Ue - ok a direttiva contro frodi sui fondi europei
Via libera degli Stati membri alla direttiva per tutelare gli interessi finanziari dell'Unione.
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Il Consiglio dei ministri dell'Unione ha approvato una direttiva relativa alla protezione degli interessi finanziari dell'Ue mediante il diritto penale.
Obiettivo della normativa è stabilire regole riguardo alla definizione di reati e di sanzioni nell'ambito della lotta contro le frodi e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, al fine di contribuire efficacemente ad una maggiore protezione contro la criminalità.
La direttiva stabilisce soltanto un quadro di norme minime, pertanto gli Stati membri avranno la facoltà di mantenere in vigore o di adottare regole più rigorose per reati che ledono gli interessi finanziari dell'Ue.
Le sanzioni per le persone fisiche dovrebbero prevedere, in taluni casi, una pena massima di almeno quattro anni di reclusione, includendo almeno i reati in cui siano stati arrecati danni o ottenuti vantaggi considerevoli per un valore superiore a 100mila euro.
Qualora il diritto di uno Stato membro non preveda una soglia esplicita per un danno o per un vantaggio considerevole quale base per una pena massima, gli Stati membri dovrebbero assicurare che i loro tribunali prendano in considerazione l'entità del danno o del vantaggio in sede di determinazione delle sanzioni per le frodi e per gli altri reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione.
La direttiva non impedisce agli Stati membri di prevedere altri elementi che indichino il carattere di gravità di un reato, ad esempio nei casi in cui il danno o il vantaggio sia potenziale, ma di carattere molto consistente. Tuttavia, per i reati contro il sistema comune dell'IVA, la soglia al raggiungimento della quale il danno o il vantaggio dovrebbe essere presunto considerevole è pari a 10 milioni di euro.
Una volta approvata dal Parlamento europeo la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue e gli Stati membri avranno un anno di tempo per implementarla nei sistemi giuridici nazionali.