Brevetto europeo: Italia e Spagna sole contro 11 paesi
Berlusconi e Zapatero uniti contro Merkel e Sarkozy e altri 9 capi di stato e di governo. Con l’adesione della Gran Bretagna sale a undici il numero dei paesi pronti ad adottare il brevetto unico in sole tre lingue (inglese, francese, tedesco) lanciato dall'ultima proposta del semestre di presidenza belga. Nonostante l’appello congiunto di Berlusconi e Zapatero per mettere la questione nell’agenda del vertice UE del 10 dicembre 2010, si evince sempre più la volontà a livello comunitario di dare vita al meccanismo della cooperazione rafforzata, al fine di sbloccare il dossier, come annunciato dal commissario per il mercato unico Michel Barnier.
La cooperazione rafforzata consentirebbe al gruppo di Stati che ne ha fatto richiesta di adottare il brevetto unico, superando l'opposizione di Italia e Spagna, che resterebbero quindi, almeno per il momento, fuori dall'accordo. I paesi che non aderiranno al brevetto europeo non verranno penalizzati, ma di fatto entreranno in concorrenza con quanti lo hanno adottato.
Dure le reazioni sul fronte italiano. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si dice preoccupato: "Riteniamo il ricorso alla cooperazione rafforzata - afferma Frattini - inaccettabile oltre che incompatibile con i principi e il funzionamento del mercato interno”.
"Ripercussioni gravissime sia sulle regole per la concorrenza che sull'intero processo di integrazione europea – per il vicepresidente della Commissione giuridica dell'Europarlamento Raffaele Baldassarre (Pdl) - Bisogna tornare al tavolo negoziale: una coazione rafforzata in materia di brevetti non è la soluzione ottimale. Sarebbe la prima cooperazione rafforzata nel mercato interno e ciò avrebbe ripercussioni gravissime sia sulle regole per la concorrenza e sia sull'intero processo di integrazione europea".
"La decisione di fare ricorso al meccanismo di cooperazione rafforzata e aggirare così il veto posto da Italia e Spagna é un vulnus fortissimo alla stessa Unione Europea - secondo l’ex ministro Andrea Ronchi, oggi deputato di Futuro e Libertà - l'adozione del trilinguismo significherebbe di fatto formalizzare due tipi di Europa. Noi abbiamo proposto una mediazione per raggiungere un compromesso che venisse accettato all'unanimità ma oggi vediamo che i nostri sforzi rischiano di essere respinti".
A chiedere il ricorso alla clausola introdotta dal trattato di Lisbona per consentire, in determinati casi, a un gruppo ristretto di Paesi (almeno nove) di procedere più rapidamente di altri sulla strada dell'integrazione sono stati, insieme a Francia e Germania, la Danimarca, l'Estonia, la Finlandia, la Gran Bretagna, la Lituania, il Lussemburgo, l'Olanda, la Slovenia e la Svezia.
Il prossimo 10 dicembre al tavolo delle trattati siederà per l'Italia il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica. Se non si riuscirà a raggiungere l'unanimità nell'adozione del regolamento sull'eurobrevetto, Barnier proporrà di dare il via alla cooperazione rafforzata. Sarebbe la prima volta nel campo del mercato unico e la seconda in assoluto, dopo quella avviata per i divorzi tra coniugi di diversi Paesi.