati, europei e nazionali (e anche regionali) con lo scopo di fare massa critica su determinate tematiche (ad esempio lo sviluppo urbano sostenibile) in termini di finanziamenti e non solo. In tale contesto la partnership DUT pubblica periodicamente bandi di finanziamento per progetti di ricerca e innovazione, prevedendo anche il coinvolgimento di diversi stakeholder in ambito urbano (autorità locali, Comuni, imprese e cittadini) al fine di co-creare approcci, strumenti, metodi e servizi innovativi, sistemici e incentrati sulle persone a sostegno delle transizioni trasformative necessarie nei contesti urbani.
Gli Enti locali e il programma Digital Europe
Con oltre 7,5 miliardi di euro, il programma Europa Digitale ha l'obiettivo di sostenere e accelerare la trasformazione digitale dell’economia, dell’industria e della società europee, migliorando la competitività dell’Europa, contribuendo a ridurre il divario digitale in tutta l’Unione e rafforzando l’autonomia strategica dell’UE. Per far ciò, il programma prevede cinque settori di intervento: Calcolo ad alte prestazioni; Intelligenza artificiale; Cybersicurezza; Competenze digitali avanzate; Implementazione, impiego ottimale delle capacità digitali e interoperabilità.
Per quanto riguarda gli Enti locali, il programma rappresenta un’opportunità per accelerare la transizione digitale e contribuire al raggiungimento dei target europei agendo su scala territoriale in sinergia con altri fonti finanziarie (tra cui Horizon Europe sul fronte della ricerca ed innovazione, ma anche il PNRR). In particolare, i finanziamenti Digital Europe potranno essere valorizzati dagli Enti locali in collaborazione con il tessuto imprenditoriale per rafforzare le competenze digitali nell’ambito della pubblica amministrazione, implementare ulteriormente infrastrutture digitali territoriali sicure e migliorare l’accesso ai servizi pubblici quali salute, istruzione, cultura, trasporti, energia, etc…
Il programma Europa Creativa e gli Enti Locali
Suddiviso in tre sezioni (Media, Cultura e Intersettoriale), il programma Creative Europe può contare su un budget di oltre 2,4 miliardi di euro con cui sviluppare e promuovere la diversità culturale e linguistica e il patrimonio culturale europei, nonché rafforzare la competitività e il potenziale economico dei settori culturali e creativi, in particolare quello audiovisivo.
Per fare ciò, il programma pubblica bandi a cui possono partecipare anche gli Enti locali sia come beneficiari diretti che indiretti dei finanziamenti nel settore culturale e creativo, dal momento che ospitano e/o gestiscono i luoghi culturali del territorio (cinema, teatri, musei, biblioteche, etc…).
Essi possono svolgere un ruolo chiave nello scambio di buone pratiche con altri paesi EU e sensibilizzare/incentivare tutti i cittadini alla partecipazione attiva agli eventi culturali del territorio, come opportunità di attrattività turistica, sviluppo economico ed occupazionale (anche in relazione allo sviluppo di tecnologie digitali connesse al miglioramento dell’accesso all’offerta culturale) ed inclusione sociale.
Gli Enti locali e il programma LIFE
La partecipazione degli Enti locali in qualità di beneficiari dei bandi è prevista anche all’interno di LIFE, il programma da oltre 5,4 miliardi che sostiene il passaggio a un’economia sostenibile, circolare, efficiente in termini di energia, basata sulle energie rinnovabili, climaticamente neutra e resiliente ai cambiamenti climatici, al fine di tutelare e ripristinare la qualità dell’ambiente, interrompere e invertire il processo di perdita della biodiversità e contrastare il degrado degli ecosistemi.
In tale contesto gli Enti locali sono eleggibili come beneficiari, avendo un ruolo chiave nella transizione ecologica a beneficio dei territori e dei cittadini.
