Proprieta' intellettuale - con marchi e brevetti crescono le PMI in UE

 

Proprietà intellettualeIl 54% delle piccole e medie imprese titolari di diritti di proprietà intellettuale ritiene che la registrazione di brevetti, marchi, disegni o modelli abbia avuto un effetto positivo sulla propria attività. Lo rivela l'ultima indagine condotta dall'Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO).

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Sostenere le PMI è fondamentale per un’economia forte: sono un elemento centrale per la creazione di posti di lavoro e per la crescita economica, in quanto danno impiego ai due terzi degli occupati e forniscono il 5% del valore aggiunto all’interno dell’UE. La proprietà intellettuale (PI) può svolgere un ruolo cardine nella promozione della crescita sostenibile, in quanto offre a coloro che investono tempo, impegno e denaro nell’innovazione un meccanismo per proteggerla e trarne vantaggio.

Tra gli effetti positivi per le PMI che investono nella tutela dei diritti di proprietà intellettuale (PI) ci sono: una migliore reputazione e credibilità, l'aumento del fatturato e migliori prospettive di espansione sul mercato.

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PMI e proprietà intellettuale in Europa

Secondo lo studio, le tre principali motivazioni per la registrazione dei diritti di proprietà intellettuale per le PMI sono: impedire di essere copiati da parte dei concorrenti (59%), incrementare la certezza del diritto (58%) e migliorare l’immagine e il valore dell’impresa (36%).

Nuove opportunità di collaborare con altre imprese (17%), l’aumento dell’occupazione (15%) e la maggiore redditività (12%) figurano inoltre tra gli impatti favorevoli valorizzati dalle imprese. Le PMI apprezzano, inoltre, i benefici derivanti dal rafforzamento delle prospettive commerciali a lungo termine (11%) e dalla maggiore facilità di accesso ai finanziamenti (8%).

Tuttavia, quasi quattro PMI su dieci affermano che la mancanza di conoscenza in merito ai diritti di proprietà intellettuale ha impedito loro di ottenere la protezione necessaria.

L’accesso ai finanziamenti è spesso elencato come uno dei principali problemi delle PMI; solo il 21% di quelle titolari di diritti di proprietà intellettuale registrati dispone di una valutazione professionale dei propri beni e ancora meno (il 13%) ha cercato di ottenere finanziamenti utilizzando i propri diritti di proprietà intellettuale.

Il Direttore esecutivo dell’EUIPO, Christian Archambeau, ha dichiarato: "Le PMI svolgono un ruolo fondamentale nell’economia dell’innovazione e la proprietà intellettuale contribuisce a proteggere le loro preziose risorse aziendali. La nostra indagine mostra che il 61% delle PMI prenderebbe in considerazione la protezione della proprietà intellettuale se avesse migliori conoscenze in merito e il nostro compito, attraverso il prossimo piano strategico, è di fornire loro gli strumenti e i servizi necessari a tale scopo".

> Indagine EUIPO su proprietà intellettuale e PMI

I giovani e la proprietà intellettuale

L'EUIPO ha pubblicato anche il Quadro di valutazione del rapporto tra i giovani e la proprietà intellettuale 2019, dal quale emerge che il 51% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni in Europa afferma di non avere usato, riprodotto, scaricato o utilizzato in streaming contenuti da fonti illegali negli ultimi 12 mesi. Secondo l’ultimo studio condotto dall’EUIPO nel 2016, solo il 40% dei giovani si asteneva dal ricorso a fonti illegali di contenuti digitali.

Dall’indagine emerge inoltre una diminuzione della percentuale di giovani che utilizzano intenzionalmente fonti illegali di contenuti digitali, quali musica, film, serie e giochi: il 21% nel 2019, rispetto al 25% nel 2016. I risultati indicano un possibile legame tra questa riduzione e l’aumento, da un lato, della gamma dei servizi in abbonamento per i contenuti digitali e, dall'altro, dell’accessibilità agli stessi in termini di prezzo.

Il 22% degli intervistati dichiara che sarebbe disposto a pagare per tali servizi qualora il canone fosse accessibile (9 punti percentuali in più rispetto al 2016). Secondo la relazione, i giovani europei sono sempre più consapevoli dei potenziali rischi per la sicurezza online e dell’importanza di rispettare la legge quando fruiscono di contenuti digitali come musica, film o serie. Aspetti quali il rischio di furto dei dati della carta di credito o di infezione da virus dei dispositivi personali costituiscono i motivi per cui i giovani evitano di accedere a contenuti digitali da fonti illegali.

Questo cambiamento comportamentale non trova tuttavia riscontro nella tendenza dei giovani ad acquistare online prodotti contraffatti come, ad esempio, abbigliamento, accessori o calzature, per cui il prezzo continua a rappresentare il fattore trainante al momento dell’acquisto. Il 13% dei giovani intervistati dichiara di avere intenzionalmente acquistato prodotti contraffatti negli ultimi 12 mesi, rispetto al 12% nel 2016. Più della metà degli intervistati ritiene tuttavia che l’acquisto di prodotti contraffatti 'non sia di moda' e il 66% riconosce che gli artisti, i creativi e i loro collaboratori possono subire un danno.

Archambeau, ha aggiunto: "Dobbiamo comprendere cosa muove i giovani oggi nel momento in cui elaboriamo le politiche e i programmi di protezione della proprietà intellettuale per il futuro. La nostra serie di studi monitora l’evoluzione dei comportamenti e degli atteggiamenti nel tempo, consentendo ai responsabili delle politiche e a tutti coloro che si occupano di proprietà intellettuale di acquisire informazioni preziose sul rapporto tra le giovani generazioni e i diritti di proprietà intellettuale, online e offline".

> Quadro di valutazione del rapporto tra i giovani e la proprietà intellettuale 2019

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