Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza: CNR e le iniziative per la parità di genere
L’11 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015. Un'occasione per stimolare la comunità internazionale a lavorare per gli obiettivi di parità di genere nel campo scientifico.
Bandi e contributi per le donne
La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza ha il duplice obiettivo di favorire l'accesso delle ragazze ad un percorso di studi scientifico e di fare in modo che le scienziate non siano svantaggiate durante la propria carriera rispetto ai colleghi uomini.
Fra le iniziative di rilievo per la sensibilizzazione sulla disuguaglianza di genere negli ambienti della ricerca scientifica c'è il progetto "MINDtheGEPs", avviato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e finanziato dal programma Horizon 2020. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di promuovere della parità di genere nelle organizzazioni di ricerca attraverso l'adozione di piani di uguaglianza di genere (Gep) negli enti di ricerca e nelle università coinvolti nel progetto.
MINDtheGEPs, un progetto per superare gli stereotipi di genere
Le misure previste dal progetto del CNR comprendono:
- iniziative di training agli early stage careers,
- azioni di mentoring,
- formazione del top management circa i pregiudizi e gli stereotipi di genere esistenti e sulle strategie per promuovere la diversità e l'inclusione nel lavoro in ambito scientifico approdando ad azioni di conciliazione tra vita e lavoro.
MINDtheGEPs non parte dall'analisi di dati, ma prevede la raccolta di informazioni, la mappatura dei dati esistenti relativi al personale, alle carriere e alla produzione scientifica fino ad approdare alla creazione, attraverso esperienze empiriche sul campo, di una nuova sensibilità che sta a rappresentare l'entità delle barriere alla parità di genere.
Per il CNR l'analisi dei dati in una prospettiva di genere beneficerà dei risultati del primo bilancio di genere predisposto nel dicembre 2020 con la collaborazione dell'IRPPS-Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali. La raccolta dati, sia qualitativa che quantitativa, permetterà poi di elaborare e implementare piani di uguaglianza di genere efficaci e adeguati ai contesti, che saranno monitorati e valutati periodicamente.
In sintonia con gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea per la ERA (European Research Area), MINDtheGEPs intende: rimuovere le barriere nell’assunzione e nella progressione di carriera delle ricercatrici; contrastare la diseguaglianza di genere negli organi di governo e nelle commissioni di valutazione; integrare la dimensione di genere nei contenuti della ricerca.
Le altre iniziative digitali
Oltre a decine di eventi delle singole università, i canali social dell'Istituto nazionale di fisica nucleare aderiscono alla campagna #WomenInScience con interviste alle ricercatrici e storie di ricerca al femminile per raccontare carriere scientifiche ed esperimenti.
Un'altra mobilitazione online, in particolare su Instagram, è quella organizzata da Save the Children, che vede il coinvolgimento diretto di tante attiviste e di donne del mondo della scienza e del digitale che hanno deciso di unire il loro impegno a quello dell'organizzazione per dare voce a tutte quelle bambine e quelle ragazze che non possono esprimerla.
Europa e strategia per la parità di genere
Il Parlamento europeo ha accolto con favore le misure positive incluse nella nuova strategia UE per la parità di genere, chiedendo ulteriori azioni e obiettivi specifici e vincolanti, soprattutto sul fronte del contrasto alla violenza di genere e per il superamento del divario retributivo fra uomini e donne.
Nel contesto della pandemia, il 70% della forza lavoro globale in ambito sanitario e sociale è costituita da donne, che spesso percepiscono una retribuzione minima. Per questo gli eurodeputati hanno chiesto che i salari e le condizioni di lavoro nei settori fortemente dominati dalle donne, come l'assistenza, la sanità e la vendita al dettaglio, siano uniformati.
Inoltre, considerando gli attacchi ai diritti delle donne in alcuni Paesi dell'UE, come ad esempio il diritto all'aborto e l'accesso ad un'educazione sessuale completa in Polonia, il Parlamento ha chiesto che la situazione dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere sia continuamente monitorata e che venga messo a punto un sistema di allarme che avvisi quando questi diritti vengono negati.
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Il gender gap nel mondo scientifico
Nella pagina dell’ONU dedicata alla giornata dell'11 febbraio si legge: "Negli ultimi 15 anni, la comunità internazionale ha fatto molti sforzi per ispirare e coinvolgere le donne e le ragazze nella scienza. Tuttavia, le donne e le ragazze continuano a essere escluse dalla piena partecipazione alla scienza. Attualmente, meno del 30% dei ricercatori in tutto il mondo sono donne. Secondo i dati dell’Unesco (2014-2016), solo il 30% circa di tutte le studentesse sceglie campi legati alle scienze, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica nell’istruzione superiore. A livello globale, l’iscrizione delle studentesse è particolarmente bassa nelle tecnologie informatiche (3%), nelle scienze naturali, nella matematica e nella statistica (5%) e nell’ingegneria (8%)".
Anche in Italia pesa ancora il divario di genere nelle materie STEM (acronimo dall'inglese di Science, Technology, Engineering and Mathematics), individuato anche nel Recovery Plan come un problema da affrontare con risorse dedicate. Le difficoltà sono evidenti sin dai banchi di scuola: secondo i dati diffusi da Save The Children, tra gli studenti con alto rendimento nelle materie scientifiche, solo 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte d 1 su 4 tra i maschi.
Una distanza che si amplia con la scelta del liceo o della facoltà universitaria. Tra i diplomati nei licei i ragazzi sono più presenti in quelli scientifici (il 26% di tutti i diplomati rispetto al 19% delle ragazze), mentre solo il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, quasi la metà rispetto ai maschi (42%). Inoltre, solo il 16,5% delle giovani tra i 25 e i 34 anni si laurea in facoltà scientifico-tecnologiche, a fronte di una percentuale più che doppia per i maschi (37%).
Il percorso difficile, inevitabilmente, si riflette nel mondo del lavoro, dove nelle aree STEM le giovani rappresentano il 41% dei dottori di ricerca, il 43% dei ricercatori accademici, solo il 20% dei professori ordinari, mentre tra i rettori italiani solo il 7% sono donne.
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