Biblioteche digitali: Bruxelles vuole arginare il potere di Google
Dopo sette anni le aziende come Google, che digitalizzano le opere d'arte e i libri degli organismi pubblici, devono permettere ad altre compagnie e ad altre istituzioni di commercializzarli. E' questo il parere espresso da un "comitato di saggi", composto da tre esperti del mondo dell'editoria, in una relazione richiesta dallla Commissione Europea.
Uno di loro è Maurice C. Levy, responsabile di Publicis, azienda parigina di comunicazione e pubblicità, che incoraggia l'entrata in campo di nuove imprese, oltre a Google Books, per aiutare il processo di digitalizzazione dell'eredità culturale europea. Un'attività che potrebbe creare molto lavoro per gli imprenditori del settore, aprendo così il mercato a nuovi player.
Gli altri due esperti chiamati in causa sono Elisabeth Niggemann, direttore generale della Biblioteca nazionale tedesca e Jacques De Decker dell'Accademia reale belga per la lingua e la letteratura francese.
La commissaria per l'educazione e la cultura, Androulla Vassiliou, accoglie la proposta del gruppo di saggi: un sistema in cui le aziende come Google recuperano i costi della digitalizzazione, ma garantiscono che il periodo di "uso preferenziale" sia limitato a sette anni. Una posizione sostenuta anche dalla commissaria per l'agenda digitale, Neelie Kroes.
Nel periodo di uso preferenziale, un libro di pubblico dominio che viene digitalizzato da Google sarebbe disponibile solo attraverso il sito web di una biblioteca, attraverso il sito di Google o attraverso siti non commerciali. Finora Google ha reso disponibili libri di pubblico dominio pubblicati a partire dal 1870, stipulando accordi commerciali con le singole biblioteche nazionali. In Italia ad esempio, grazie ai finanziamenti del governo, Google ha digitalizzato circa un milione di volumi.
Per il momento Google non ha fatto sapere se accetterà o meno di seguire queste indicazioni.
Inoltre, i tre saggi hanno riaffermato la centralità di Europeana, il portale non profit finanziato dall'Unione Europea diretto proprio dalla Niggemann. Al momento Europeana contiene 15 milioni di libri, mappe, fotografie, clip video, brani musicali. Ciononostante si tratta solo di una piccola parte rispetto alla totalità delle opere appartenenti alle organizzazioni europee. Per questo è necessario trovare nuove fonti di finanziamento per ampliare le utilità del portale e digitalizzare nuove opere.
In sintesi il comitato dei saggi propugna un vero e proprio "rinascimento" attraverso la messa on line del patrimonio culturale europeo, evitando la creazione di eventuali monopoli.