Ultimo CdM di Fitto. L'attesa del successore e le sfide per Coesione e PNRR
In occasione del suo ultimo Consiglio dei Ministri, prima di assumere l'incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione europea, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto ha fatto il punto sulla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), sulle Zone economiche speciali (ZES) e le Zone logistiche semplificate (ZLS), mentre il CIPESS ha approvato nuove assegnazioni FSC, ma anche definanziamenti, e la cabina di regia PNRR ha verificato l'avanzamento degli obiettivi per lo sblocco della settima rata. Ancora incognite su chi assumerà la pesante eredità del dopo Fitto.
Via libera alla vicepresidenza a Fitto per Coesione e Riforme
Informato il Consiglio dei ministri dell’intenzione di formalizzare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le proprie dimissioni, per assumere, dal 1° dicembre, l’incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto ha presentato al CdM del 29 novembre tre informative su altrettanti temi fondamentali del suo ricco portafoglio: SNAI, ZES e ZLS. Si tratta di una piccola parte dell'eredità di cui il successore, o i successori, di Fitto dovranno farsi carico, vista le deleghe plurime affidate all'ex ministro – Affari Europei, Sud e Coesione, PNRR - in un quadro sicuramente sfidante.
La partita del dopo Fitto
Da una parte, infatti, Fitto ha impresso una cifra ben precisa al suo mandato, tracciando una rotta che difficilmente verrà messa in discussione da chi gli subentrerà, perché sempre dichiarata condivisa dall'ex ministro con la premier Giorgia Meloni: stretta complementarietà tra Politica di Coesione dell'UE, Politica di Coesione nazionale e PNRR; deciso ruolo di coodinamento e regia centrale da parte del Dipartimento delle Politiche di Coesione; serrato monitoraggio sull'attuazione con meccanismi stringenti di premialità e penalità.
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Dall'altra, la partenza tardiva della programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali europei, sommata all'avvio della nuova governance del Fondo sviluppo e coesione (FSC) con l'innovazione degli Accordi di coesione e alla sovrapposizione con il PNRR, si è tradotta in drammatici ritardi che, soprattutto per quanto riguarda i Programmi FESR, FSE+ e JTF, dovranno essere attenzionati quanto prima, per evitare di incorrere nel disimpegno automatico dei fondi europei. Ritardi che tra l'altro si saldano a quelli già accumulati nel tempo, anche con riferimento alle risorse FSC, come testimoniano i definanziamenti oggetto della seduta CIPESS che si è tenuta il 29 novembre, nella stessa giornata del Consiglio dei Ministri.
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Sullo sfondo, ma affatto secondario, c'è il contesto europeo in cui questo passaggio di consegne si realizza, a pochi mesi dalle proposte legislative sul Quadro finanziario pluriennale post 2027 e sulla futura Politica di Coesione, preludio di un negoziato tra gli Stati membri e poi tra Consiglio e Parlamento europeo che si attende particolarmente impegnativo. A dare fuoco alla tradizionale opposizione tra falchi e colombe, le crescenti pressioni sul bilancio UE, per le nuove spese collegate a difesa, competitività industriale e decarbonizzazione, ma anche per il peso del debito relativo a Next Generation EU. Da più parti si invoca nel QFP 2028-2034 anche un ripensamento generale della Politica di Coesione, che potrebbe impattare su dotazioni finanziarie, obiettivi e governance dei fondi strutturali europei.
Tante partite, insomma, forse troppe per una sola figura, tanto che non si esclude ancora un parziale spacchettamento delle deleghe, con Coesione e PNRR associati, ma senza gli Affari europei. Il nome più quotato sembra essere al momento quello del presidente del gruppo Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ma tra i papabili ci sarebbero anche i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il responsabile economico di FdI e presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato. In caso di separazione della delega sugli Affari europei, tra i nomi in pole, quelli di Elisabetta Belloni, direttrice del Dipartimento di informazione e sicurezza (Dis), del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, e di Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore e già ministro degli Esteri nel Governo Monti.
A che punto è la SNAI
Passando ai contenuti illustrati da Fitto in occasione del suo ultimo CdM, si è fatto il punto anzitutto sulla Strategia Nazionale per le Aree Interne. Se nella programmazione 2014-2020 per la SNAI sono stati stanziati 281,2 milioni di euro, a valere sul Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987, per finanziare 72 aree interne, coinvolgendo 1.060 Comuni e circa 2 milioni di abitanti, per il settennato 2021-2027 si aggiungono ulteriori 310 milioni di euro, 43 nuove aree finanziate con risorse sia nazionali che regionali (più 13 nuove aree beneficiarie di sole risorse regionali), per un totale 764 new entry tra i Comuni con poco più di 2 milioni di abitanti. Fitto ha comunicato che il CIPESS ha già ripartito risorse per 172 milioni di euro tra le 43 aree della programmazione 2021-2027, di cui 100 milioni a carico del FSC e 72 milioni a valere sul Fondo di rotazione.
