Agricoltura - dai bandi PSR spinta al mercato dei prodotti bio
I finanziamenti PSR contribuiscono alla crescita del mercato dei prodotti biologici, sostenendo lo sviluppo di canali commerciali alternativi basati sulla cooperazione di filiera e sulla riduzione del numero di intermediari tra produttore e consumatore.
Secondo uno studio realizzato dal CREA, nell'ambito della Rete rurale nazionale, mentre per un verso aumenta la dimensione media delle aziende agricole biologiche e il numero di quelle attive anche nella trasformazione e presenti nella grande distribuzione, dall'altro crescono di importanza i canali alternativi di commercializzazione, in cui l’impresa agricola ha maggior rilievo e il consumatore percepisce maggiore coerenza con i principi del bio.
Un trend, quest'ultimo, cui - rileva lo studio - sta contribuendo anche la Politica di Sviluppo Rurale agevolando la distribuzione e il marketing dei prodotti biologici e sostenendo la partecipazione ai regimi di qualità alimentare.
Il mercato dei prodotti biologici in Italia
Il mercato dei prodotti biologici vale attualmente circa 2,5 miliardi di euro, grazie alle vendite della grande distribuzione e dei negozi specializzati, e sale a 3,5 miliardi di euro tenendo conto anche dei negozi specializzati e del food service, i pasti “fuori casa”, che incidono per il 12% delle vendite bio complessive.
Secondo le stime Nomisma, la maggior parte dei consumatori si rivolge alla GDO (64%) mentre la vendita diretta si ferma al 19% e il canale specializzato al 14%.
I punti vendita specializzati sono 1.437, di cui oltre il 63% in catena o affiliati, e si caratterizzano per la maggiore diversificazione dell'offerta, sia in termini di gamma di prodotti (circa 2.000) che di caratteristiche (salutari, vegani, ecc). In questo modo riescono a conquistare specifici target di consumatori, consapevoli e fidelizzati, che li preferiscono alla grande distribuzione e che in aggiunta si rivolgono ai canali alternativi, in particolare alla vendita diretta.
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Il sostegno dei PSR 2007-2013 alla commercializzazione
Già nella programmazione per lo Sviluppo rurale 2007-2013 le Regioni hanno riservato particolare attenzione all’agricoltura biologica nei bandi PSR, attraverso criteri di premialità e cumulabilità, anche se - osserva lo studio - nella maggior parte dei casi è mancata una strategia coerente di sviluppo del settore in un’ottica di filiera e gli sforzi finanziari si sono concentrati soprattutto sulla sua valenza ambientale.
Dai rapporti ex post di Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria e Veneto si evince che, ad esempio, i beneficiari della Misura 123, volta all'aumento del valore aggiunto dei prodotti agricoli, hanno registrato un incremento medio degli afflussi di materia prima di circa il 41%. Inoltre, nel caso delle strutture associative, la variazione media del volume di materia prima proveniente da contratti di fornitura pluriennale o da produttori soci di strutture cooperativo/consortile è stata pari all’83%, mentre l’incidenza dei volumi di materia prima proveniente da contratti di fornitura pluriennale o da produttori soci di strutture cooperativo/consortili è di oltre il 20%.
Questi risultati si devono soprattutto ai Progetti Integrati di Filiera (PIF), che hanno favorito l’aggregazione dei soggetti che operano lungo la catena e la loro capacità propositiva sui mercati.
Secondo lo studio, un grande impulso alle filiere è stato dato anche dalla combinazione della Misura 123 con altri interventi. In Provincia di Bolzano, ad esempio, la Misura 124 ha permesso di migliorare la conservazione delle fragole biologiche sui mercati ‘lunghi’ e di sperimentare essiccatoi a basse temperature per le erbe officinali, mentre nelle Marche la Misura 111 ha favorito le attività di informazione, la Misura 132 ha incentivato l’adesione ai sistemi di qualità e la Misura 133 ha sostenuto la promozione e la conoscenza dei prodotti.
Il contributo dei PSR 2014-2020
Passando all'analisi dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020, l'introduzione e il mantenimento del metodo di produzione biologica sono incentivati dalla Misura 11. Una sola Regione – l'Abruzzo – ha posto però come condizione di accesso ai contributi per il mantenimento del metodo bio l’impegno del beneficiario a commercializzare i prodotti con il marchio da agricoltura biologica.
Le Misure che nei PSR regionali contribuiscono alla distribuzione dei prodotti biologici sono poi quelle relative agli investimenti (Misura 4), all’associazionismo (Misura 9) e alla cooperazione (Misura 16), principalmente prevedendo il riconoscimento di priorità o di maggiorazioni dell’aliquota di aiuto a favore delle imprese che trasformano e/o commercializzano prodotti biologici.
La Regione Sardegna, ad esempio, prevede un punteggio aggiuntivo per le aziende biologiche aderenti alla Sottomisura 16.4 per la cooperazione di filiera, mentre la Regione Calabria specifica anche che i progetti di cooperazione devono essere in grado di “comporre la filiera corta, anche all’interno di micro-distretti a forte caratterizzazione qualitativa dei prodotti, tra cui anche i biodistretti, sia aggregando i produttori primari e migliorandone l’apertura e la posizione sui mercati, che sostenendo verticalmente la filiera, potenziando la distribuzione nell’ambito di mercati locali”.
In Puglia il PSR eleva al 100% l’intensità dell’aiuto a valere sulla Sottomisura 16.2 per progetti pilota e nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie in caso di adozione di tecniche di produzione biologiche, mentre nel Lazio la Sottomisura 16.5 promuove l’approccio collettivo, in particolare all’agricoltura biologica, individuando preliminarmente i territori di applicazione del metodo di bio e gli sbocchi commerciali per le produzioni ottenute.
Naturalmente il quadro della situazione sarà più chiaro una volta disponibili i dati sulla spesa effettivamente sostenuta a sostegno della distribuzione dei prodotti biologici nella nuova programmazione e considerando anche gli interventi di carattere infrastrutturale e relativi alla logistica, osserva lo studio. L'importanza della filiera corta e dell'aggregazione tra operatori come una leva per lo sviluppo del biologico, in ogni caso, è ormai riconosciuta nella maggior parte dei PSR regionali.
> Fondi UE – il contributo dei PSR all'agricoltura biologica
> Il sostegno alla distribuzione dei prodotti biologici attraverso i PSR
Photo credit: Maegan Stemwedel da Pixabay
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