Ucraina: ok dell’UE a 700 milioni di aiuti alle imprese in difficoltà
Vale 700 milioni di euro il regime di aiuti italiano per le imprese che stanno patendo le conseguenze della guerra in Ucraina e che ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea.
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Il 28 settembre infatti Bruxelles ha approvato la misura notificata dal governo italiano che mira a sostenere quella parte del nostro tessuto produttivo particolarmente esposto alle ripercussioni del conflitto in Ucraina.
Come per altri sostegni, anche in questo caso il regime è stato approvato nell'ambito del Quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione il 23 marzo e modificato il 20 luglio 2022.
Il supporto di SIMEST alle imprese colpite dalla crisi in Ucraina
Come funziona il sostegno da 700 milioni alle imprese colpite dalla guerra in Ucraina
Come ha spiegato la vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, Margrethe Vestager, "con questi 700 milioni di euro, l'Italia garantirà che le imprese colpite dall'attuale crisi geopolitica e dalle relative sanzioni dispongano di liquidità sufficiente, consentendo loro di proseguire la loro attività economica in questo difficile contesto. Continuiamo a restare al fianco dell'Ucraina e del suo popolo. Allo stesso tempo proseguiamo la stretta collaborazione con gli Stati membri per garantire che le misure nazionali di sostegno possano essere attuate in modo tempestivo, coordinato ed efficace, tutelando nel contempo la parità di condizioni nel mercato unico".
Più nello specifico, la misura si rivolge sia alle PMI, sia alle MidCap (cioè alle imprese con meno di 1500 dipendenti) attive in quasi tutti i settori colpiti dall'attuale crisi geopolitica e dalle sanzioni e controsanzioni adottate in tale contesto. Le uniche a restare fuori sono le imprese che operano nei seguenti settori:
- pesca e acquacoltura,
- agricoltura,
- bancario e finanziario,
- nonché le società commerciali e di intermediazione commerciale.
Per tutte le altre, invece, la misura è accessibile a patto di soddisfare una serie di requisiti che - in buona sostanza - mirano a individuare le imprese il cui fatturato era fortemente connesso all’area del conflitto.
Il regime d'aiuti è infatti accessibile solo alle imprese con un fatturato estero medio complessivo, negli anni 2019, 2020 e 2021, pari ad almeno il 10% del fatturato medio totale degli stessi anni.
Oltre al fatto di essere imprese esportatrici, per poter accedere all’aiuto le imprese devono anche dimostrare di essere legate alle aree del conflitto in termini di forniture. “Per essere ammissibili - spiegano infatti da Bruxelles - le società devono inoltre rifornirsi per determinate parti dell'insieme delle loro forniture dall'Ucraina, dalla Russia o dalla Bielorussia e prevedere, per l'esercizio finanziario 2022, un aumento del costo unitario medio delle forniture o una riduzione dei quantitativi di forniture provenienti dagli stessi paesi di almeno il 20% rispetto alla media registrata nel 2019, 2020 e 2021”.
Infine, per quanto concerne la tipologia di aiuto, i beneficiari “avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato sotto forma di sovvenzioni dirette”. In particolare, gli aiuti non supereranno i 500mila euro per impresa e saranno concessi entro il 31 dicembre 2022.
Foto di Raten-Kauf da Pixabay