FeBAF - dagli investitori istituzionali spinta alla crescita delle PMI

 

Febaf PMIIn occasione della Terza Giornata dell’Investitore Istituzionale, organizzata da FeBAF a Roma, la Federazione ha stimato in almeno 10 miliardi le risorse che potrebbero affluire alle piccole e medie imprese da assicurazioni, fondi e casse previdenziali.    

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La Giornata dell’Investitore Istituzionale è il momento clou delle attività del Gruppo di Lavoro del FeBAF nato tre anni fa dal presupposto che le imprese italiane hanno bisogno di irrobustire la propria struttura finanziaria per crescere ed essere più resilienti agli shock. Un uso più mirato di una frazione dello stock di risparmio gestito dai soggetti professionali, come assicurazioni, fondi e casse di previdenza, andrebbe in questa direzione.

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FeBAF, 10 miliardi di euro per gli investimenti delle PMI

Lo spostamento verso titoli di debito e di capitale delle imprese di una minima parte del patrimonio e degli asset dei gestori collettivi del risparmio previdenziale e assicurativo apporterebbe risorse ingenti e concrete al mondo produttivo, che potrebbe investirle in innovazione, programmi di espansione, nuova occupazione, con riflessi significativi sulla crescita del PIL. La stima di 10 miliardi di euro, che equivale ad una manovra di bilancio, è approssimata sì, ma per difetto, secondo diverse simulazioni.

“Questo utilizzo potrebbe attivare la ‘scintilla’ necessaria a far ripartire gli investimenti, che dopo un periodo positivo stanno attraversando una fase di contrazione”, ha detto nel suo intervento Luigi Abete, presidente di FeBAF, per il quale “la vocazione di lungo termine del risparmio previdenziale e assicurativo si coniugherebbe con le esigenze di sostenibilità ormai necessarie in ogni progetto di investimento delle imprese, finanziarie e non”.

L’analisi fatta durante la Giornata, che è coerente con gli sviluppi europei del Mercato unico dei capitali e con le novità introdotte nella normativa italiana negli ultimi anni, punta ad allargare i canali di finanziamento delle imprese. Quello bancario resta in assoluto prevalente, ma per effetto di regolamentazioni internazionali sempre più restrittive, ha sempre più necessità di essere affiancato da altri strumenti e soggetti, tra i quali – appunto – gli investitori istituzionali.

Saranno necessarie modifiche normative, regolamentari e di vigilanza, per eliminare alcune distorsioni sulle assicurazioni effetto di Solvency II, per i limiti agli investimenti in economia reale da parte di Fondi di previdenza e Casse, oltre che per soglie di ingresso troppo elevate, come nel private equity. Ma il percorso verso maggior consapevolezza e interventi mirati è avviato e vi è unità di vedute da parte delle imprese e degli investitori, chiamati a gestioni sempre più professionali ed efficaci, pur nella prudenza che deve caratterizzare l’utilizzo del risparmio previdenziale obbligatorio (come per le Casse di previdenza) e complementare (è il caso dei fondi previdenziali).

All’incontro sono intervenuti, insieme a Luigi Abete (Presidente FeBAF), Innocenzo Cipolletta (Presidente Aifi e Assonime), Giovanni Maggi (Presidente Assofondipensione), Sergio Corbello (Presidente Assoprevidenza), Dario Focarelli (Direttore Generale Ania), Matteo Zanetti (Presidente Gruppo Tecnico Credito e Finanza Confindustria), David Sabatini (Responsabile Ufficio Mercato dei Capitali ABI), Stefano Scalera (Consigliere Ministero dell’Economia e delle Finanze), Mauro Marè (Presidente Mefop), Tiziana Stallone (Vice Presidente Adepp), Simona Camerano (Responsabile Relazioni Stakeholder e Associazioni CDP), Stefano Dall'Ara (Presidente Previdenza Cooperativa), Maurizio Grifoni (Presidente Fondo Fon.te), Dario Persiani (Vice Presidente Fondazione ENASARCO), Leonardo Zannella (Presidente Fopen), Paolo Garonna (Segretario Generale FeBAF).

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