Trasparenza, stato di diritto, energia: l'Eurocamera valuta il Recovery
In una relazione approvata il 23 giugno i parlamentari europei chiedono trasparenza nell’uso dei fondi del Recovery onde evitare abusi e doppi finanziamenti. Focus anche su green e digitale: i Piani di ripresa dovrebbero contribuire ad aumentare l'indipendenza strategica dell'Unione, sottolinea il Parlamento.
Il PNRR nel 2022: il punto su bandi e obiettivi
In vista della revisione della Commissione sull'attuazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), prevista per il 31 luglio, il Parlamento europeo chiede che i fondi PNRR siano utilizzati con trasparenza e che le risorse siano impiegate per proteggere i valori europei e garantire l’autonomia strategica del Vecchio Continente.
Nella relazione approvata con 420 voti favorevoli, 90 contrari e 83 astensioni, gli eurodeputati sollevano una serie di questioni chiave sull’impiego dei fondi europei del Recovery.
Evitare doppi finanziamenti e abusi
La prima riguarda la tutela di tali fondi. Secondo i deputati, la Commissione europea dovrebbe garantire un solido meccanismo di revisione, monitoraggio delle spese, attuazione e gestione dei dati del Dispositivo di ripresa e resilienza. L’obiettivo è evitare abusi, doppi finanziamenti o sovrapposizioni con altri programmi di finanziamento europei.
La parola d’ordine, in generale, è trasparenza. Il Quadro di valutazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza per i parlamentari deve fornire informazioni di base ai cittadini sui progressi complessivi dell'attuazione dei PNRR.
I deputati chiedono un monitoraggio regolare dell'attuazione dei sei pilastri dell’RRF, così come dell'obiettivo del 37% per la spesa verde e del 20% per il digitale. I Paesi UE dovrebbero raccogliere e garantire l'accesso ai dati sui proprietari effettivi delle imprese che ricevono i fondi e sui beneficiari del programma.
Bloccare o recuperare i fondi già erogati se non si rispetta lo stato di diritto
Ma non si tratta solo di fondi. Sin dalla fase embrionale del Recovery and Resilience Facility il Parlamento europeo insiste sull’importanza di legare l’accesso ai fondi europei al rispetto dello stato di diritto. Il regolamento del RRF lo dice chiaramente: potranno ricevere fondi a titolo del Dispositivo soltanto i paesi membri impegnati nel rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali dell'Unione europea.
Recovery and resilience facility: cos'è e cosa prevede
Un punto su cui insiste anche la relazione approvata il 23 giugno, in cui i deputati sottolineano che lo Stato di diritto, la protezione dei valori dell'UE e la sana gestione finanziaria dei fondi europei richiedono una valutazione continua durante tutto il ciclo di vita del RRF. E, aggiunge l’Eurocamera, dovrebbe essere possibile bloccare o recuperare i fondi già erogati in caso di non conformità a questi criteri.
Anche se non è scritto nero su bianco è chiaro che il faro del Parlamento europeo è puntato sulla Polonia che ha rischiato nei mesi scorsi di non ricevere il via libera al proprio Recovery Plan per via di un contenzioso aperto con l’Esecutivo UE per il mancato rispetto della sentenza dei giudici europei su un organismo disciplinare dei magistrati, ritenuto incompatibile con i Trattati europei in quanto non autonomo dal governo.
Benché i problemi sullo Stato di diritto in Polonia siano tutt’altro che risolti, nelle scorse settimane la Commissione ha dato il suo via libera al piano polacco. Approvazione “legata a chiari impegni da parte della Polonia sull'indipendenza della magistratura, che dovranno essere rispettati prima di poter effettuare qualsiasi pagamento effettivo”, come ha sottolineato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Lo spettro della guerra e la spinta all’autonomia strategica dell’UE
Transizione energetica e digitale sono gli altri macrotemi sollevati dagli europarlamentari nella relazione. Non potrebbe essere altrimenti.
Per gli eurodeputati gli investimenti previsti dal Recovery per la doppia transizione dovrebbero contribuire ad aumentare l'autonomia e l'indipendenza strategica dell'UE. Soprattutto, dovrebbero ridurre l’indipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.
Al di là delle priorità strategiche, i deputati chiedono più progetti transfrontalieri, come il miglioramento dell'interconnessione delle reti energetiche europee di gas ed elettricità, o la piena sincronizzazione delle reti elettriche.
L’Eurocamera sottolinea quindi il ruolo del RRF nell’implementazione di REPowerEU e afferma che i prestiti disponibili nell'ambito del Recovery potrebbero essere utilizzati per integrare questi progetti e promuovere gli investimenti di transizione energetica dell'UE, contribuendo in modo significativo alla sovranità energetica dell'Unione.
Come il piano europeo per l’energia REPowerEU modifica il Recovery Fund
Inoltre, i deputati incoraggiano i Paesi europei a sfruttare tutto il potenziale del Dispositivo di ripresa e resilienza, compresi i prestiti, per contrastare gli effetti delle sfide attuali e future per le piccole e medie imprese, l'assistenza sanitaria, il sostegno dei rifugiati ucraini e le amministrazioni locali e regionali nell'utilizzo efficace dei finanziamenti.