Cooperazione allo sviluppo: cittadini UE favorevoli agli aiuti

 

Cooperazione allo sviluppoIl settore privato deve svolgere un ruolo più importante nello sviluppo internazionale e nella gestione della migrazione irregolare. Lo rivela l'ultimo Eurobarometro che ha raccolto le opinioni dei cittadini europei in merito alla cooperazione allo sviluppo.

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L'ultimo sondaggio Eurobarometro mostra che un numero crescente di cittadini europei ritiene che il settore privato debba svolgere un ruolo più importante nello sviluppo internazionale, e considera la cooperazione allo sviluppo un modo per far fronte alla migrazione irregolare.

“I cittadini europei sostengono il nostro sforzo per stimolare gli investimenti del settore privato nella cooperazione allo sviluppo, conseguire la parità di genere e affrontare le cause profonde della migrazione irregolare. Ciò dimostra che la nostra proposta di approfondire le relazioni economiche con l'Africa puntando sugli investimenti privati è in linea con le aspettative dei cittadini. Questo dovrebbe costituire per noi un invito a fare di più in materia di sviluppo, e a farlo ora”, ha dichiarato il commissario per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica.

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Eurobarometro su cooperazione allo sviluppo

L'89% degli intervistati è favorevole ad aiutare le persone nei paesi in via di sviluppo. Rispetto al 2016 è aumentato il numero dei cittadini che ritengono necessario un incremento della cooperazione finanziaria. Oltre tre quarti degli intervistati in tutti gli Stati membri dell'UE ritengono che l'Unione dovrebbe mantenere le promesse per quanto riguarda l'ammontare degli aiuti forniti ai paesi in via di sviluppo.

Il sostegno alla parità tra donne e uomini è ancora maggiore: quasi nove intervistati su dieci pensano che dovrebbero essere una priorità della politica di sviluppo dell'UE. Più precisamente, ritengono che l'attenzione dovrebbe incentrarsi sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze (78%), sulla lotta contro la discriminazione nei confronti delle donne (63%) e sull'accesso all'istruzione per donne e ragazze (61%).

7 intervistati su 10 ritengono che fornire assistenza finanziaria ai paesi in via di sviluppo costituisca un modo efficace per far fronte alla migrazione irregolare. Rispetto al 2016 questo punto di vista ha aumentato i propri sostenitori tra i cittadini di 14 paesi, in particolare a Malta, in Grecia e in Bulgaria.

Quando agli intervistati è stato chiesto di indicare le sfide più urgenti per i paesi in via di sviluppo, le questioni sollevate più di frequente sono state la pace e la sicurezza (37%), l'istruzione (35%) e la salute (33%). La migrazione figura al 10° posto tra le sfide più urgenti (10 %). Queste cifre indicano una tendenza generale stabile dal 2010.

A livello personale, oltre la metà degli europei ritengono di poter fare la differenza per lo sviluppo in quanto individui, ad esempio con donazioni a organizzazioni senza scopo di lucro, facendo scelte etiche per i propri acquisti o svolgendo attività di volontariato.

Quando è stato chiesto loro se la lotta alla povertà nei paesi in via di sviluppo dovrebbe essere una delle priorità dell'UE, gli intervistati in 26 paesi - e 7 cittadini europei su 10 in totale - hanno risposto positivamente. Gli estoni e i lettoni sembrano invece più scettici riguardo alla cooperazione allo sviluppo. Dei 28 paesi membri dell'UE, solo la Repubblica Ceca e l'Estonia non credono che la politica di sviluppo rappresenti un modo efficace per combattere la povertà nei paesi in via di sviluppo.

> Eurobarometro

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