Infrastrutture strategiche - il quadro sull'avanzamento dei progetti
Come è variata - in termini di costi, risorse a disposizione e grado di attuazione - la programmazione delle infrastrutture strategiche prioritarie del Paese negli ultimi tre anni. Ecco l'analisi di Confindustria.
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Nell'ambito delle proprie attività di analisi in tema di infrastrutture, l'Area Politiche Industriali di Confindustria ha pubblicato una nota di aggiornamento relativa alla programmazione delle infrastrutture strategiche prioritarie italiane. Sulla base dei Documenti di Economia e Finanza (DEF) dal 2015 a oggi, lo studio riporta l'analisi dei costi, delle disponibilità finanziarie e dell'attuazione delle 25 opere prioritarie del Paese, per singola infrastruttura, per settore e per ubicazione geografica.
Le infrastrutture strategiche nell’Allegato al DEF 2018
Nell’Allegato al DEF 2018 “Connettere l’Italia: lo stato di attuazione dei programmi per le infrastrutture di trasporto e logistica”, il Ministero delle Infrastrutture (MIT), spiega Confindustria, lega la programmazione delle principali infrastrutture del Paese al raggiungimento di quattro obiettivi strategici volti a soddisfare i fabbisogni dei cittadini e delle imprese:
- accessibilità ai territori, all’Europa e al Mediterraneo;
- qualità della vita e competitività delle aree urbane;
- sostegno alle politiche industriali di filiera;
- mobilità sostenibile e sicura.
Nel medesimo documento, continua la nota, l'Esecutivo riconosce primaria importanza al processo di pianificazione, programmazione, valutazione e progettazione delle opere infrastrutturali da realizzare e allo strumento della Project Review (per quei progetti che sono già stati inseriti tra le opere strategiche, ma per i quali è prevista la revisione dal punto di vista tecnico-finanziario).
L'Allegato al DEF 2018 individua le 25 opere strategiche del Paese:
Settore ferroviario
- Linea Torino-Lione (parte italiana)
- Brennero (parte italiana)
- Linea AV/AC (Milano Venezia - Brescia Verona, Milano Venezia - Treviglio Brescia, Milano Venezia - Verona Padova)
- Terzo Valico dei Giovi,
- Linea Napoli-Bari,
- Linea AV/AC Messina-Catania-Palermo,
Settore stradale
- A4 Venezia-Trieste,
- Pedemontana Lombarda,
- Pedemontana Veneta,
- Tangenziale Est Milano,
- Salerno-Reggio Calabria,
- A19 Agrigento-Caltanissetta,
- Grosseto Siena,
- Quadrilatero Marche-Umbria,
- S.S. 106 Jonica,
- Olbia-Sassari,
Sistema MO.S.E. - Progetto per la Salvaguardia della Laguna e della Città di Venezia,
Settore Metropolitano
- Torino (1. Interconnessione Rebaudengo, 2. Torino Metropolitana),
- Milano (1. M5 Milano-Monza Metropolitana, 2. M4 Lorenteggio-Linate),
- Roma (Metropolitana Linea C),
- Napoli (1. Linea 6, 2. Linea 1),
- Circumetnea,
- Nodo di Palermo,
- Tramvia di Firenze,
- Servizio ferroviario metropolitano Bologna.
Oltre alle opere prioritarie, l’Allegato individua “i programmi e gli interventi prioritari invarianti”, suddivisibili in tre gruppi principali:
- quelli per cui “esistono obbligazioni giuridiche vincolanti (OGV)”,
- quelli in relazione ai quali sia già intervenuta l’approvazione di un contratto all’esito della procedura di affidamento della realizzazione dell’opera,
- quelli che costituiscono oggetto di accordi internazionali sottoscritti dall’Italia.
> Consulta l'Allegato al DEF 2018
Le principali variazione tra dicembre 2016 e maggio 2018
Per valutare l’avanzamento delle opere, Confindustria basa la propria analisi sui dati riportati nel SILOS (Sistema Informativo Legge Opere Strategiche), aggiornato dal Servizio Studi della Camera dei Deputati.
In base a questi dati, la previsione dei costi delle 25 opere strategiche prioritarie al 31 maggio 2018 ammonta a 91,7 miliardi di euro, suddivisi in:
- 43 miliardi nel settore ferroviario,
- 27,8 miliardi nel settore stradale,
- 5,5 miliardi nel Sistema Mo.S.E.,
- 15,4 miliardi nel settore urbano.
Le risorse messe a disposizione per la realizzazione delle opere strategiche ammontano, invece, a 75,4 miliardi di euro, pari all’82,2% del costo complessivo, di cui 67,2 miliardi (pari all’89,1% delle risorse disponibili) di provenienza pubblica e 8,3 miliardi (10,9%) di origine privata. Il fabbisogno residuo ammonta quindi a 16,3 miliardi di euro, pari al 17,8% del costo totale.
I settori infrastrutturali che richiedono un maggior impiego di risorse sono il ferroviario e lo stradale, che assorbono rispettivamente 28,9 (38,3% delle risorse totali) e 26,8 miliardi di euro (35,5%).
