PMI: in Italia male accesso finanziamenti, costo lavoro, burocrazia
Costo del lavoro, burocrazia e concorrenza preoccupano le imprese italiane più della difficoltà nell'accesso al credito, che pure rimane un problema per la maggior parte delle PMI. E' quanto emerge da un rapporto della Commissione europea.
A livello generale, l'indagine della Commissione sulla disponibilità di finanziamenti per le PMI mostra un miglioramento delle aspettive di crescita delle imprese, dal 47% del campione registrato nel 2009 al 61% rilevato nel 2014. A essere fiduciose sono soprattutto le imprese di grandi dimensioni - 75% delle aziende intervistate, contro il 54% delle microimprese - e quelle innovative.
A crescere è anche la domanda di finanziamenti delle PMI, con un aumento del 13% per i crediti commerciali tra il 2013 e il 2014. Tra le microimprese, tuttavia, permane la sensazione di incontrare maggiori difficoltà nell'accesso ai finanziamenti bancari rispetto alle aziende di grandi dimensioni e in generale quello del credito è il problema più pressante per il 13% delle PMI europee intervistate.
Quanto all'Italia, il 12% delle imprese denuncia un calo della disponibilità di prestiti - vanno peggio solo Austria (13%), Grecia (21%), Cipro (25%) e Slovenia (28%) - e il 19% riferisce di aver visto respinte le proprie domande di finanziamento. In questo caso ci superano Olanda (39%), Lituania (36%), Grecia (27%), Lettonia (30%), Slovenia (24%) e Irlanda (20%). L'Italia ha invece il primato negativo per l'aumento dei tassi d'interesse - denunciato dal 24% delle imprese - ed è seguita da Irlanda, Slovenia e Cipro (tutti al 19%).
Quello dell'accesso al credito non è però, secondo il rapporto della Commissione, l'ostacolo più ingrombrante per le imprese italiane: lo denuncia il 14% delle aziende, contro una media Ue del 13%, ma preoccupano ancora di più i costi di produzione o del lavoro (20%), l'eccessiva regolamentazione (16%) e la concorrenza (15%).
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