Immigrazione - Ue aumenta fondi per politica rimpatrio

 

La Commissione europea ha presentato a Bruxelles nuove misure per una politica di rimpatrio dell'Ue efficace e credibile.

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La Commissione risponde alla necessità di un riesame della politica di rimpatrio dell'UE, messa in evidenza dal vertice di Malta del 3 febbraio 2017, presentando un rinnovato piano d'azione e una serie di raccomandazioni agli Stati membri.

Il primo vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: "Stiamo lavorando intensamente sui partenariati con i paesi di origine e di transito. Affinché tale approccio abbia successo, adesso è anche il momento di migliorare le nostre procedure interne e di assicurare che quanti non necessitano di protezione internazionale vengano rimpatriati rapidamente e con umanità. Vogliamo continuare ad aiutare le persone che necessitano di protezione internazionale, ma abbiamo il dovere di dire chiaramente a loro, ai nostri partner al di fuori dell'UE e ai nostri cittadini che se le persone hanno bisogno, le aiutiamo, altrimenti devono tornare in patria."

Un insieme di raccomandazioni concrete agli Stati membri

La Commissione fornisce oggi orientamenti chiari sulle azioni concrete e immediate che gli Stati membri possono adottare per rendere più efficaci le procedure di rimpatrio all'atto di applicare la normativa dell'UE in materia. Le raccomandazioni della Commissione sono pienamente in linea con il diritto internazionale e i diritti umani, nonché con il principio di non respingimento.

Nello specifico, la Commissione raccomanda agli Stati membri di:

  • migliorare il coordinamento tra tutti i servizi e le autorità coinvolte nel processo di rimpatrio in ciascuno Stato membro entro giugno 2017 al fine di garantire la disponibilità di tutte le conoscenze e competenze necessarie per rimpatri efficaci, nel rispetto dei diritti delle persone da rimpatriare;
  • eliminare le inefficienze mediante la riduzione dei termini per i ricorsi, l'emissione sistematica di decisioni di rimpatrio senza data di scadenza e la combinazione delle decisioni sulla fine del soggiorno regolare con l'emissione della decisione di rimpatrio per non duplicare il lavoro;
  • combattere gli abusi del sistema, sfruttando la possibilità di valutare le domande di asilo con procedure accelerate o, se ritenute opportune, con procedure di frontiera quando si sospetta che tali domande siano presentate solo per ritardare l'esecuzione della decisione di rimpatrio;
  • impedire la fuga trattenendo le persone che lasciano intendere di non voler ottemperare alla decisione di rimpatrio che li riguarda, per esempio rifiutandosi di collaborare nel processo di identificazione o opponendosi in modo violento o fraudolento ad un'operazione di rimpatrio;
  • accrescere l'efficacia delle procedure e delle decisioni di rimpatrio autorizzando la partenza volontaria solo se necessario e se l'interessato ne fa richiesta e concedendo il tempo più breve possibile per la partenza volontaria, tenendo conto delle circostanze individuali;
  • istituire programmi di rimpatrio volontario assistito che siano operativi entro il 1º giugno 2017 e garantire l'adeguata divulgazione delle informazioni sul rimpatrio volontario e sui programmi di rimpatrio volontario assistito e reintegrazione.

Un rinnovato piano d'azione sul rimpatrio

Il rinnovato piano d'azione sul rimpatrio definisce interventi in ogni fase del processo di rimpatrio per affrontare i principali problemi connessi al rimpatrio sia a livello di Unione europea che in cooperazione con i paesi di origine e di transito.

Le azioni proposte a livello dell'UE prevedono tra l'altro di:

  • aumentare il sostegno finanziario agli Stati membri con 200 milioni di euro nel 2017 destinati alle attività nazionali in materia di rimpatrio, nonché a specifiche attività comuni europee di rimpatrio e reintegrazione;
  • migliorare lo scambio di informazioni per eseguire i rimpatri, raccogliendo informazioni in tempo reale a livello nazionale e condividendole tramite l'applicazione di gestione integrata dei rimpatri, nonché accelerando i lavori di adozione delle proposte di riforma del sistema d'informazione Schengen e di Eurodac e di istituzione di un sistema di ingressi/uscite dell'UE (EES) e di un sistema europeo di informazione per i viaggi (ETIAS);
  • scambiare le migliori pratiche per garantire programmi di reintegrazione uniformi e coerenti in tutti gli Stati membri al fine di evitare che i paesi di origine favoriscano i rimpatri dai paesi che offrono aiuti per la reintegrazione più consistenti o che i migranti irregolari vadano alla ricerca del rimpatrio volontario assistito più vantaggioso;
  • offrire pieno sostegno agli Stati membri tramite l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che dovrà potenziare l'assistenza pre-rimpatrio, aumentare il personale della sua unità di sostegno ai rimpatri e istituire entro giugno un meccanismo di voli commerciali per finanziare i rimpatri, nonché intensificare entro ottobre la formazione delle autorità dei paesi terzi in materia di rimpatrio;
  • superare le difficoltà della riammissione adoperandosi per concludere rapidamente i negoziati relativi agli accordi di riammissione con la Nigeria, la Tunisia e la Giordania e cercando di coinvolgere il Marocco e l'Algeria;
  • nell'ambito del quadro di partenariato utilizzare l'influenza collettiva in maniera coordinata ed efficace mediante approcci su misura con i paesi terzi per una gestione congiunta della migrazione e per migliorare ulteriormente la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione.

La Commissione riferirà sui progressi compiuti nell'attuazione del rinnovato piano d'azione sul rimpatrio e della raccomandazione entro dicembre 2017.

> Piano d'azione sul rimpatrio

Photo credit: Vito Manzari via Foter.com / CC BY

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