Camusi (Rete Imprese Italia): “Attuare al più presto il piano per la semplificazione”
Il mondo dell’impresa saluta con soddisfazione il nuovo piano di semplificazione amministrativa approvato da Palazzo Chigi e presentato lo scorso 14 ottobre alla stampa dal ministro Brunetta. A realizzarlo è stata una task force del Dipartimento della Funzione Pubblica, in tandem con i rappresentanti delle maggiori forze produttive. L’obiettivo è quello di ridurre il fardello dei costi amministrativi che, secondo le stime della Commissione Europea, rappresenta purtroppo il 4,6% del Pil.
“Il complesso di semplificazioni che andiamo a varare e che va dalla informatizzazione, al collegamento telematico per servizi on-line, alle conseguenti possibilità di autocertificazione, è certamente una frontiera da raggiungere nel più breve tempo possibile, non da una minoranza di Pmi ma dall’insieme di quei 4,5 milioni di imprese che costituiscono la parte più rilevante della nostra vita economica”. Questo il commento di Presidente di Confesercenti, Marco Venturi.
Hanno partecipato alla presentazione del piano a Palazzo Vidoni anche Edoardo Garrone, vicepresidente di Confindustria e Maria Pia Camusi, direttore di Rete Imprese Italia, associazione nata nel 2010 sull’esperienza del Patto di Capranica, rappresentativa dei suoi cinque fondatori: Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti. Con lei abbiamo approfondito alcuni aspetti del programma.
Dott.ssa Camusi, può parlarci del ruolo degli stakeholders nella redazione del piano di semplificazione amministrativa 2010-2012?
Abbiamo giocato un ruolo cruciale. Uno degli elementi che caratterizzano questo piano di semplificazione è proprio il criterio di metodo basato sul coinvolgimento e sulla partecipazione permanente di tutti gli attori sociali coinvolti al tavolo di governo nella discussione di un tema così importante – la semplificazione – per la vita delle imprese e per l’economia in generale.
Che tipo di giovamento potranno trarre le imprese da questa iniziativa?
Dobbiamo rammentare le parole con cui il Ministro Renato Brunetta ha presentato il piano: questa si può definire una riforma “fredda”, in quanto non scala immediatamente risorse “vive” dai costi delle imprese. Non possiamo prevedere quanto possa guadagnare nell’immediato un’impresa dall’eliminazione di tutta una serie di oneri, di adempimenti e di complicazioni di tipo burocratico. E’ un beneficio che si potrà valutare soltanto nel corso del tempo quando, di qui a un anno, l’impresa si renderà conto di poter disporre di molte risorse in più, da destinare ad investimenti diversi dagli adempimenti burocratici in quanto tali.
Al momento qual è la priorità per le imprese in Italia?
E’ necessario dare attuazione in tempi rapidi e con efficacia a queste disposizioni di legge, che devono ancora ricevere una regolamentazione concreta sul territorio. Queste norme nazionali, infatti, devono essere in grado di camminare in autonomia soprattutto a livello locale.