Ecobonus - Rete Irene, luci e ombre del nuovo decreto
La bozza di decreto che modifica i parametri di riferimento dell’ecobonus introducendo nuovi massimali di costo “rischia di azzerare il mercato delle riqualificazioni energetiche”. L’analisi di Rete IRENE.
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La Rete di Imprese per la Riqualificazione ENergetica degli Edifici (Rete IRENE) solleva dubbi sull’impianto del decreto interministeriale che modifica i parametri di riferimento delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, il cosiddetto ecobonus.
“Ci siamo purtroppo resi conto di quanto le istituzioni siano distaccate dalle realtà imprenditoriale, sociale e ambientale del nostro Paese. Il contenuto del decreto che potrebbe essere varato rappresenta infatti un danno irreparabile per la nostra economia e pone l’Italia in pieno contrasto con le strategie e le politiche concordate a livello europeo. Il nostro non è un grido d’allarme, ma un profondo invito alle istituzioni affinché rivedano quanto stanno per emanare”, sottolinea Manuel Castoldi, presidente di Rete IRENE.
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Cosa prevede la bozza di decreto
La Manovra 2018 ha già ridotto dal 65% al 50% i bonus per l’acquisto e posa in opera di finestre e infissi, schermature solari, la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e biomassa e caldaie a condensazione e con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.
La bozza di decreto messa a punto dal Ministero dello Sviluppo economico, insieme ai dicasteri dell'Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Ambiente, introduce massimali unitari di spesa per ogni singola tipologia di intervento.
Sono previsti nuovi limiti di spesa, calcolati per “unità” di prodotto acquistata: tra i 200 e i 250 euro al kW per le caldaie a condensazione, 180 euro al metro quadrato per una schermatura solare, tra i 350 e i 450 euro al metro quadrato per un infisso.
Per quanto riguarda le pompe di calore, la spesa massima ammissibile sarà compresa tra 650 euro e 750 euro, mentre per gli scaldacqua a pompa di calore il tetto massimo sarà fissato a 1.000 euro di spesa fino a 150 litri e 1.250 euro oltre i 150 litri.
L’analisi di Rete IRENE
“Il nuovo testo contiene una serie di aspetti positivi, come uno stimolo maggiore a favore degli interventi di riqualificazione integrata che coinvolgano l’involucro e gli impianti, o la precisazione che tutti i soggetti IRES possono accedere agli incentivi per ogni tipo di immobile anche se non direttamente detenuto” afferma Virginio Trivella, coordinatore del comitato tecnico scientifico di Rete IRENE.
“A fronte di questi aspetti positivi, però, i nuovi massimali specifici per categoria di intervento, che si affiancano ai massimali complessivi, sono fissati a livelli del tutto incompatibili con i reali costi che devono essere sostenuti per il compimento delle opere. Le nostre stime mostrano che, a fronte di detrazioni fiscali nominali del 70% per interventi condominiali, l’applicazione dei nuovi limiti condurrebbe alla fruizione effettiva di detrazioni fiscali difficilmente superiori al 35-40% del costo degli interventi, che si ridurrebbero ulteriormente computando anche gli oneri finanziari in caso di cessione dei crediti fiscali e di indebitamento per l’anticipazione della quota non coperta dagli incentivi (che a sua volta risulterebbe di gran lunga superiore a quella nominale del 30%)”, conclude.
Con questi nuovi possibili limiti di spesa, l’efficacia dell’ecobonus subirebbe una gravissima menomazione e risulterebbe compromesso l’obiettivo di indurre la diffusione su larga scala delle attività di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare.
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