Coalizione ministri finanze per il clima, funding gap richiede investimenti privati

 

Photo Credit: European Union, 2024. Source: Ecofin - Brussels. In occasione dell'Ecofin del 14 maggio, i membri della Coalizione dei ministri delle finanze per l'azione per il clima hanno presentato il programma di lavoro per il periodo 2024-2025. Tra i temi sul tavolo, l'importanza di accelerare gli investimenti per il clima "a una velocità senza precedenti", mobilitando anche i capitali privati.

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Cos’è la Coalizione dei ministri delle finanze per l’azione per il clima

La Coalizione per l’azione per il clima, attualmente presieduta dai ministri delle finanze dei Paesi Bassi e dell’Indonesia, riunisce i ministri delle finanze di oltre 90 Paesi chiamati a guidare la risposta globale al cambiamento climatico e a garantire una transizione giusta verso uno sviluppo resiliente a basse emissioni.

Nata in occasione dell’incontro annuale nel dicembre 2018 della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Bali, quando 39 Paesi hanno deciso di riunirsi per rafforzare il loro impegno collettivo sull’azione per il clima, la coalizione riconosce le sfide poste dal cambiamento climatico e la capacità dei ministri delle finanze globali di affrontarle.

Qualche mese dopo la costituzione della coalizione, nel febbraio 2019, i ministri incontratisi a Helsinki hanno discusso, nel concreto, della struttura e degli obiettivi del gruppo da lì ai successivi due anni. Sono stati definiti, così, i “Principi di Helsinki”, che promuovono l’azione nazionale per il clima, in particolare attraverso la politica fiscale e l’uso delle finanze pubbliche.

I sei principi sono concepiti per essere ambiziosi, non sono vincolanti e non sono elencati in alcun ordine di priorità:

  • Il primo stabilisce che i ministri debbano allineare le politiche e le pratiche agli obiettivi dell’Accordo di Parigi;
  • Il secondo invita le parti a condividere l’esperienza e la competenza per “promuovere la comprensione collettiva delle politiche e delle pratiche per l’azione per il clima”;
  • Il terzo principio, invece, esorta i membri a lavorare verso misure “che si traducano in una tariffazione efficace del carbonio”;
  • Il quarto suggerisce di “tenere conto del cambiamento climatico nella politica macroeconomica, nella pianificazione fiscale, nella gestione degli investimenti pubblici e nelle pratiche di appalto”;
  • Il quinto esorta a “mobilitare le fonti private di finanziamento per il clima facilitando gli investimenti e lo sviluppo di un settore finanziario che sostenga la mitigazione e l’adattamento climatico”;
  • Il sesto principio, infine, richiede ai ministri delle finanze globali di “impegnarsi attivamente nella preparazione e nell’attuazione dei contributi determinati a livello nazionale (NDC) presentati ai sensi dell’Accordo di Parigi”.

Se colte dalla Coalizione, le opportunità legate all’azione per il clima potrebbero sbloccare 26mila miliardi di dollari in investimenti a livello globale e creare 65 milioni di posti di lavoro in più entro il 2030. Il ruolo dei ministri è decisivo anche per incentivare la spesa pubblica verso strategie climatiche, nonché per utilizzare strumenti fiscali come le tasse sul carbonio e i sistemi di scambio di emissioni.

Il programma di lavoro della coalizione per il clima per il 2024-2025

Dalla sua nascita, è la prima volta che il gruppo di ministri definisce un programma di lavoro biennale, relativo al periodo 2024-2025. Il programma, sviluppato attraverso un processo inclusivo e consultivo e adottato dai membri della coalizione nel marzo 2024, è stato presentato tra i temi all’ordine del giorno dell'Ecofin il 14 maggio. Obiettivo principale del programma è quello di fornire un orizzonte strategico più lungo su cui lavorare collettivamente.

