Decreti attuativi: Draghi vuole un cambio di passo
In base ai dati aggiornati a fine aprile messi a disposizione dall’ufficio per il programma di Governo, i decreti attuativi richiesti per applicare norme già approvate sono 1.185. Ma di questi 644 (il 54,3%) ancora mancano all’appello. Draghi vuole accelerare e propone un nuovo metodo operativo.
Dai contributi alle imprese al voucher viaggi: le novità del dl Sostegni
Mentre i dicasteri faticano a smaltire gli arretrati, il numero di decreti attuativi da adottare aumenta con i nuovi provvedimenti approvati, in primis il decreto Sostegni. Una situazione che ha spinto il premier a chiedere un deciso cambio di passo.
Nel corso del Consiglio dei Ministri del 10 giugno, Draghi ha illustrato un nuovo metodo operativo, condiviso con il sottosegretario Roberto Garofoli e che consiste nell'assegnare ad ogni Amministrazione di obiettivi da perseguire, con target specifici di decreti da adottare, a partire dai mesi di giugno e luglio 2021. Per condividere i target, il cui raggiungimento deve essere un impegno prioritario per i Ministri e le Amministrazioni, il sottosegretario delegato si recherà presso i Ministeri (il ciclo di incontri è stato già avviato ieri con il Ministro dell’economia e delle finanze e proseguirà nei prossimi giorni con gli altri Ministri).
Garofoli ha quindi illustrato alcuni criteri operativi per una più efficace attuazione delle disposizioni normative, tra i quali la costituzione di una Rete dell’attuazione del programma di governo, coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e costituita dai nuclei per l’attuazione del programma di Governo che ciascun Ministero dovrà istituire all’interno degli Uffici di diretta collaborazione, con il compito specifico di lavorare sul recupero dell’arretrato e sulla costante attuazione dei provvedimenti del Governo in carica.
Quanti decreti attuativi mancano all’appello?
I dati di dettaglio sui ritardi accumulati in tal senso negli ultimi anni sono forniti da una relazione sul monitoraggio dei provvedimenti attuativi della XVIII Legislatura.
Su un totale di 1.135 provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative dei primi due Governi della XVIII Legislatura, al 13 febbraio 2021 (data di insediamento del Governo in carica) lo stock dei provvedimenti da adottare era pari a 679. Alla data del 28 aprile 2021, dopo circa due mesi e mezzo di Governo, lo stock dei provvedimenti da adottare si è ridotto dell’11,9%, passando complessivamente da 679 a 598 provvedimenti.
A questi si aggiungono i decreti attuativi previsti dagli atti normativi dell’attuale Governo (50, di cui 4 adottati, 32 da adottare e 14 la cui efficacia è stata rinviata al 2022). Pertanto, dei 1.185 provvedimenti attuativi della XVIII legislatura, il 45,7 per cento (541 provvedimenti) è stato adottato; il 54,3 per cento (644 provvedimenti) risulta non adottato. Alle Amministrazioni è stato chiesto di imprimere un’ulteriore accelerazione nell’adozione dei provvedimenti.
Presentando i dati in Consiglio dei Ministri, l’ufficio per il programma di Governo ha sottolineato l’esigenza di attenuare la tendenza al rinvio a decreti attuativi prediligendo normative autoapplicative.
Oltre i numeri: famiglia, cosa manca all’appello?
Sono soprattutto le misure previste dalla Legge di bilancio 2021 ad aver accumulato ritardo. Fra queste figurano i 50 milioni stanziati per favorire il rientro delle madri lavoratrici dopo il parto, misura quanto mai urgente visto il divario già esistente tra uomo e donna nel Paese in termini occupazionali.
I ritardi nell’adozione degli attuativi hanno già fatto slittare l’avvio dell’assegno unico: dal 1° luglio, data in cui la misura avrebbe dovuto debuttare ufficialmente, si è passati infatti al 2022.
I tanti bonus mancanti
La Manovra 2021 ha anche annunciato l’avvio di una lunga lista di bonus rivolti a persone fisiche e imprese: dal bonus smartphone al bonus idrico, fino al bonus cuochi e il bonus occhiali.
Una gran quantità di mini incentivi che attendono solo l’approvazione dei relativi decreti attuativi.