Quanto alle lezioni apprese dal primo ciclo di attuazione, al buon coinvolgimento di stakeholders locali nel settennato 2014-2020 hanno fatto da contraltare criticità relative all'eccesso burocratico e alla rigidità delle regole di impiego dei fondi, che richiederanno un intervento di semplificazione e un rafforzamento del presidio centrale.
Il punto su ZES e ZLS
Dal 1° gennaio 2024 la ZES unica per il Mezzogiorno è subentrata alle otto Zone economiche speciali, di cui 6 ZES regionali e 2 interregionali, che nel loro periodo di operatività hanno rilasciato 279 autorizzazioni uniche (AU), con un investimento totale di 1,9 miliardi di euro e un incremento, secondo i commissari straordinari, di 6.027 unità lavorative. Dall'avvio della ZES unica a novembre 2024 sono state chiuse positivamente 401 AU, con investimenti totali per 2,3 miliardi di euro e un incremento di 7.428 unità lavorative. In testa la Campania (54% delle AU), seguita da Puglia (17%) e Sicilia (12%).
Nella sua informativa Fitto ha sottolineato che la ZES unica ha facilitato e velocizzato le procedure di rilascio delle AU, con una riduzione dei tempi medi, un aumento del 44% delle AU rilasciate (279 in 19 mesi contro 401 rilasciate in 11 mesi) e un incremento medio mensile del 148% (15/mese vs 36/mese). Anche gli investimenti medi e le ricadute occupazionali medie mensili risultano in aumento, rispettivamente, del 102% e del 113%. Fitto ha parlato anche degli stanziamenti destinati al credito d'imposta per gli investimenti nella ZES unica e sottolineato l'accelerazione della spesa per le infrastrutture gestite dalla Struttura di missione ZES, con un aumento del 71% rispetto al periodo delle 8 ZES, raggiungendo 23,86 milioni di euro su un totale di 36,75 milioni di spesa sbloccata.
Infine, Fitto ha parlato delle Zone logistiche semplificate introdotte dalla legge n. 205 del 2017 per attrarre nuovi investimenti anche nelle aree portuali delle regioni più sviluppate, anche attraverso il tax credit esteso dal decreto-legge n. 60-2024 alle ZLS. Provvedimento che ha anche allargato l'opportunità di istituire le ZLS a Marche e Umbria.
Per approfondire: Credito d’imposta ZLS: domande da dicembre
Nuove assegnazioni FSC, ma anche definanziamenti, nella seduta CIPESS
La Politica di Coesione è stata al centro anche della contestuale seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), che ha imputato, in via programmatica, risorse FSC 2021-2027 per quasi 7 miliardi di euro a favore delle amministrazioni centrali e assegnato ulteriori risorse del Fondo sviluppo e coesione:
- alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, per investimenti diretti al miglioramento della viabilità, delle infrastrutture, nonché allo sviluppo dei servizi pubblici e all’incremento della loro qualità, in coerenza con il Piano strategico della ZES Unica;
- all'IRCCS – Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione (ISMETT) per la realizzazione di un nuovo polo di eccellenza per trapianti e terapie avanzate;
- al Contratto istituzionale di sviluppo “CIS Ventotene”, per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’Isola di Santo Stefano Ventotene;
- al Ministero dell’interno, per la costruzione e riqualificazione di immobili da destinare alla difesa civile e alla pubblica sicurezza.
Allo stesso tempo il CIPESS ha preso atto del mancato conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti relative agli interventi previsti da una serie di Piani sviluppo e coesione (PSC) facenti capo a Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), Ministero della Cultura (MIC), Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). Tra i definanziamenti decisi dal Comitato, ci sono progetti del valore di circa 7 miliardi depennati dal PSC del MIT. Un importo riassegnato al Ministero, per finanziare altre opere, solo nella misura di poco più di un terzo. Anche questo caso conferma che sbloccare l'attuazione della Coesione, a livello UE e nazionale, sarà tra le più pesanti missioni del dopo Fitto.
Cabina di regia PNRR, spesa in aumento nel 2024
Nella sua ultima giornata da ministro, Fitto ha partecipato infine alla riunione della Cabina di regia PNRR, dove ha reso l’informativa sul pagamento della sesta rata - da 8,7 miliardi di euro - da parte della Commissione europea e l'aggiornamento circa lo stato di avanzamento degli obiettivi connessi alla settima richiesta di pagamento a Bruxelles. Rata che vale 18,2 miliardi di euro e passa per il raggiungimento di 67 obiettivi, tra milestone (35) e target (32), che spaziano dagli investimenti infrastrutturali alle borse di studio e di ricerca.
La Cabina di regia ha discusso anche i dati sull'andamento della spesa, che attualmente si attesta su circa 59 miliardi di euro, ma che vede nel 2024 l'attesa accelerazione: l'incremento registrato nei primi dieci mesi del 2024, pari a circa 17 miliardi di euro, dovrebbe salire a circa 22 miliardi di euro entro fine anno.
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