Bonus Giovani vs benefici contributivi apprendistato
Nel dibattito degli ultimi giorni sull'efficacia degli incentivi per l'assunzione di giovani under 30 non è stata evidenziata la necessità di un confronto con i benefici contributivi e fiscali previsti dall'apprendistato.
La questione è stata innescata sui dati finora disponibili: a un mese dal click day del 1 ottobre, che ha dato il via alla prenotazione del bonus, le domande presentate dalle imprese sono 13.770. Poche per il Corriere della Sera e Beppe Grillo, in linea con le aspettative secondo il Governo e il ministro del lavoro Giovannini.
Con una dotazione di 794 milioni di euro, di cui 500 milioni di euro riservati al Mezzogiorno, la misura punta a sostenere l'assunzione di 100mila giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni, disoccupati da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore, nel triennio 2013-2015.
Gli incentivi, previsti dal decreto-legge 76/2013, ammontano a un massimo di 650 euro al mese, per un periodo di 18 mesi nel caso di assunzioni con contratto a tempo indeterminato e per 12 mesi nel caso di rapporti a tempo determinato.
Stando solo ai numeri, con 13.770 istanze presentate, a fronte delle circa 20 mila assunzioni/stabilizzazioni finanziabili nel 2013, il ministero potrebbe effettivamente impegnare per fine anno gli importi stanziati. Non si può però certo parlare di clamoroso successo dell'iniziativa.
Il contenuto interesse da parte delle imprese nei confronti dello strumento - in assenza di provvedimenti a sostegno della domanda e di prospettive più solide di ripresa - va individuato anche negli sgravi contributivi e fiscali previsti dalle norme sull' apprendistato, che consentono ai datori di lavoro di non versare contributi - o di farlo in misura molto limitata - all'Inps per diversi anni. Il costo degli apprendisti può inoltre essere escluso dalla base per il calcolo dell'IRAP.
La convenienza nell'utilizzo dello strumento deve pertanto essere verificata caso per caso, e spesso l'apprendistato potrebbe risultare vincitore nel confronto.
Nel dibattito, infine, non è emerso neppure che con il Bonus Giovani si realizza in pratica una sovrapposizione di strumenti, che comporta altri aggravi di calcolo e di burocrazia alle aziende e ai loro consulenti. Con le risorse a disposizione si poteva - ad esempio - aumentare semplicemente i benefici dell'apprendistato.
Speriamo almeno che tali considerazioni possano essere fatte per il nuovo strumento a sostegno dell'inserimento lavorativo dei giovani: a partire dal 2014 sarà infatti attivo il programma Ue Youth Guarantee, la cosiddetta Garanzia per i giovani che mira ad assicurare agli under 24 un'offerta formativa o di lavoro entro 4 mesi dal termine degli studi. Le risorse disponibili per l'Italia per il biennio 2014-2015 ammontano a 1,5 miliardi di euro.
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