Brussels Leaks a caccia dei segreti della UE
Lanciato lo scorso 9 dicembre, il sito di Brussels Leaks ha infiammato Bruxelles e la "Twittersfera". L'anonima redazione è composta da giornalisti indipendenti e da professionisti della comunicazione che lavorano nella capitale belga, entrati in contatto con documenti importanti che, una volta rivelati, non possono non suscitare l'attenzione dell'opinione pubblica.
Intervistata dallo European Journalism center (EJC), una "gola profonda" interna al nuovo sito di "controinformazione" ricorda che Bruxelles è un luogo di potere in cui circa 15 mila lobbisti hanno a che fare quotidianamente con decisioni cruciali dal punto di vista internazionale. Sarebbe ingenuo pertanto pensare che le cose accadano sempre in modo trasparente.
La redazione di Brussels Leaks ha deciso di dare la priorità ai temi sociali e a quelli ambientali, in particolare ai trasporti e all'energia.
Ma qual è l'identikit dell'informatore medio? Quali le sue motivazioni? I redattori di Brussels Leaks hanno la possibilità di incontrare in ogni momento persone che lavorano nelle istituzioni dell'UE, nel mondo delle lobby, dei gruppi industriali e delle ONG. Questi ultimi, a loro volta, hanno il loro interesse a diffondere notizie e informazioni riservate. Spesso si tratta di persone che, nel loro lavoro, scoprono delle cose che vorrebbero rivelare, senza però rmettere a rischio il proprio posto di lavoro.
Brussels Leaks non è collegato direttamente al più celebre Wikileaks, ma non esclude per il futuro possibili collaborazioni con il sito fondato da Julien Assange. Il redattore intervistato da EJC racconta che, nonostante non abbiano ancora pubblicamente reagito, le istituzioni e le organizzazioni monitorate stanno tenendo sotto controllo le attività di Brussels Leaks. Per questo il sito ha intenzione di incrementare il suo sistema di sicurezza.
Nessuna informazione relativa al gossip e alla vita privata delle persone sarà pubblicata da Brussels Leaks, così come le notizie che potrebbero mettere la loro vita o il loro lavoro in pericolo. La redazione fa sapere di voler attenersi a un codice morale e di non volersi fare pubblicità, di aspirare alla verità e all'accuratezza dell'informazione.
Al momento è presto per valutare il fenomeno Brussels Leaks: per esprimersi bisognerà leggere il primo dossier che verrà pubblicato e misurarne le ricadute sulle istituzioni europee.