Governance economica: Olli Rehn lancia il meccanismo del semestre europeo

Olli RehnROMA - Citando Alcide De Gasperi, il commissario europeo per gli affari economici Olli Rehn ha delineato oggi, in una audizione a Montecitorio, i nodi fondamentali dell’imminente riforma della governance economica europea. Rehn ricorda le parole pronunciate dallo statista italiano prima della stipula del trattato di Roma: “Fare politica significa garantire risultati”. Secondo il commissario dai natali finlandesi il modo migliore per raggiungere tale obiettivo è il metodo comunitario.

Nella prima parte del suo discorso Rhen promuove nel complesso la nostra economia. Secondo Rehn, infatti, la crescita del bel paese dovrebbe tornare ai ritmi pre-crisi entro il 2012. “Il governo italiano - ha aggiunto Rhen - ha mantenuto una posizione fiscale prudente per prevenire eventuali percezioni dei mercati rispetto al rischio per Italia". Grazie al settore bancario relativamente solido e al debito privato relativamente basso il nostro paese è riuscito a evitare il verificarsi di grandi squilibri. Un pronostico incoraggiante incassato con soddisfazione dal ministro Giulio Tremonti, in audizione assieme a lui. Il commissario ricorda il ruolo fondamentale ricoperto dall’Italia – paese fondatore dell’UE – nel processo di riforme che l’Europa deve affrontare. Tallone d’Achille del nostro paese, secondo il commissario europeo, è la crescita moderata, che bisogna stimolare attraverso riforme strutturali.

Tornando all’Europa, essendosi manifestata con un carattere sistemico, la crisi necessita di una risposta sistemica attraverso provvedimenti orizzontali di rafforzamento della governance e di azioni specifiche per i singoli paesi.
Rhen ricorda che, mentre gli anni duemila si sono contraddistinti per la nascita dell’unione monetaria, il decennio che abbiamo appena iniziato si caratterizza per la sua riforma di fondo. Le proposte formulate dalla Commissione scaturiscono da una fase istruttoria, ivi compreso il lavoro della task force guidata dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.

Negli ultimi anni si sono verificate delle discrepanze a livello di crescita economica nei diversi paesi con un'esposizione laddove i conti pubblici non erano in ordine (ad esempio la Grecia). Per tutti i paesi è importante ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil. Sul fronte della sorveglianza fiscale le nuove politiche basate sul rispetto delle regole possono accrescere il benessere in tutta l’UE. In futuro gli avanzi saranno difficilmente utilizzati per aumentare la spesa pubblica (come invece ha fatto speso l’Italia prima dell’ingresso nell’unione monetaria), a meno che non si metta mano alla leva fiscale.
La riforma proposta dalla Commissione fissa un parametro numerico per capire se il rapporto tra debito pubblico e Pil sta realmente diminuendo. In tempo di crisi, ricorda Rehn, non sarebbe utile per l’euro zona imporre sanzioni severe. Al contrario la commissione pedilige un approccio graduale e una diagnosi precoce. Nel caso greco, per esempio, non avrebbe avuto senso imporre le sanzioni con la mano destra e al tempo stesso elargire gli aiuti. con la mano sinistra Il commissario fa l’esempio della Finlandia: se in questo paese, dopo le elezioni di aprile 2011, il nuovo governo aumentasse troppo il suo disavanzo pubblico, il Consiglio dell’Unione europea potrebbe deliberare l'imposizione di una sanzione nei suoi confronti (nella forma di un deposito fruttifero)da ritirare qualora la Finlandia varasse immediatamente delle misure correttive.
Il quadro di indicatori economici stilato dall’UE potrebbe sfociare in un sistema di raccomandazioni. In tal caso la Commissione si incentrerebbe sulla risposta politica dei singoli governo.

Queste i pilastri:

  • la politica fiscale, con una sorveglianza preventiva del bilancio (per affrontare casi simili a quello della Grecia)
  • gli squilibri macroeconomici, con la prevenzione degli squilibri (vedi crisi come quella in Irlanda, dove il debito privato si è trasformato in debito pubblico, e in Spagna).
  • la sfida della crescita con un’accelerazione delle riforme strutturali sulla base della strategia Europa 2020 e delle riforme nazionali.

Infine, architrave della proposta di riforma è il cosiddetto semestre europeo proposto dalla Commissione e approvato dal Consiglio. Dal prossimo anno la sorveglianza economica vedrà un significativo cambiamento nel lasso di tempo che va da gennaio a luglio. Il semestre europeo vuole dare una prospettiva comune, fornendo imput nei processi di bilancio a livello nazionale. I governi non devono preoccuparsi, precisa Rehn: ciò non significa infatti che la Commissione vada a controllare ogni capitolo di bilancio: l’analisi si concentrerà su ampie categorie di spesa e di entrata.

Il semestre europeo verrà inaugurato il 12 gennaio 2010 con l’indagine annuale sulla crescita (la annual growth survey) negli stati membri.

Allo scenario dipinto da Olli Rehn il ministro Tremonti ha aggiunto alcuni elementi:

  1. un ruolo diverso della Bce;
  2. Un nuovo ruolo del fondo di stabilizzazione europea
  3. una maggiore disciplina interna
  4. nuove politiche di bilancio e di rigore
  5. la costruzione di una governance comune basata sul semestre europeo.


Il video dell’audizione

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