UE - via libera agli incentivi per investire nelle PMI innovative

 

PMI innovativeLuce verde della Commissione europea agli incentivi fiscali all’investimento nel capitale di rischio delle PMI innovative. Nei primi mesi del prossimo anno dovrebbe arrivare il decreto che sancirà l’attuazione definitiva dell’agevolazione.

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Dopo un’articolata e complessa procedura di valutazione, Bruxelles ha sancito la conformità degli incentivi all’investimento nel capitale di rischio delle PMI innovative agli orientamenti europei sugli aiuti di Stato.

Un via libera atteso da tempo, che segue, a oltre un anno di distanza, l’ok alle misure previste dalla Legge di Bilancio 2017 per favorire gli investimenti in startup innovative.

> Legge Bilancio – UE, ok agevolazioni per investire in startup

Come funzionano gli incentivi

La misura assegna alle persone fisiche che investono in una impresa innovativa una detrazione dall’imposta sul reddito (IRPEF) pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1 milione di euro.

Alle persone giuridiche spetta invece una deduzione dal reddito imponibile ai fini IRES anche in questo caso pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.

Finanziamenti startup e innovazione

L'ok della Commissione consente l’estensione dell’ambito di applicabilità degli incentivi fiscali, già vigenti per gli investimenti in startup innovative, a una più ampia platea di imprese, le PMI innovative appunto.

Si tratta di piccole e medie imprese costituite come società di capitali, anche in forma cooperativa, non quotate in un mercato regolamentato (ma possono essere quotate in una piattaforma multilaterale di negoziazione, come l’AIM) e che hanno certificato il loro ultimo bilancio.

Soprattutto, le aziende in questione presentano un chiaro carattere innovativo, identificato dal possesso di almeno due dei seguenti tre criteri:

  • volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura almeno pari al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;
  • forza lavoro costituita, in una quota pari ad almeno 1/3 del totale, di titolari di laurea magistrale, oppure, in una quota pari ad almeno 1/5 del totale, da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori;
  • titolarità, anche quali depositarie o licenziatarie, di almeno una privativa industriale, ovvero titolarità di un software registrato.

La definitiva attuazione dell’incentivo richiede ora l’emanazione di un decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico, attesa per i primi mesi del 2019.

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