PAC: spreco incentivi sulla trasformazione alimentare secondo Corte dei conti Ue
Arriva dalla Corte dei conti europea un ammonimento per la gestione nazionale e regionale dei fondi destinati alla trasformazione dei prodotti alimentari in alcuni paesi dell'Ue. Presente nella lista nera anche l'Italia, con il Lazio, insieme alla regione spagnola di Castilla e León, alla Francia, alla Lituania, alla Polonia e alla Romania. Nei casi selezionati, avverte la Corte, non vi sono prove che i programmi di trasformazione apportino "valore aggiunto".
Nell'ambito della PAC (Politica Agricola Comune), la misura "Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali" è dedicata a quelle imprese dell'Ue che lavorano e commercializzano i prodotti agricoli e che promuovono progetti tesi ad aumentare il valore dei prodotti stessi e a migliorare la competitività dell'agricoltura.
Da un'analisi della Corte dei conti europea risulta, però, che alcuni Stati membri, nell'ambito dei propri programmi agricoli nazionali e regionali, abbiano stabilito obiettivi meramente generali per la misura in questione, con conseguente impossibilità di dimostrare che il finanziamento concesso a un dato intervento serva realmente ad aggiungere valore ai prodotti agricoli o a migliorare la competitività del settore.
Alla luce di quanto riscontrato, la Corte, dunque, mette in guardia gli Stati membri dal destinare fondi comunitari a progetti per i quali la necessità di un sostegno pubblico non è dimostrabile. Così facendo, infatti, la misura diventa un sostegno generale alle imprese che investono nel settore della trasformazione dei prodotti alimentari, con conseguenti rischi di distorsione della concorrenza e spreco di fondi pubblici.
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Relazione Corte dei Conti europea