L’authority per l’Energia in cerca di un presidente
Chi sarà il successore di Alessandro Ortis al "soglio" dell’autorità per l’Energia, ora che Antonio Catricalà ha fatto un passo indietro? Il diretto interessato ha fatto sapere al premier tramite una lettera ufficiale che non lascerà l’Antitrust: “Non voglio consentire che l'Autorità che presiedo e l'Autorità dell'Energia siano paralizzate da veti incrociati che pur non riguardano la mia persona”. Sarebbe stata quindi la prospettiva di "veti incrociati" tra le forze politiche a spingere Catricalà a ritirare la sua candidatura.
Proprio oggi il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, si è appellato al senso di responsabilità di tutti i parlamentari affinché si individui un nuovo presidente entro il termine del mandato di Ortis, fissato del 15 dicembre 2010.
Romani si è comunque detto certo che il ritiro di Catricalà non annullerà il disegno complessivo di riordino dei vertici delle authority italiane. "Il nostro puzzle non può svanire - ha detto - perché c'é una scadenza che è quella del 15 dicembre che va assolutamente osservata. Purtroppo il Consiglio dei ministri aveva espresso cinque nomi condivisi anche dall'opposizione. Il passaggio in commissione parlamentare prevede il consenso dei due terzi. Mi auguro che dopo il passo indietro di Catricalà si possano trovare altri esponenti, fondamentalmente un altro, con la condivisione di tutte le forze politiche".
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. E' un bene che Catricalà abbia deciso di restare all'Antitrust secondo il vicepresidente vicario di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova. "Catricalà è stato fino ad oggi un eccellente presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - sostiene Della Vedova - ed è pertanto un bene che abbia deciso di portare a termine il suo mandato, in un momento in cui il suo lavoro di difesa della concorrenza e dell'apertura dei mercati può dare un contributo importante al rafforzamento competitivo dell'economia italiana.
"Quanto è avvenuto attorno alla guida dell'Antitrust dimostra che il governo Berlusconi non è legittimato a fare alcuna altra nomina". afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "C'é troppo conflitto d'interessi e l'ultima scelta, quella su Vegas, lo conferma". Il viceministro Vegas, infatti, attende il parere delle commissioni parlamentari competetenti per formalizzare la sua elezione come presidente della Consob.
Come nel caso del Ministero per lo Sviluppo Economico - rimasto mesi senza ministro - c'è il rischio di una paralisi delle attività. "Senza il vertice l'Autorità non può assumere delibere" ha ricordato il presidente uscente, Ortis. "L'Autorità per l'Energia - ha precisato Ortis - assume decisioni solo come collegio, quindi non può assumere decisioni e delibere senza presenza, ruolo, responsabilità di un collegio". Sull'ipotesi in cui non dovesse essere nominato un sostituto entro la scadenza del mandato, Ortis ha spiegato: "Sono passaggi istituzionali su cui attendo sviluppi".
Un’ulteriore querelle riguarda la sede delle Authority, che la Lega vorrebbe trasferire da Roma a una città del Nord Italia. Le sedi principali dell'autorità per l'energia e del Garante della Concorrenza e del Mercato si trovano nella capitale, rispettivamente a viale Tiziano (sede temporanea) e a piazza Verdi.
"Spostare le sedi di Consob e Antitrust non è né sbagliato né economicamente dannoso, come sostiene il presidente della provincia di Roma Luca Zingaretti, che chiaramente cerca in ogni modo di portare acqua al suo mulino". Così i leghisti Pierguido Vanalli e Raffaele Volpi, membri della commissione Affari costituzionali alla Camera dei Deputati, hanno commentato la lettera che Luca Zingaretti ha inviata a tutti i parlamentari eletti nel Lazio, ai quali viene chiesto di "battersi" contro il trasloco delle sedi. "Le due autorità, che dovrebbero essere indipendenti e autonome dai palazzi di potere, tutelano investitori e mercati, la sede della Borsa valori è a Milano, così come si trova nel Nord Italia la stragrande maggioranza delle imprese quotate e che la Consob tutela. C'é altro da aggiungere? E' una questione di coerenza e di efficienza amministrativa, gli investitori non possono essere costretti a spostamenti continui per semplici operazioni burocratiche", dichiara Raffaele Volpi.
Più propenso sarebbe Vegas a trasferire la sede della Consob a Milano. Su questo punto il senatore del Pd, Luigi Zanda, ha commentato: "Sono portato a escludere che Vegas voglia inaugurare la sua presidenza di un organo indipendente di garanzia come la Consob con un atto politico di parte come sarebbe il trasferimento della sede a Milano, la cui unica evidente motivazione è quella di accontentare la prepotenza della Lega Nord. Già ora il 40% del personale Consob lavora a Milano. Non si capisce perché tale percentuale debba aumentare, visto che per ora Roma rimane la Capitale d'Italia dove dovrebbero avere sede le principali Istituzioni pubbliche nazionali".