“Ad esempio - si legge nella guida - uno dei temi del sottoprogramma ‘Transizione all’energia pulita’ è la ristrutturazione degli edifici al fine di renderli più efficienti dal punto di vista energetico. In tale ambito gli Enti locali e i Comuni possono implementare le migliori pratiche esistenti per efficientare dal punto di vista energetico scuole, ospedali e altri edifici pubblici in collaborazione con altri attori, tra cui soggetti che possano replicare le azioni e gli approcci identificati in altri contesti territoriali. Inoltre il ruolo degli Enti locali è strategico su altri temi del programma LIFE 2021-2027 tra cui la mobilità urbana sostenibile in relazione al miglioramento della qualità dell’aria e della riduzione dei gas serra, la riduzione del rumore in aree urbane densamente popolate, la gestione dei rifiuti e la creazione distretti circolari che coinvolgono la creazione di catene del valore circolari per stimolare le economie urbane e la rigenerazione territoriale, implementazione di appalti pubblici verdi e circolari (green and circular public procurement), il miglioramento della governance ambientale volta ad attuare una visione olistica dell’ambiente, compresa la gestione, il monitoraggio e la valutazione dei piani ambientali”.
La partecipazione degli Enti locali a Erasmus+
Con oltre 26,2 miliardi di euro Erasmus Plus sostiene, mediante l’apprendimento permanente, lo sviluppo formativo, professionale e personale delle persone nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, in Europa e nel resto del mondo. Per fare ciò, il programma a è strutturato in tre azioni chiave:
- Mobilità ai fini dell’apprendimento;
- Cooperazione tra organizzazioni e istituti;
- Sostegno allo sviluppo delle politiche e alla cooperazione.
Oltre alle tre azioni chiave sono previste le azioni Jean Monnet per il sostegno all’insegnamento, alla ricerca e ai dibattiti in materia di integrazione europea.
In tale contesto i principali beneficiari di Erasmus+ sono le persone fisiche (docenti, studenti, giovani, operatori del settore giovanile e dello sport). Il programma, però, raggiunge queste persone principalmente attraverso organizzazioni, istituzioni, enti o gruppi che organizzano le attività̀.
Tra questi figurano anche gli Enti locali che sono, pertanto, “soggetti eleggibili nell’ambito del programma che copre aree di interesse per le politiche territoriali non solo con riferimento all’istruzione e formazione, in particolare l’istruzione e formazione professionale e l’istruzione degli adulti, ma anche al settore della gioventù e dello sport”.
Il Programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori: le opportunità per gli Enti locali
Particolarmente interessante per gli Enti locali è anche il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori che, con i suoi 1,4 miliardi di euro, ha l'obiettivo di promuovere i diritti e i valori sanciti nei Trattati sostenendo le organizzazioni della società civile e altri portatori di interessi che operano a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale e incoraggiando la partecipazione civica e democratica, per sviluppare ulteriormente società aperte, basate sui diritti, democratiche, eque e inclusive che sono fondate sullo Stato di diritto.
Per far ciò, il programma è suddiviso in tre sezioni:
- Valori dell’Unione, per fornire sostegno finanziario a progetti diretti a promuovere i diritti e i valori dell’UE e il rispetto per lo Stato di diritto, contribuendo alla costruzione di un’Unione più democratica, al dialogo democratico, alla trasparenza e al buon governo;
- Uguaglianza, diritti e parità di genere, per fornire supporto a progetti diretti a prevenire e contrastare le discriminazioni, promuovere il pieno esercizio dei diritti da parte delle donne, tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, tutelare i diritti delle persone con disabilità, promuovere i diritti di cittadinanza;
- Coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, per sostenere progetti volti a sensibilizzare i cittadini europei in merito alla storia, alla cultura, al patrimonio culturale e ai valori comuni; promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell’Unione; sostenere gli scambi tra cittadini di paesi diversi anche attraverso il gemellaggio tra città e reti di città.
La partecipazione degli Enti locali nell’ambito del CERV 2021-2027 (è questo l'acronimo del programma) è particolarmente rilevante in questa terza sezione e soprattutto in due linee di finanziamento (bandi) che sono di diretto rilievo per i Comuni:
- Bandi reti di città;
- Gemellaggi di città.
