Piazzi (Commissione Ue) a Fasi.biz: Italia e fondi strutturali. Nuove strade da seguire
Italia penultima fra i Ventisette per spesa dei fondi Ue. In particolare, dei fondi strutturali. E mentre Bruxelles programma il prossimo settennato, 2014-2020, lo stivale deve cercare di migliorare. Fasi.biz ha intervistato Alberto Piazzi, programme manager della direzione generale Politiche regionali della Commissione europea.
Lei è un italiano che svolge un ruolo importante all'interno delle istituzioni Ue. Com'è l'Italia vista da Bruxelles?
Devo ammettere che, da quando si è insediato il ministro Fabrizio Barca la visione dell'Italia ha fatto un balzo in avanti. Il ministro ha avviato un processo virtuoso, il Piano d’azione coesione, condiviso con la Commissione europea per finalizzare parte delle risorse comunitarie e nazionali su nuove priorità strategiche e sui servizi alle persone. Ho la sensazione che ci sia nuovo dinamismo, che l'Italia stia sta cercando di riorganizzare le risorse per spenderle meglio.
Migliora la visione del paese, dunque. Ma nel caso delle regioni del Mezzogiorno, quelle che mostrano maggiori criticità in termini di spesa dei fondi strutturali?
Anche in quel caso, mi sembra di vedere miglioramenti sostanziali. Ad esempio, le regioni del Sud hanno deciso di non puntare più su progetti di entità e dimensioni ridotte, ma di concentrare le risorse su progetti di più ampio respiro. Penso alla Campania, agli interventi nel settore ambientale (recupero fiume Sarno, Regi Lagni, Baia Domizia, ecc.) e ai progetti del comune di Napoli che riguardano l'area del porto, il completamento del sistema metropolitano, il recupero del centro storico e lo sviluppo di Napoli est.
Ogni volta che si parla di incentivi e fondi Ue si pone il problema di un'eccessiva frammentazione della spesa. Qual è, secondo lei, il rimedio per questa eccessiva frammentazione?
La frammentazione esiste, ed è un problema da risolvere. Le risorse comunitarie, comunque, non sempre finiscono per perdersi o andare sprecate. Ci sono poi altre questioni da affrontare al più presto, in modo da arrivare preparati alla nuova programmazione (2014-2020): penso alle lungaggini nella selezione dei progetti, ai tempi di attuazione eccessivamente lunghi, alla duplicazione di progetti simili o poco innovativi.
Bisogna agire subito, dunque.
Il governo e le Regioni italiane dovrebbero spendere il 2012 per individuare i problemi e tutto il 2013 per cercare di risolverli. Un punto di partenza potrebbe essere un aggiornamento più razionale del capitolo 5 della Costituzione: andrebbero riviste le competenze di Stato e Regioni, definirle con più chiarezza applicando il principio europeo della sussidiarietà.
Come giudica la proposta del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo di formulare i bandi nazionali e regionali alla stregua di quelli europei? Crede sia fattibile in tempi brevi?
Non sarà facile ma è senz'altro la strada giusta da seguire. L'Italia deve superare gli ostacoli normativi e deve cercare di dare vita a un sistema nuovo. Solo così potrà arrivare preparata al 2014.