Come monetizzare Twitter attraverso la pubblicità
Twitter è in grado di fare soldi? Questa semplice, ma vitale domanda ha perseguitato il servizio di microblogging sin dalla sua nascita, tre anni fa. Ora il network di informazioni più innovativo al mondo ha intenzione di provare che la risposta è affermativa. Negli ultimi giorni, infatti, ha svelato un piano pubblicitario che potrebbe finalmente fruttare all’azienda. Nel corso di Chirp, la conferenza promossa da Twitter a San Francisco per le società che sviluppano software e servizi sulla sua piattaforma, il Ceo, nonché fondatore Evan Williams ha affermato che tutto “l’ecosistema Twitter” potrebbe beneficiare di questa nuova iniziativa, compresi i 106 milioni di utenti registrati.
Finora la società si era dedicata ad incrementare il numero degli utenti e a rastrellare denaro dai venture capitalist – l’ultimo finanziamento ammonta a un miliardo di dollari – piuttosto che ad individuare un modo per trarre profitto dalla sua audience in espansione. Ora però deve dimostrare che il suo valore economico è giustificato.
Alcuni esperti di social marketing ritengono che la natura del servizio offerto da Twitter sia difficile da monetizzare. I capi di Twitter non sono d’accordo, ma ci vanno cauti. Per il momento stanno semplicemente lasciando ad inserzionisti come Starbucks o Virgin America i “Promoted tweets”, dei post che compaiono in cima alle ricerche sul motore interno di Twitter quando si cercano determinate parole chiave. Un metodo ampiamente sperimentato da Google. Tutti i tweets promozionali verranno sottoposti ad un test che misura, tra le altre cose, quanto spesso ricevono una risposta o vengono inoltrati ad altri utenti. Quelli che non risultano popolari tra gli utenti di Twitter sono destinati ad essere rimossi.
Twitter vuole capire se questo approccio sia davvero proficuo prima di passare alla seconda fase del suo piano. Questo vorrebbe dire postare i tweets promozionali accanto a quelli degli utenti. Allarmati da questa notizia, alcuni di loro avrebbero già intimato Twitter di non “inquinare” i loro post con dei messaggi pubblicitari e minacciato di lasciare il social network in caso ciò avvenisse.
Twitter può far girare soldi? Gli scettici osservano che la pubblicità su Google è capace di creare tassi più alti perché i suoi utenti sono spesso in cerca di qualcosa da acquistare. Il pubblico di Twitter, invece, non sarebbe così interessato agli acquisti e difficilmente potrà essere quantificato dagli inserzionisti. Dick Costolo, chief operating officer di Twitter, contesta questo assunto, affermando che spesso le persone usano questo Network per cercare le reazioni immediate al lancio di un prodotto. Ciononostante Twitter vuole salvaguardarsi: ha già siglato degli accordi con alcuni motori di ricerca come Google e Bing, che permettono a questi ultimi di integrare i tweets nei risultati di ricerca. Inoltre sta sviluppano dei prodotti di analisi da vendere alle aziende che sono interessare a capire la loro reputazione sulla “Twittersfera”.
Twitter sta inoltre imitando una strategia già messa in campo da colossi come Microsoft e Apple, che hanno aggiunto ai loro prodotti delle caratteristiche realizzate da alcuni dei loro developer più piccoli. E’ per questo che recentemente Twitter ha acquistato Atebits, società creatrice di Tweetie, un programma che consente di inviare i tweets dall’Iphone o da un Mac. Un comportamento già criticato dai piccoli rivali, che già si sentono minacciati.
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