Strumenti che possono offrire ai Comuni la possibilità di approfondire e intensificare la loro cooperazione e il dibattito, di sviluppare reti sostenibili e di delineare la loro visione a lungo termine per il futuro dell’integrazione europea. A tal fine, i bandi sostengono varie attività tra cui:
- gli scambi tra cittadini di paesi diversi, anche nell’ottica di offrire opportunità di scoprire la diversità culturale dell’Unione europea e renderli consapevoli che i valori e il patrimonio culturale europei costituiscono la base per un futuro comune;
- lo sviluppo di relazioni pacifiche tra gli europei e assicurare la loro partecipazione attiva a livello locale;
- il rafforzamento della comprensione reciproca e dell’amicizia tra i cittadini europei;
- la cooperazione tra i Comuni e lo scambio delle migliori pratiche;
- la buona governance locale e rafforza il ruolo degli Enti locali e regionali nel processo di integrazione europea.
Tra le tipologie di attività finanziabili figurano quindi: workshop, seminari, conferenze, attività di formazione, riunioni di esperti, webinar, attività di sensibilizzazione, raccolta e consultazione di dati, sviluppo, scambio e diffusione di buone pratiche tra autorità pubbliche e organizzazioni della società civile, sviluppo di strumenti di comunicazione e utilizzo dei social media.
Il Fondo Asilo Migrazione e integrazione (FAMI) e i finanziamenti per gli Enti locali
Un ruolo di primo livello degli Enti locali è previsto anche all’interno del FAMI, il fondo che punta a contribuire ad una gestione efficace dei flussi migratori e all’attuazione della politica comune in materia di asilo e immigrazione.
Per fare ciò, il FAMI è gestito sia attraverso azioni a livello europeo (progetti transnazionali) promosse direttamente dalla Commissione europea. Sia mediante azioni a livello nazionale (progetti locali o regionali) gestite dallo Stato italiano nell’ambito del Programma nazionale.
In quest’ultimo caso il Programma FAMI finanzia interventi di accoglienza e integrazione, che possono avere tra i beneficiari anche gli Enti locali sia “per la progettazione di interventi e servizi direttamente rivolti ai cittadini di paesi terzi (rafforzamento dell’offerta di servizi di mediazione linguistica culturale, accompagnamento all’inserimento scolastico dei minori, accompagnamento per espletamento di pratiche amministrative, supporto alle esigenze di carattere sanitario), sia per la realizzazione di interventi di miglioramento e qualificazione del sistema dei servizi socio assistenziali, per il rafforzamento della capacità organizzativa e operativa per la sperimentazione di modelli volti ad affrontare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei cittadini di Paesi terzi in particolare di quelli in condizioni di disagio. Nell’ambito dei progetti finanziati dal FAMI gli Enti locali possono inoltre sviluppare e rafforzare la collaborazione con gli enti del terzo settore e gli altri soggetti che nel territorio possono contribuire al rafforzamento del sistema di accoglienza e integrazione dei cittadini di paesi terzi”, si legge nella guida.
Per approfondire: consulta un bando finanziato dal FAMI
Il Programma Occupazione e Innovazione Sociale
Con i suoi 760 milioni di euro, il programma Occupazione e Innovazione Sociale sostiene l’occupazione e la mobilità professionale, l’istruzione e la formazione, nonché l’inclusione sociale mediante ad esempio: studi ed analisi; partenariati transfrontalieri, segnatamente tra i servizi pubblici per l’impiego; attività di comunicazione e divulgazione.
In tale contesto, gli Enti locali possono partecipare al programma sia in qualità di capofila, che di partner con particolare riferimento alla sperimentazione di pratiche innovative nelle politiche per l’occupazione, per l’istruzione e formazione, per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà.
Gli Enti locali e i Programmi nazionali finanziati dai fondi europei
Come già accennato, oltre ai programmi a gestione diretta, i fondi europei vengono gestiti anche dalle autorità nazionali.
Tra questi, un programma di interesse per gli Enti locali può essere il Programma Nazionale Scuola e competenze 2021-2027 che, con i suoi 3,7 miliardi, punta a: migliorare l’accesso e la qualità dei sistemi di istruzione; l’inclusività dell’istruzione e formazione in favore dei gruppi svantaggiati; la formazione degli adulti; e il rafforzamento delle infrastrutture digitali. In tale contesto i principali beneficiari dei finanziamenti sono le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado. Nell’ambito della priorità due “le strutture per la scuole e le competenze”, infatti, gli Enti locali sono dei possibili beneficiari in base alle loro competenze in materia di edilizia scolastica.
