Dai bonus ai certificati bianchi, come cambiano gli incentivi all'efficienza energetica
Gli incentivi all'efficientamento energetico stanno rapidamente cambiando pelle. Oltre alla stretta già realizzata con il decreto Superbonus (dl 39/2024) e con gli annunci di stop di alcuni bonus, il Governo scrive nero su bianco nel Piano strutturale di bilancio di medio termine che anche per l'edilizia residenziale il sistema degli incentivi si baserà sui certificati bianchi. Meno soldi pubblici, insomma, più mercato.
Bonus edilizi: le regole per le detrazioni e le nuove scadenze
Il Governo lo ha detto a più riprese: è finita la stagione dei bonus. Adesso, nel Piano strutturale di bilancio e di medio termine (Psb) ha precisato anche come intende procedere: per superare la spirale dei bonus edilizi si precisa di voler replicare nel settore residenziale il meccanismo dei certificati bianchi, oggi riservato essenzialmente a industria, reti e infrastrutture. Il principio è: chi inquina meno ottiene delle certificazioni che può rivendere sul mercato a chi invece, pur obbligato a rispettare dei parametri di emissioni, continua ad inquinare di più.
Raggiungere il target "case green" con meno bonus
Lo scopo è quello di raggiungere i target di efficientamento della direttiva europea case green, considerati "particolarmente sfidanti per l’Italia", senza continuare a pesare sulle casse pubbliche. Gli incentivi insomma non sarebbero più pubblici, ma affidati alla compravendita sul mercato di titoli che certificano il conseguimento di specifiche soglie di risparmio energetico. La direttiva UE approvata la scorsa primavera fissa come obiettivo vincolante al 2030 la riduzione del consumo di energia dell'intero parco immobiliare residenziale di almeno il 16% rispetto al 2020. Soglia non facile per l'Italia, dove il 70% delle abitazioni presenta la peggiore prestazione energetica e il 60% degli edifici è stato costruito prima dell'approvazione della legge sul risparmio energetico del 1976. Tra il 2020 e il 2024, gli anni del boom delle maxi detrazioni edilizie, i consumi energetici sono migliorati, diminuendo del 6,2%.
La creazione di un mercato per i certificati bianchi
Il Psb contiene un quadro delle riforme da presentare all'Europa e tra esse c'è proprio l'adozione di nuove misure per l'edilizia residenziale, a partire dalla creazione di "un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali".
Il documento non specifica come e quando il meccanismo riservato alle grandi imprese possa traslare sul settore immobiliare privato. Però, già nella prossima legge di Bilancio, Mase e Mef dovranno fare i conti con la riorganizzazione dei bonus attuali, in gran parte destinati a scomparire o ad essere ridimensionati al 36%. Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha già spiegato che ad essere privilegiati potranno essere gli interventi su pompe di calore, doppi vetri o riscaldamento a pavimento. Finanziamenti ad hoc potrebbero arrivare per le famiglie in povertà energetica o incapienti, che non possono usufruire dei crediti fiscali.
Il lavoro in campo energetico si sovrapporrà peraltro a quello fiscale anche nell’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e nel riordino delle agevolazioni sull'energia, entrambi indicati nel Psb come "leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell'efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transizione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale".
Bonus edilizi ridimensionati e rivoluzione caldaie in vista
Ad essere coinvolto dalle modifiche in corso sarà il "bonus ristrutturazione", o "bonus casa", con nuove regole che riguarderanno anche le caldaie: a partire dal 2025, se non ci sarà proroga, la percentuale di detrazione legata al bonus ristrutturazione sarà ridotta dal 50% al 36%, un taglio netto che avrà effetti rilevanti sulle future spese edilizie.
Questa modifica non riguarda solo la percentuale, ma anche il tetto massimo delle spese detraibili. Se fino al 2024 il limite era fissato a 96.000 euro per ciascuna unità abitativa, dal 2025 si abbasserà a 48.000 euro. Questo significa che i proprietari di immobili potranno ottenere un rimborso fiscale massimo di 17.280 euro (36% di 48.000 euro) rispetto ai precedenti 48.000 euro (50% di 96.000 euro). Inoltre la premier Giorgia Meloni, intervenendo all'assemblea di Confindustria, ha detto di essere orientata a consentire l'accesso al bonus solo per le prime case.
Dal primo gennaio 2025 i bonus per l'acquisto di caldaie a gas a condensazione tradizionali potrebbe sparire, in linea con la direttiva Case green. Secondo la norma europea non saranno eliminate del tutto, ma saranno disponibili fino al 2040, però il Governo sta pensando di orientare meglio gli incentivi e per questo potrebbero essere erogati solo a chi acquisterà una caldaia ibridata con la pompa di calore. Quindi chi ha intenzione di cambiare la caldaia a gas con una più efficiente ma non pompa di calore, ha tempo fino a dicembre 2024 per usufruire del bonus fino al 65%.
Inoltre, una nuova stretta nel segno della trasparenza dovrebbe arrivare dal nuovo Codice degli incentivi, di prossima emanazione, che dovrebbe introdurre l’obbligo di comunicazione preventiva delle spese agevolabili. I bonus, cioè, non verrebbero più riconosciuti automaticamente, ma si dovrebbero trasmettere preventivamente tutte le informazioni relative ai lavori svolti e alle spese sostenute. Tale comunicazione dovrà essere effettuata da parte delle imprese incaricate di eseguire i lavori, che dovranno documentare nel dettaglio le spese per le quali si richiede il beneficio fiscale. In più, ai bonus potrebbe essere collegato un obbligo a sottoscrivere un'assicurazione per gli eventi catastrofici e climatici. Una spesa aggiuntiva che potrebbe far desistere molti proprietari immobiliari dal richiedere l'incentivo.
Per approfondire: Codice degli incentivi, in arrivo il decreto
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