Scuola: OCSE, Italia penultima per spesa pubblica
L'Italia, seguita solo dalla Grecia, è agli ultimi posti per la spesa pubblica destinata all'istruzione. Lo rivela l'ultimo report dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Education at a Glance 2020, che analizza - tra le altre cose - l'impatto della pandemia sui sistemi di istruzione e formazione nei paesi OCSE.
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Scuola: allarme OCSE, servono più fondi pubblici
Nel 2017 la spesa pubblica per l'istruzione nei paesi OCSE ha registrato una media pari all'11%, con picchi fino al 17% in Cile. Agli ultimi posti della classifica si collocano l'Italia e la Grecia, con meno dell'8% delle risorse pubbliche destinate all'istruzione.
A partire da questi dati l'OCSE ha lanciato un allarme. Sebbene vi sia incertezza sull'impatto complessivo della pandemia sulla spesa per l'istruzione, i governi potrebbero dover prendere decisioni difficili sull'allocazione dei fondi pubblici a causa del rallentamento della crescita economica, del calo dei redditi e dell'aumento dei costi sanitari e assistenziali.
"Il rafforzamento dei sistemi educativi deve essere al centro della pianificazione del governo per riprendersi da questa crisi e fornire ai giovani le capacità e le competenze di cui hanno bisogno per avere successo. È fondamentale che venga compiuto ogni sforzo per garantire che la crisi non aggravi le disuguaglianze nell'istruzione che si sono rivelate in molti paesi", ha affermato il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría.
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Scuola e lockdown
Per far fronte all'emergenza Covid-19 a partire dal mese di febbraio molti paesi hanno iniziato a chiudere le scuole. La Cina è stata la prima, con oltre 18 settimane di chiusura. In Italia le scuole sono rimaste chiuse per 18 settimane, a fronte di una media OCSE di 14 settimane.
Dal report risulta che la maggior parte dei paesi OCSE (41) hanno chiuso le scuole a livello nazionale, mentre 5 (Australia, Islanda, Federazione Russa, Svezia e Stati Uniti) a livello subnazionale o locale.
Competenze digitali: servono docenti preparati
La crisi Covid-19 ha acceso i riflettori anche sulle competenze digitali, che - durante i mesi di lockdown - si sono rivelate indispensabili per la formazione a distanza.
Dal report emerge che in media - in base ai dati raccolti nel 2018 - solo il 53% dei docenti ha permesso agli studenti di utilizzare 'sempre' o 'frequentemente' le tecnologie ICT per progetti o compiti. Questa percentuale sale fino al 90% in Danimarca, scende sotto il 50% in Italia, mentre in fondo alla classifica troviamo il Giappone.
Queste cifre evidenziano come sia importante per gli insegnanti aggiornare le proprie competenze per rimanere al passo con i cambiamenti in corso.
Grafici a cura dell'OCSE
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