BEI - nel 2016 all'Italia 11 miliardi di finanziamenti
Oltre 11 miliardi di finanziamenti per sostenere 137 operazioni di investimento.
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Sono alcuni dei numeri del report annuale della Bei, presentato ieri a Roma. L’Italia, quindi, si conferma principale beneficiario storico della Banca europea per gli investimenti, con oltre 200 miliardi ricevuti dal 1958 ad oggi.
Oltre alle conferme, però, vanno segnalate alcune tendenze nuove. Aumenta, infatti, il peso del Fondo europeo per gli investimenti, che vale 1,3 miliardi di garanzie, e decolla il piano Juncker. Questo si accompagna a un’esplosione degli impegni per le Pmi: sono quasi 36mila quelle sostenute dalla Banca.
Il quadro dei finanziamenti
I numeri sull’attività di Bei in Italia sono stati illustrati dal suo vicepresidente Dario Scannapieco, nel corso di un incontro al Ministero dell’Economia. Durante il 2016 la Banca ha sostenuto 137 operazioni nel nostro Paese, generando 11,2 miliardi di nuova finanza. Si tratta di 9,9 miliardi di prestiti Bei, ai quali vanno sommati 1,3 miliardi di garanzie ed equity del Fei.
Il valore dei progetti
Il valore totale dei progetti sostenuti nel corso dell’anno passato è stato di 37,4 miliardi (24,1 Bei e 13,3 Fei), per un totale di impieghi della Banca in Italia a fine 2016 pari a 67,4 miliardi di euro. Centrale è stata l’attività a favore delle piccole e medie imprese. Quelle sostenute dalla finanza Bei sono state 35.900: 11.900 grazie a prestiti Bei e 24mila grazie a garanzie del Fondo investimenti. Questo ha portato alla creazione di 682mila posti di lavoro nei dodici mesi.
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Il piano Juncker
C’è, poi, l’attività legata al piano Juncker. Da aprile 2015 alla fine del 2016, sono stati attivati 4,3 miliardi di prestiti e garanzie per 28,5 miliardi di investimenti. Si tratta di un processo destinato a rafforzarsi nel corso dei prossimi anni.
Altre operazioni
Oltre agli 11,2 miliardi di nuova finanza, poi, sono stati siglati mandati con il Governo italiano per mezzo miliardo, che attiveranno altre operazioni per oltre due miliardi di euro: si tratta di 200 milioni con il Ministero dell’Università e quello per la Coesione, dedicati alla ricerca nel Sud Italia, di 202,5 milioni della Sme initiative, destinati a un portafoglio di 1,2 miliardi per progetti nel Sud e nelle Isole, e infine di 100 milioni dell’Italian risk sharing, il plafond dedicato alle piccole e medie imprese.
Oltre 50 miliardi in cinque anni
Confrontando il dato degli 11,2 miliardi di nuova finanza con quello degli ultimi anni, si possono individuare due tendenze chiare. La prima è che l’impegno della Bei si conferma sopra la quota di 11 miliardi, come è sempre stato dal 2014 ad oggi, anche se scende leggermente rispetto al 2015, quando aveva toccato il record storico di 11,7 miliardi. L’altra tendenza è che aumenta il peso del Fondo europeo per gli investimenti, che arriva a quota 1,3 miliardi, un livello mai raggiunto prima (il precedente picco era di 700 milioni).
Questo impegno così intenso ha portato risultati che vanno guardati anche nel medio periodo. Nel giro di cinque anni, dal 2012 ad oggi, sono stati attivati finanziamenti per 52,2 miliardi di euro che, a loro volta, hanno generato investimenti per quasi 150 miliardi. Il rapporto tra la Bei e l’Italia si conferma, nel tempo, fortemente privilegiato.
In testa Pmi e trasporti
Guardando ai settori, l’impegno principale è stato dedicato alle Pmi, che hanno assorbito il 42% delle risorse. Dietro, al 21%, troviamo i trasporti. Poi, con il 12%, ci sono i finanziamenti per l’energia. Completano il quadro, con quote sempre più ridotte, l’industria (8%), il settore idrico (6%), lo sviluppo urbano (4%), l’istruzione (4%).
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