Mercato finanziario - norme Ue su dissesto controparti centrali
La proposta di Bruxelles intende proteggere i contribuenti dai rischi connessi al fallimento di CCP.
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La Commissione europea ha presentato una proposta per definire un quadro di risanamento e risoluzione per le controparti centrali (CCP), ovvero quelle infrastrutture che si interpongono tra le due parti di un'operazione su strumenti finanziari, come obbligazioni, azioni, derivati e merci, e che hanno un ruolo decisivo nel ridurre rischi e interconnessioni nell'ambito del sistema finanziario.
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Il contesto: i CCP dopo la crisi
In seguito all'impegno, assunto dalle potenze del G20, di far sì che i derivati non negoziati sui mercati regolamentati standardizzati siano compensati mediante le CCP, queste infrastrutture, spiega la Commissione, sono cresciute sia per importanza che per dimensione in Europa e in tutto il mondo.
Standard normativi per le CCP europee sono stati già definiti con il Regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo, ma non esiste ancora una normativa Ue che contempli "l'improbabile ipotesi che le controparti centrali si trovino in una situazione di grave difficoltà o di dissesto e debbano quindi essere sottoposte ad ordinate procedure di risanamento o di risoluzione".
La proposta Ue: norme per CCP in dissesto
In tale contesto, dunque, la proposta di Bruxelles definisce "un quadro di risanamento e risoluzione per le CCP aventi rilevanza sistemica per il sistema finanziario".
L'iniziativa della Commissione è volta a garantire che le funzioni essenziali di tali infrastrutture siano preservate, in modo da assicurare la stabilità finanziaria ed evitare che i costi connessi alla ristrutturazione delle CCP in fallimento ricadano sui contribuenti.
Tutelando i contribuenti e "assicurando un intervento efficace sulle controparti centrali in difficoltà", la proposta, ha commentato il commissario Ue per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali Valdis Dombrovskis, "rafforzerà ulteriormente il sistema finanziario europeo" e andrà ad "integrare la normativa più severa sui mercati dei derivati messa a punto dopo la crisi".
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