Costruzioni: aumenta presenza imprese italiane all'estero
Buone notizie per l’attività estera delle imprese italiane. Nel 2013, il fatturato delle 31 imprese del campione analizzato dall'ANCE, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili, ha sperimentato una performance positiva: +8,6% nel confronto con l’anno precedente.
Lo sviluppo delle nostre imprese all’estero è continuato, nonostante la crisi economica e quella dei debiti sovrani, l’instabilità dei Paesi del Nord Africa, il rallentamento dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e un insieme di fenomeni geopolitici che hanno determinato forti tensioni a livello mondiale. Una scelta per certi versi obbligata, perché, negli ultimi dieci anni, si è assistito a un crollo dell’attività svolta in Italia.
In altre parole, le imprese di costruzione hanno reagito andando a cercare opportunità di business sui mercati internazionali.
Aree geografiche
Per quanto riguarda la composizione geografica delle commesse complessive, anche per il 2013 l’America Meridionale risulta la regione in cui è concentrato il maggior importo di lavori. Negli anni, però, il peso dell’America del Sud sta diminuendo sensibilmente, basti pensare che nel 2012 era pari a quasi il 30% del totale, mentre nel 2013 supera di poco il 24%.
Il Medio Oriente, a seguito delle nuove aggiudicazioni nel corso del 2013, diventa il secondo mercato per le aziende di costruzione. Nel 2012, nei Paesi del Golfo si concentrava il 10% del portafoglio, mentre alla fine dello scorso anno più del 16% (soprattutto in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar).
Le quote del Nord Africa (10,8%) e dell’Africa Sub-Sahariana (11,6%) sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto al 2012, mentre il peso dell’Unione europea e di altri paesi Extra Ue è in calo. Una diminuzione dovuta, almeno in parte, ai vincoli di bilancio imposti dalla Commissione europea: nel 2012, insieme, rappresentavano il 25% del totale; alla fine dello scorso anno poco più del 19%.
In crescita il Nord America, che costituisce circa il 6% del totale del portafoglio complessivo, e l’Australia: in quest’ultima operano attualmente 4 imprese (cosa mai avvenuta prima) con contratti di valore superiore al miliardo di euro.
Nuove commesse
Quanto alle nuove commesse acquisite nel 2013, il Medio Oriente (Arabia Saudita e Qatar su tutti) è sempre più appetibile: in un solo anno, il suo peso è più che raddoppiato (dal 15 al 36%), grazie all’aggiudicazione di opere ferroviarie ed autostradali.
Osservando il ranking generale, il Venezuela continua comunque a essere il mercato più importante per le imprese italiane, grazie alle rilevanti commesse per opere infrastrutturali acquisite negli anni passati. Analizzando il numero di imprese sui principali mercati, si registra la presenza di 10 imprese diverse in Algeria, 10 negli Stati Uniti, 8 in Svizzera, Francia e Arabia Saudita, 7 in Romania. Il Medio Oriente è la regione nella quale si registra la maggior concentrazione di cantieri (130, pari al 16% del totale).
I settori
Rispetto al 2012, grazie anche alle importanti acquisizioni del 2013, le ferrovie tornano a essere leader assolute: oltre un terzo dell’intero valore delle commesse è dedicato alla realizzazione di questo tipo di infrastruttura.
In netta crescita sono le opere idrauliche, uno dei core business delle imprese italiane: i principali interventi, al di sopra del miliardo di euro, sono sparsi per tutto il mondo (Etiopia, Panama, Venezuela, Sud Africa).
Le opere stradali rappresentano una quota importante (circa il 20% del totale), grazie in particolare ai progetti in Russia, Algeria, Libia, Australia e Colombia. Complessivamente, le infrastrutture a rete (ferrovie, autostrade, metropolitane, oleodotti, gasdotti, reti elettriche e idriche) rappresentano oltre l’80% del portafoglio lavori delle imprese italiane.
L’edilizia rappresenta, ormai da alcuni anni, circa il 4% del mercato, con realizzazioni nel settore ospedaliero e carcerario, e in quello dei business centre, degli hotel, delle università e dei centri di ricerca, dei musei, dei parcheggi, delle infrastrutture legate alla logistica.
Gli interventi in campo ambientale (impianti di smaltimento rifiuti, potabilizzazione, dissalazione e i cosiddetti impianti “waste to energy”) stanno assumendo sempre più un ruolo chiave, grazie al crescente know-how acquisito negli anni.
Le dimensioni del portafoglio lavori
La dimensione media del portafoglio lavori delle imprese italiane è stabile rispetto allo scorso anno (85,3 milioni di euro, contro gli 84,5 milioni di euro del 2012).
Aumenta il numero e l’importo dei grandi lavori (30 commesse per complessivi 36 miliardi; nel 2012 erano 25 per 27,5 miliardi), che rappresentano oltre il 50% del valore dell’intero mercato.
Sembra essersi arrestato il calo delle opere di importo inferiore a 100 milioni: per esempio, le commesse di importo più ridotto, fino a 25 milioni, sono cresciute sensibilmente nel numero (531, ossia 89 in più rispetto al 2012).
Ad oggi, le prime tre imprese che si impongono all'estero per fatturato sono Impregilo, Astaldi e Condotte.
Links
Rapporto Ance sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo
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