Fondi UE 2007-2013: spendere tutto o spendere bene?
Il vertice è servito anche per fare il punto sull'uso dei fondi appartenenti al precedente piano 2000-2006, dal momento che c'è il rischio che le risorse non impiegate entro dicembre possano ritornare indietro. "Il Sud Italia - ha affermato Scajola - ha bisogno di utilizzare bene i finanziamenti europei. Nel piano 2000-2006 non sono stati ancora utilizzati al meglio: occorre, da qui a dicembre, usarli tutti. Alcune Regioni rischiano di perdere le cifre se non verranno impiegate”. Sul nuovo piano 2007-2013, invece, ha proseguito il ministro, “abbiamo concordato con il commissario di non disperdere le risorse in mille rivoli, ma di concentrarle su quei settori, come infrastrutture, reti ed energia, che possono sviluppare occupazione”.
La prossima occasione per discutere delle risorse europe è fissata per il 4 novembre a Reggio Calabria, quando il ministro incontrerà di nuovo il commissario Hubner, i rappresentanti di Confindustria e i governatori delle regioni meridionali. In quell'occasione si tornerà a parlare anche della tranche 2000-2006.
Per il commissario europeo l'Italia ha ancora la possibilità di utilizzare tutti i fondi a disposizione. “L'Italia per la programmazione 2000-2006 non è ancora arrivata ad utilizzare il 95% degli stanziamenti, ma non è che sia troppo tardi”: così ha reagito la commissaria europea di nazionalità polacca, rispondendo alla domanda su un eventuale rischio per l'Italia di perdere parte dei Fondi strutturali Ue 2000-2006, che vanno spesi e giustificati a Bruxelles entro la fine dell'anno. Infine, la Hubner ha precisato: “Le richieste di pagamento da parte degli stati membri possono arrivare fino alle ore 24.00 del 31 dicembre. L'Europa procede al 95% dei pagamenti in quanto il restante 5% lo riserva per il momento della chiusura dei conti con i singoli stati membri”.
La procedura della chiusura dei conti, al termine di ogni programmazione finanziaria dell'Ue può durare molti mesi - precisano esperti comunitari - anche perchè in molti casi si apre una procedura di contraddittorio con i singoli stati membri prima di versare loro il 5% dei fondi restanti. Le stesse fonti ricordano che per un programmazione così lunga è difficile per i grandi paesi membri giustificare il 100% degli stanziamenti e portano come esempio il periodo 1994-1999, quando la Francia effettuò pagamenti solo sull'85% degli impegni.
Di diverso parere l’europarlamentare e presidente della delegazione italiana nel Gruppo PSE, Gianni Pittella, che lancia un “allarme preventivo alle Regioni Italiane. Secondo Pittella, “dopo quasi due anni dall'inizio della nuova programmazione dei fondi strutturali 2007-2013, l'Italia ha dichiarato pagamenti per circa 144 milioni di euro, ovvero soltanto lo 0,3 % degli stanziamenti assegnati ai 28 programmi che compongono il Quadro Strategico Nazionale”. Pittella si chiede quindi in che modo le regioni e il governo italiano potranno certificare la spesa entro la fine del 2009 se nella maggior parte dei casi non sono partiti i bandi o non è stata pianificata la stessa.
Questa, in conclusione, la provocazione politica dell’esponente del Partito Democratico presso il Parlamento di Bruxelles: “Con quale credibilità affrontiamo la crisi economica attuale se non riusciamo a spendere le risorse finanziarie messe a disposizione dalla UE?”
(Alessandra Flora)
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