Il ruolo dei Comuni è fondamentale anche nel Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà che, con i suoi 4 miliardi, ha l'obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, agendo su quattro priorità: sostegno all’inclusione e lotta alla povertà; contrasto alla deprivazione materiale; Child Guarantee; interventi infrastrutturali per l’inclusione socioeconomica.
In tale contesto, il PN Inclusione ha tra i potenziali beneficiari gli Enti locali, “tenuto conto che il sistema dei servizi sociali in Italia, delineato dalla L. n. 328/2000, vede nei Comuni i soggetti a cui spetta la programmazione locale e la gestione operativa dei servizi, da realizzare singolarmente o attraverso i circa 600 Ambiti Territoriali Sociali in cui strutturato il sistema territoriale. Oltre ai bandi competitivi, le modalità di erogazione dei contributi del PN Inclusione prevedono anche il ricorso ad avvisi pubblici per la concessione di sovvenzioni a carattere non competitivo rivolte agli Ambiti territoriali e/o i Comuni, con particolare riferimento agli interventi volti a favorire l’attuazione di standard di servizi uniformi sul territorio nazionale (ad esempio con riferimento alla presa multidimensionale e alle misure di attivazione delle persone svantaggiate)”, si legge nella guida.
Vi è poi il Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro, che ha l'obiettivo di promuovere il lavoro e le competenze di coloro che rischiano di essere maggiormente esclusi dal mercato del lavoro con particolare riferimento a giovani, donne e persone fragili anche attraverso la modernizzazione dei servizi per il lavoro e le politiche attive e una maggiore integrazione con le politiche sociali. “Per l’attuazione del Programma - infatti - è prevista la possibilità per ANPAL di avvalersi delle Regioni o delle Province quali organismi intermedi cui delegare la programmazione, selezione e attuazione delle operazioni. Gli Enti locali sono potenziali beneficiari in ragione delle competenze a livello territoriali nelle materie di intervento del PN sia con riferimento agli interventi sociali che quelli a sostegno dell’integrazione nel mercato del lavoro dei soggetti maggiormente svantaggiati”.
Tra gli altri programmi nazionali di grande interesse per i Comuni si cita, infine, il Programma Nazionale Metro Plus e città medie Sud 21-27 che sostiene la strategia di sviluppo urbano sostenibile affrontando in particolare le tematiche ambientali, il contrasto al cambiamento climatico e la transizione verso un’economia circolare, lo sviluppo di azioni di rigenerazione urbana anche in risposta al disagio sociale. Beneficiarie del Programma sono, infatti, le 14 città metropolitane nonchè alcune città medie delle regioni meridionali.
Infine, vale la pena sottolineare che gli Enti locali sono individuati come potenziali beneficiari anche nei Programmi della cooperazione territoriale (Interreg) che prevedono forme di collaborazione tra diversi Stati, come ad esempio il Programma Italia-Svizzera o quello per la macroregione Adriatico-Ionica, solo per citarne alcuni.
Gli Enti locali nell’ambito delle programmazioni regionali FESR e FSE+
Oltre che beneficiari dei Programmi europei e nazionali, gli Enti locali giocano spesso un ruolo di primo piano anche nell'ambito della programmazione regionale. Essendo stata redatta da ANCI Lombardia, la guida si focalizza ovviamente solo sui due programmi lombardi. Quanto riportato nel documento, però, può essere di interesse anche per le altre regioni.
Per quanto concerne l’FSE+, ad esempio, gli Enti locali sono potenziali beneficiari in particolare nell’ambito degli interventi a valere sulla priorità relativa alla “inclusione sociale” nel quadro delle competenze connesse alla programmazione ed erogazione dei servizi a livello territoriale. In tale contesto, quindi, la partecipazione dei “Comuni, sia in forma singola che a livello di ambito territoriale, si realizza, di norma, in partenariato con gli enti del terzo settore e associazioni che nel territorio gestiscono interventi in favore dei target di interesse del programma”, scrive l’ANCI.
Per quel che concerne invece il FESR, gli Enti locali sono potenziali beneficiari, in particolare, nell’ambito degli interventi per la trasformazione digitale, per l’efficientamento energetico di strutture e impianti pubblici e per la diffusione delle comunità energetiche, ma anche degli investimenti per il miglioramento della mobilità urbana integrata e delle strategie territoriali di rigenerazione sostenibile di contesti urbani.
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