Banche 2020: Abi e Warrant group per accelerare spesa fondi strutturali
Più assistenza da parte degli istituti di credito sul fronte dei fondi comunitari. Viene lanciato martedì a Bruxelles, nel corso di una presentazione presso il Parlamento europeo, il progetto 'Banche 2020', promosso dall’Abi con il supporto di Warrant group. Un progetto che punta a tirare la leva della formazione per favorire l’utilizzo diretto dei fondi da parte delle banche e migliorare il supporto alle imprese clienti.
Gli ultimi numeri del Ministero della Coesione territoriale, aggiornati a fine ottobre, danno il quadro della situazione nella quale si innesta l'iniziativa. Secondo i dati relativi al periodo 2007-2013, sono stati stanziati a favore dell’Italia 28 miliardi di euro di fondi europei ed a questi si aggiungono 26,4 di cofinanziamento nazionale per una dotazione complessiva di 54,4 miliardi di euro.
Perché questa montagna di denaro non vada dispersa è necessario presentare progetti e partecipare all’assegnazione di fondi entro dicembre 2013 e poi usarli entro dicembre 2015. Manca, insomma, poco più di un anno al termine per la presentazione delle domande. Sempre secondo i dati del Ministero, l’Italia ha effettivamente speso soltanto poco più di un quarto della cifra assegnata. Ci sono oltre 40 miliardi ancora disponibili, che andranno usati in maniera rapida.
In questo contesto si inserisce il progetto 'Banche 2020'. E punta da un lato alla programmazione finanziaria 2007-2013, per velocizzare la spesa; dall’altro guarda già alla nuova programmazione, quella 2014-2020, allo scopo di non ripetere la drammatica esperienza di ritardi continui che ha caratterizzato questi ultimi anni. Il 2013, in sostanza, si pone come un anno di snodo. Perché sono ancora in corso diversi programmi comunitari pesanti, come il Programma quadro per la competitività e l’innovazione (Cip), il Settimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione e la politica di coesione 2007-2013. E perché a Bruxelles si sta discutendo proprio in questi mesi quale dovrà essere il destino delle prossime prospettive finanziarie. In quel contesto si sta analizzando come dovrà essere rivista la programmazione comunitaria.
L’iniziativa coinvolge nove gruppi bancari: Banca popolare di Bari, Carige, Banca popolare dell’Emilia-Romagna, Federcasse, Ubi banca, Banco popolare, Mediocredito centrale, Unicredit, Gruppo Intesa San Paolo. E si concentra sui settori legati alla strategia Europa 2020, come la ricerca e l’innovazione, la competitività e le nuove energie. A presentarla sono Gianni Pittella e Roberta Angelilli, vicepresidenti del Parlamento Ue, Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi e Vincenzo Boccia, vicepresidente di Confindustria.
Concretamente, le banche saranno supportate nella fase di accesso alle risorse comunitarie, avranno assistenza negli interventi a favore della pubblica amministrazione, saranno informate costantemente circa le iniziative dell'Unione che prevedono l’erogazione di nuovi fondi, saranno facilitate nell’interazione con le istituzioni europee. In una parola, potranno diventare specializzate nella nicchia di mercato legata ai fondi Ue, offrendo un servizio in più alle imprese clienti. Queste, dal canto loro, si gioveranno di maggiori risorse finanziarie e di un aiuto nell’indentificare quali programmi comunitari possono essergli concretamente utili.
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