BEI-FEI: ok a nuovo prodotto per aiutare le PMI colpite dal Covid
Con una dotazione di 1,4 miliardi di euro, il nuovo prodotto - approvato dalla Commissione europea nel quadro delle norme sugli aiuti di Stato - dovrebbe mobilitare almeno 13 miliardi di nuovi prestiti a favore delle piccole e medie imprese. All'operazione partecipano 22 Stati membri, tra cui l'Italia.
Coronavirus: le tappe 2020 della risposta UE
Il nuovo prodotto - che si inserisce nell'ambito del Fondo europeo di garanzia gestito dal gruppo BEI (composto dalla Banca europea per gli investimenti e dal Fondo europeo per gli investimenti) - si presenta sotto forma di garanzie su segmenti di cartolarizzazione sintetica a beneficio delle imprese colpite dalla pandemia di coronavirus nei 22 Stati membri partecipanti.
Cos'è il Fondo europeo di garanzia
Nell'aprile 2020 il Consiglio europeo ha approvato l'istituzione di un Fondo europeo di garanzia, gestito dal gruppo BEI, quale elemento della risposta globale dell'UE alla pandemia di coronavirus. È una delle tre reti di sicurezza approvate dal Consiglio europeo per attenuare l'impatto economico su lavoratori, imprese e paesi. BEI e FEI hanno finora approvato progetti nell'ambito del Fondo per un valore totale di 17,8 miliardi di euro, che dovrebbero portare gli investimenti mobilitati a circa 143,2 miliardi di euro.
In seguito alla notifica degli Stati membri partecipanti, il 14 dicembre 2020 la Commissione ha autorizzato, nel quadro delle norme UE sugli aiuti di Stato, l'istituzione del Fondo, i contributi al Fondo degli allora 21 Stati membri partecipanti e gli interventi a valle sotto forma di garanzie sugli strumenti di debito (come i prestiti).
Il 16 aprile 2021, sempre nel quadro delle norme UE sugli aiuti di Stato, la Commissione ha autorizzato la partecipazione della Slovenia e il relativo contributo al Fondo sotto forma di garanzie sugli strumenti di debito. Il Fondo fornisce inoltre garanzie sugli strumenti di capitale, che però non rientrano nell'ambito di applicazione della decisione del dicembre 2020.
Come funziona il nuovo prodotto di cartolarizzazione sintetica
La cartolarizzazione sintetica è una tecnica finanziaria in base alla quale un ente cedente, ad esempio una banca, individua un pool di attività esistenti (es: un portafoglio di prestiti) che detiene nel proprio bilancio, lo suddivide in segmenti con profili di rischio/rendimento diversi rispetto all'intero pool e successivamente trasferisce una parte del rischio derivante dal pool acquistando la protezione di un segmento specifico (es: tramite una garanzia su tale segmento di rischio) da un venditore di protezione, al quale l'ente cedente corrisponde in cambio un premio.
Nell'ambito del nuovo strumento il gruppo BEI funge da venditore della protezione, ovvero offre protezione agli intermediari finanziari sotto forma di garanzia su un segmento di rischio specifico di un portafoglio di attività esistente, a condizione che questo portafoglio di prestiti non superi determinate dimensioni massime e contenga solo esposizioni non deteriorate. In cambio della garanzia, il gruppo BEI addebiterà all'intermediario finanziario una commissione di garanzia sovvenzionata.
L'intermediario finanziario dovrà quindi trasferire, nella misura più ampia possibile, il vantaggio finanziario derivante dalla questa operazione ai beneficiari finali del nuovo strumento, ovvero alle PMI che riceveranno nuovi prestiti. L'intermediario finanziario sarà tenuto a utilizzare il capitale regolamentare liberato grazie alla garanzia del Fondo per costituire un nuovo pool di attività (es: un portafoglio di prestiti) e quindi soddisfare il fabbisogno di liquidità delle PMI, nel rispetto di determinate condizioni in termini di rischio, volume e scadenza dei nuovi prestiti. I termini di ciascuna operazione forniranno inoltre all'intermediario finanziario incentivi a generare nuovi prestiti.
Obiettivo di questo nuovo prodotto è contribuire a generare nuovi prestiti più rischiosi alle PMI, liberando la capacità di prestito degli intermediari finanziari e impedendo che le loro risorse siano trasferite verso attività a basso rischio anziché essere utilizzate per prestiti alle PMI. Tale intervento comporta effettivamente un rischio, data la crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus che si prevede porterà a declassamenti dei portafogli di prestiti esistenti degli intermediari finanziari e quindi a un aumento della domanda di capitale regolamentare di questi intermediari.