Ricerca e innovazione, in Europa si spende ancora poco
Sebbene l'UE si collochi tra i primi posti nel mondo per la produzione e l'eccellenza scientifica, gli Stati membri spendono ancora troppo poco in ricerca e sviluppo. Lo rivela l’ultima relazione sui risultati conseguiti dall'UE nella scienza, nella ricerca e nell'innovazione (SRIP).
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Bene l'eccellenza scientifica, ma bisogna investire di più
In base al report il 25% delle pubblicazioni scientifiche sul clima più citate a livello mondiale e il 27% di quelle nel settore della bioeconomia sono europee.
Anche per quanto riguarda le domande di brevetto in questi due settori l'UE è all'avanguardia, con il 24% nel settore del clima e il 25% in quello della bioeconomia.
Tuttavia l’UE spende meno in ricerca e sviluppo (2,19% del PIL) rispetto ad altre aree, collocandosi - insieme alla Cina - al quarto posto dopo Corea del Sud (4,53%), Giappone (3,26%) e Stati Uniti (2,83%)
Tra il 2000 e il 2018 gli investimenti in R&S sono aumentati nell’UE, passando dal 1,81% al 2,19% del PIL, ma il target del 3% fissato dall’Agenda di Lisbona è ancora lontano. Tuttavia la situazione varia molto all’interno dell’Unione, dove alcuni paesi hanno già raggiunto il target di spesa, come la Svezia (3,3%), mentre altri sono molto indietro, come la Romania (0,5%).
Dal report emerge poi che il 61% della spesa in ricerca e sviluppo dell’UE è influenzato da tre paesi: Germania (35%), Francia (18%) ed Italia (8%).
Dove crescono gli unicorni
Passando alle startup, invece, è ben visibile una concentrazione territoriale di unicorni non solo negli Stati Uniti (in particolare in California, New York e Massachusetts), ma anche nell’UE (soprattutto in Germania) e in Cina (nelle province di Beijing, Shanghai e Guangdong).
La situazione cambia però quando si prendono in considerazione gli unicorni di maggior valore (in termini economici); in questo caso le startup europee cedono il passo a quelle statunitensi e cinesi.
Raccomandazioni
La relazione contiene anche 11 raccomandazioni strategiche, raggruppate attorno a tre pilastri principali:
- R&I per uno spazio sicuro e giusto per l'umanità;
- R&I per una leadership mondiale;
- R&I per un impatto economico e sociale.
L’obiettivo è preparare la strada ad attività di R&I i cui risultati permetteranno di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di integrarli nelle politiche e nelle iniziative dell'UE che contribuiranno a creare un'Europa equa, a impatto climatico zero e digitale, rafforzando al contempo la competitività delle imprese e delle regioni europee.
Innanzitutto servono maggiori sforzi per trasformare i risultati della ricerca in soluzioni commercializzabili e sostenibili, per creare uno Spazio europeo della ricerca forte e per aumentare l'efficacia dei sistemi pubblici di ricerca.
Inoltre, poiché la digitalizzazione sta trasformando le attività di R&S, un giusto mix di politiche dovrebbe promuovere le tecnologie a contenuto estremamente avanzato e le competenze digitali dei ricercatori, oltre a favorire la scienza aperta e garantire investimenti sufficienti in infrastrutture di dati di elevata qualità.
Horizon Europe, il prossimo programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE, sarà un elemento fondamentale per rafforzare e orientare le attività di R&I attraverso il suo approccio incentrato sulle missioni e i partenariati europei.
> Consulta il report
Grafiche a cura della Commissione UE
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