Bilancio UE post 2020: Parlamento europeo pronto al negoziato
Via libera alla posizione negoziale del Parlamento europeo sul prossimo bilancio UE 2021-2027. La palla passa al Consiglio, che però è ben lontano dal raggiungimento di un accordo.
> La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027
Dopo il voto in commissione Bilanci il 5 novembre scorso, il Parlamento UE ha approvato in plenaria, con 429 voti a favore, 207 contrari e 40 astenuti, la propria posizionale negoziale sul prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Con il via libera alla relazione curata da Jan Olbrycht (PPE), Isabelle Thomas (S&D), Janusz Lewandowski (PPE) e Gérard Deprez (ALDE), il PE conferma la richiesta di maggiori risorse per giovani, ricerca, occupazione, contrasto al cambiamento climatico, sicurezza e migrazioni, senza penalizzare le politiche tradizionali dell'Unione: Politica Agricola Comune (PAC) e Politica di Coesione.
Il Consiglio, da parte sua, non ha ancora raggiunto una posizione comune sul QFP post 2020. "Se tutti gli Stati membri non dimostreranno il maggior margine di flessibilità possibile, sarà impossibile trovare la quadratura del cerchio", ha dichiarato il commissario al Bilancio Gunther Oettinger al termine dell'ultimo dibattito tra i ministri UE. Alla luce della Brexit, in assenza di tagli, ha avvertito Oettinger, si arriverebbe a un bilancio corrispondente all'1,2 o 1,3% del PIL, come chiesto dal Parlamento europeo.
La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027
La proposta della Commissione per il QFP 2021-2027 prevede una dotazione di 1.135 miliardi di euro (a prezzi 2018), vale a dire l'1,11% del Reddito nazionale lordo dell'UE a 27 a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione. Per garantire risorse aggiuntive ad alcuni settori considerati strategici, come ricerca e innovazione, economia digitale, gestione delle frontiere, sicurezza e difesa, Bruxelles propone di tagliare i fondi per la Politica Agricola Comune e la Politica di Coesione, rispettivamente del 15 e del 10 per cento rispetto alle dotazioni attuali.
La Commissione propone anche una diversa struttura del bilancio UE, con nuove rubriche per le priorità emergenti, l'inclusione del Fondo europeo di sviluppo, finora esterno al Quadro finanziario pluriennale, una maggiore flessibilità tra programmi, rubriche ed esercizi e nuove risorse proprie, che dovrebbero rappresentare circa il 10/12% del bilancio totale dell'UE.
La posizione del Parlamento sul QFP post 2020
Secondo gli eurodeputati la proposta della Commissione è solo un punto di partenza, che non permetterà all'Unione di centrare gli obiettivi politici che si è posta, né di affrontare le sfide del presente.
Da qui la decisione di portare alla plenaria, e quindi al negoziato con il Consiglio, una lunga lista di richieste che porta il conto complessivo a 1.320 miliardi di euro, l'1,3% dell'RNL dell'UE a 27. Tra queste, l'aumento dei fondi per priorità quali la ricerca e l'innovazione (Horizon Europe), i giovani (Erasmus+ e misure contro la disoccupazione), i trasporti, lo spazio, le piccole imprese, l'ambiente, il clima, il vicinato e lo sviluppo. Da ripristinare, inoltre, le risorse per la PAC, la Politica di Coesione e le agenzie decentrate che hanno subito tagli rispetto ai livelli 2014-2020.
Oltre ad esprimersi sulla proposta di Quadro finanziario, il Parlamento ha approvato la propria posizione negoziale anche sul tema delle risorse proprie, sottolineando che il sistema attuale è troppo complesso, iniquo e poco trasparente, oltre che incomprensibile per i cittadini europei.
Gli eurodeputati chiedono quindi un sistema più semplice, con una sostanziale riduzione della quota riconducibile ai contributi degli Stati membri e l'introduzione di nuove risorse proprie, tra cui un un nuovo schema di tassazione delle società, incluse quelle del settore digitale, un'imposta sulla plastica e un prelievo basato sul sistema di scambio delle quote di emissioni ETS.
> Bilancio UE – la posizione del Parlamento europeo sul QFP post 2020
Prossimi passi
A questo punto il Parlamento è pronto a negoziare con il Consiglio, che però non ha ancora raggiunto un accordo sulla sua posizione comune.
La procedura per l'adozione del regolamento QFP prevede che il Consiglio deliberi all'unanimità, previo via libera del Parlamento europeo, che può approvare o respingere la posizione del Consiglio, ma non può emendarla. Discorso analogo per la modifica del sistema delle risorse proprie, per cui si richiede la delibera all'unanimità da parte del Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo, cui deve seguire, però, l'approvazione degli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali.
Per evitare che il processo di riforma del sistema delle risorse proprie finisca in secondo piano rispetto al dibattito sulle prospettive finanziarie 2021-2027, gli eurodeputati chiedono di negoziare congiuntamente i due temi, fino al raggiungimento dell'accordo finale sull'intero pacchetto.
L'obiettivo è raggiungere un buon accordo prima delle elezioni europee del 2019, per evitare gravi ritardi nell'avvio dei nuovi programmi di finanziamento UE.
> Bilancio europeo post 2020 – a che punto è il negoziato
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