Edilizia pubblica: in arrivo 219 milioni dal MiMS. Sono i fondi del 1978
Il MiMS ha sbloccato 219 milioni per interventi di edilizia residenziale sociale. Si tratta di fondi fermi da oltre 40 anni e che adesso, invece, potranno essere usati da 17 Regioni. Restano fuori Campania (che ha un decreto a parte ) e l’Umbria che non ha presentato progetti.
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Con la pubblicazione del decreto MEF-MiMS n. 193 del 3 maggio 2021, scatta il contatore per la realizzazione dei progetti di edilizia residenziale sociale presentati dalle Regioni, resa possibile grazie ai 219 milioni di euro sbloccati l’anno scorso dagli allora ministri De Michelis e Gualtieri.
Le risorse, infatti, sono quelle che giacevano inutilizzate nel capitolo “ex Gescal” di Cassa depositi e prestiti e che risalgono all'ormai lontano 1978.
Fondi antichi, insomma, a cui però il MiMS assegna un volto assolutamente moderno, destinandoli a interventi di rigenerazione urbana in chiave green e a consumo zero di suolo per interventi di edilizia residenziale sociale.
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Quali interventi saranno finanziati
Come aveva spiegato all’epoca De Michelis, "con queste risorse sarà possibile realizzare interventi strutturali che serviranno a riqualificare e riorganizzare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, ma anche a rendere maggiormente funzionali aree, spazi e immobili pubblici, e a migliorare l’accessibilità e la sicurezza dei luoghi e delle infrastrutture urbane". Sono stati infatti selezionati progetti di rigenerazione urbana capaci di garantire un alto livello di efficientamento energetico e per i quali è stata accertata la fattibilità tecnica ed economica.
Parliamo in tutto di 44 interventi, suddivisi tra 17 Regioni. Si tratta dei progetti presentati dalle amministrazioni regionali (su proposte provenienti, a loro volta, dagli enti locali) tra la fine del 2019 e la primavera 2020 e che il MIT ha ritenuto finanziabili.
Storia a parte invece per la Regione Campania che, insieme all’Umbria, non aveva inviato in tempo le proposte progettuali. Per lei però i ministri hanno firmato un distinto decreto (il n. 244 del 3 giugno 2021) che stanzia circa 21,5 milioni di euro per tre interventi.
Una volta riqualificati, gli immobili potranno essere assegnati ai cittadini con due modalità:
- Contratto di locazione permanente con canone sociale, se finanziati al 100%.
- Contratto di locazione a canone agevolato con patto di futura vendita.
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Tempi larghi per l’attuazione
I soggetti attuatori degli interventi sono i Comuni o le società pubbliche che gestiscono questo tipo di patrimonio edilizio. Gli stessi soggetti, insomma, da cui nei mesi passati sono materialmente partite le proposte di interventi da finanziare, che sono state poi presentate al MIT da ciascuna Regione.
Nei prossimi passaggi, quindi, si prevede un coordinamento tra questi tre livelli: locale, regionale e statale.
Anche per questo i tempi di realizzazione degli interventi non sono brevissimi. I soggetti attuatori comunicheranno infatti entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto in GURI, il Codice Unico di Progetto (CUP) alla Regione e al MIT.
Sempre dalla data di pubblicazione in GURI, invece, le Regioni avranno 240 giorni di tempo (oppure entro 360 giorni nel caso serva un concorso di progettazione) per comunicare al MIT e al MEF:
- Le modalità e i tempi attuativi degli interventi, desunti dal progetto di fattibilità tecnica ed economica approvato;
- La data di avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori;
- Il quadro temporale di trasferimento delle risorse statali.
Nonostante il decreto rechi la data del 3 maggio e sia stato pubblicato sul sito del ministero il 14 giugno , l'avviso della sua pubblicazione in Gazzetta è solo del 5 luglio 2021.
Il conto alla rovescia per la realizzazione degli interventi, quindi, è scattato due giorni fa, visto che il decreto specifica che il cronoprogramma si attiva dalla “avvenuta pubblicazione in Gazzetta del decreto”.