Con riferimento al settore ferroviario e al Sistema Mo.S.E., le risorse a disposizione sono tutte di origine pubblica, mentre:
- per il settore stradale il 73,4% (pari a 19,7 miliardi di euro) è costituito da risorse pubbliche e il 26,6% (pari a 7,1 miliardi) da risorse private;
- per il settore urbano le risorse pubbliche ammontano al 92,1% (13,1 miliardi di euro) del totale e quelle private al 7,9% (1,1 miliardi).
Confindustria analizza a questo punto la variazione tra i dati relativi al 31 dicembre 2016 e quelli relativi al 31 maggio 2018, stimati entrambi dal SILOS. Nel confronto si rileva nel 2018 un incremento dei costi, pari a 2,2 miliardi di euro, e delle disponibilità, pari a 11,4 miliardi. Il fabbisogno residuo si riduce, di conseguenza, di 4,3 miliardi di euro.
Dal punto di vista settoriale, le maggiori variazioni di costo si riscontrano nel comparto ferroviario, pari a 1,9 miliardi di euro. Segue il comparto metropolitano, con 486 milioni di euro di variazione di costo, mentre per il Sistema Mo.S.E. i costi restano invariati e per il settore stradale si riducono di 252 milioni di euro.
Relativamente alle risorse disponibili, il comparto ferroviario rimane quello che presenta le variazioni più elevate, con un dato di 8,2 miliardi di euro, seguito nuovamente dal comparto metropolitano (1,3 miliardi di euro), dalle strade (1,4 miliardi) e dal Mo.S.E. (220 milioni di euro).
Con l’aumentare delle disponibilità, spiega Confindustria, i fabbisogni economici diminuiscono. Il settore delle strade registra la riduzione maggiore, pari al 62% (-1,7 miliardi di euro). Segue quello ferroviario, con -1,4 miliardi di euro, e quello metropolitano, con - 1 miliardo di euro. Il Sistema Mo.S.E. non richiede, invece, alcuna risorsa aggiuntiva.
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Distribuzione geografica delle opere strategiche
La localizzazione geografica è per la maggior parte nelle Regioni settentrionali del Paese, così come i finanziamenti più consistenti. Sono, infatti, 11 le opere prioritarie ubicate al Nord. I costi ammontano a 47,4 miliardi di euro, pari al 51,7% dei 91,7 miliardi complessivi. Le risorse disponibili sono pari a 38,4 miliardi di euro (51% delle disponibilità totali).
Sono, invece, 9 gli interventi localizzati nel Mezzogiorno, con costi pari a 36,6 miliardi di euro (39,9% del totale) e disponibilità per 29,8 miliardi, pari al 39,6% delle risorse complessive a disposizione.
Infine, gli interventi prioritari ubicati nel Centro Italia sono 5. Il loro costo è di 7,7 miliardi di euro, pari all’8,4% del totale, e le risorse disponibili ammontano a 7,2 miliardi, pari al 9,5% delle complessive.
Le risorse pubbliche disponibili, spiega Confidustria, sono allocate in misura omogenea tra Regioni settentrionali e meridionali, rispettivamente 30,2 miliardi di euro per le prime (pari al 44,9% del totale) e 29,8 miliardi per le seconde (44,4%). Nel Centro, invece, è allocato solo il 10,7% delle risorse totali, pari a 7,2 miliardi.
Per qunato riguarda le risorse private, complessivamente pari a 8,3 miliardi di euro, l'allocazione è interamente destinata alle opere prioritarie localizzate a Nord. Gli interventi nelle Regioni del Mezzogiorno e del Centro risultano, invece, privi di qualsiasi partecipazione privata all’investimento, "neppure con soluzioni finanziarie come il Partenariato Pubblico Privato (PPP)".
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Lo stato di avanzamento delle opere a maggio 2018
Complessivamente, si legge nel documento, al 31 maggio 2018 risultano conclusi lavori per 21,5 miliardi di euro, pari al 23,5% dei costi totali. In fase di progettazione sono, invece, opere per 24 miliardi, pari al 26,2%, mentre in fase di gara sono 2,5 miliardi, pari al 2,8%.
I contratti stipulati ammontano a 16,1 miliardi di euro, mentre i lavori in corso valgono 24,5 miliardi. Le rescissioni contrattuali e i lavori sospesi ammontano a 3 miliardi.
A livello settoriale, gli interventi in fase di progettazione si concentrano maggiormente nel comparto ferroviario (17,8 miliardi di euro su 24 miliardi), seguito dal settore stradale (con 3,4 miliardi) e da quello metropolitano (con 2,8 miliardi).
Le opere in gara si concentrano quasi tutte nel settore ferroviario (2,3 miliardi di euro su 2,5 miliardi complessivi), come pure quelle con contratti stipulati (14,2 miliardi su 16,1), di cui 8,6 miliardi sui progetti delle tratte AV/AC Brescia-Verona-Padova.
Relativamente ai lavori in corso, quelli del settore metropolitano hanno l’importo più elevato (con 8 miliardi su 24,5) seguiti da quelli del comparto ferroviario (5,8 miliardi), dal Sistema Mo.S.E. (5,4 miliardi) e dalle strade (5,3 miliardi).
I lavori conclusi, infine, si concentrano nel settore stradale (con 14,2 miliardi di euro su 21,5 complessivi), in gran parte riguardanti la Salerno-Reggio Calabria (6,9 miliardi di euro). Seguono il settore metropolitano (4,4 miliardi) e quello ferroviario (2,8 miliardi).
> Il documento di analisi completo di Confindustria
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