Con il nuovo piano d’azione, i ministri intendono aumentare l’impatto della coalizione per integrare al meglio gli aspetti del cambiamento climatico nelle politiche economiche e finanziarie e nella finanza pubblica. Tra le azioni chiave individuate per il 2024, i membri hanno previsto la creazione di tabelle di marcia politiche strategiche, la realizzazione di un sistema finanziario più sostenibile e la migliore gestione della divulgazione e della rendicontazione delle questioni ESG.

A queste si aggiungono la progettazione di meccanismi finanziari innovativi legati al clima per mobilitare finanziamenti privati e pubblici per colmare il gap di investimenti nella sostenibilità, la promozione di meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio per contenere le emissioni e incentivare la transizione verso tecnologie, e investimenti pubblici e spese correnti più “green”.

Il nodo del gap di finanziamento

Come detto, la questione del funding gap è tanto centrale che rientra tra le azioni chiave del programma di lavoro per i prossimi due anni. Allo stesso tempo, tale aspetto viene sottolineato anche in un rapporto pubblicato nel 2023 dove la Coalizione esorta le parti a rafforzare il ruolo dei Ministeri delle finanze nel promuovere l’azione per il clima. Nel documento il gruppo sottolinea, tra le altre cose, la necessità di “indirizzare i finanziamenti verso gli investimenti climatici a una velocità senza precedenti”.

Il raggiungimento degli obiettivi dei ministri delle finanze, come ribadito dalla Coalizione in un più parti del testo del programma 2024-2025, dipende dal sostegno dei membri tramite l'impiego di risorse finanziarie per le attività pianificate, come previsto dall’accordo costitutivo della Coalizione. D’altra parte, però, come sottolineato dagli stessi membri nell’ambito del programma di lavoro per il biennio 2024-2025, servono anche la mobilitazione di capitali privati per rendere l’azione climatica globale più decisiva.

A tal proposito, i ministri delle finanze membri della Coalizione suggeriscono innanzitutto di potenziare il ricorso agli strumenti di finanza mista, di favorire la cooperazione interministeriale sui finanziamenti per il clima (in collaborazione con l’OCSE) e di emettere più obbligazioni sostenibili.

Per agevolare la mobilitazione dei privati, il programma 2024-2025 suggerisce anche di mappare i finanziamenti per tipologia e in base ai progetti che intendono sovvenzionare, intercettando al tempo stesso la domanda di finanza sostenibile grazie alla collaborazione con altri ministeri competenti. L’esercizio di mappatura, viene evidenziato nel documento, è importante per identificare quali particolari progetti e settori possono effettivamente essere sovvenzionati dalla finanza privata e per quali scopi.

Un altro punto su cui i ministri insistono nel programma per i prossimi due anni è di rendere più verdi i finanziamenti privati per il clima, “esplorando le sinergie tra natura e clima”. In questo contesto, a svolgere un ruolo di rilievo sono le normative sulla rendicontazione ESG, o quelle relative alla raccolta e alla divulgazione dei dati, come ad esempio gli Standard ISSB.

Infine, per rendere più incisivo l’intervento dei privati nel finanziamento della transizione climatica, i membri della Coalizione invitano le parti a considerare la centralità dei mercati del carbonio, in particolare quelli volontari, lavorando su due questioni che sono rimaste irrisolte in sede COP28: un accordo sulle regole per lo scambio bilaterale del carbonio tra Paesi e sulle regole per il mercato internazionale del carbonio. Tra i quadri di riferimento in materia, l’Engagement Roadmap for Carbon Markets della Banca Mondiale, l’accordo per sviluppare un lavoro congiunto tra i principali enti normativi volontari sui crediti di carbonio e una dichiarazione rilasciata da diversi governi dell’UE che propone un quadro “per prevenire il greenwashing e ripristinare l’integrità dei mercati volontari del carbonio”.

Per approfondire: Call LIFE 2024: al via i nuovi bandi su ambiente, clima, transizione energetica ed economia circolare

Coalizione per l’azione per il clima

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