Fondi UE: non chiedete più di lavorare solo a success fee

 

Andrea Gallo - Editore FASIIl settore della consulenza in finanza agevolata è sempre stato funestato da persone che concordano sostanziosi anticipi per predisporre progetti e richieste di agevolazioni senza poi ottenerle. Il modello di business, infatti, è raccogliere quanti più anticipi possibile e presentare quindi richieste di finanziamento con progetti mal fatti o addirittura incompatibili con lo strumento agevolativo.

Il risultato di questa malevola condotta porta oggi molti enti e imprenditori a chiedere ai consulenti di essere remunerati solo a success fee, cioè ad essere compensati solo se e quando si ottiene un contributo o un finanziamento.

Questo comportamento però è altrettanto riprovevole perché denota grande ignoranza, mancanza di rispetto per le competenze e le professionalità, nonché scarsità intellettiva.

Oggi esiste un gran numero di strumenti che erogano aiuti ad enti e imprese: finanziamenti, agevolazioni, incentivi, fondi UE, bonus fiscali, ecc.; operano a livello internazionale, europeo, nazionale, regionale, locale e negli ambiti più svariati, dalla formazione alla tutela ambientale, passando per la ricerca, l'innovazione, la sicurezza, la competitività industriale, l'inclusione sociale, ecc. e ovviamente in tutti i settori, dall'agricoltura al turismo.

Tutti questi strumenti, secondo la strategia dell'Unione Europea, servono a supportare una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.

Conoscere le politiche di sviluppo, i programmi finanziari, i regolamenti, le norme ed i bandi su cui si possono presentare richieste di aiuto non è un lavoro che si può improvvisare.

Il prossimo bilancio 2021-2027 della UE vale circa € 1.100mld, senza contare i € 750mld di Next Generation EU. A questi fondi, destinati quasi per intero allo sviluppo dell'Unione, si aggiunge il cofinanziamento degli Stati membri, che a loro volta hanno leggi per incentivare determinate attività e settori dell'economia.

Le competenze per redigere i progetti, per la ricerca di organizzazioni con cui formare i partenariati ormai sempre molto richiesti dai vari bandi, nonché per individuare lo strumento agevolativo pertinente alla tipologia di investimento da realizzare, non sono estemporanee, piuttosto il frutto di faticosi studi (cfr. i numerosi master di europrogettazione) e di una lunga esperienza, con conoscenze multidisciplinari che comprendono economia, finanza, diritto, project management, amministrazione, contabilità, audit, senza dimenticare la padronanza almeno della lingua inglese.

La preparazione del consulente conta sia per i piccoli contributi alle startup - avviare e gestire un'impresa ha ormai un alto grado di complessità - sia per grandi enti e aziende, quando desiderano affrontare iniziative come ad esempio quella del seguente bando:
COSME: European Cluster Excellence Programme with ClusterXchange scheme connecting ecosystems and cities
The specific objective is to enhance the collaboration, networking and learning of cluster organisations and their members towards the professionalization of specialised and customised business support services provided or channelled to SMEs.
To be eligible, a proposal must be submitted by a consortium:
a) composed of at least three different legal entities, which are
b) established in a minimum of three different EU Member States or other countries participating in the COSME programme...

L'esempio credo spieghi anche la scarsità intellettiva di chi desidera compensare i consulenti solo a risultato ottenuto: il bando presenta infatti una complessa implementazione tale da presupporre

  • un preliminare posizionamento strategico dell'organizzazione che intende partecipare 
  • una preparazione che comporta la costruzione di rapporti e relazioni finalizzate alla costruzione del partenariato richiesto e
  • a far conoscere l'organizzazione stessa nel contesto di riferimento per accrescerne la reputazione e la "benevolenza" presso i soggetti che valuteranno i progetti.

Un dirigente o un imprenditore illuminato deve saper chiedere al consulente quindi non di accettare retribuzioni solo a risultato ottenuto, ma:

  • quali sono le sue specifiche competenze sui bandi di interesse
  • quali progetti ha portato avanti e con chi
  • quali relazioni può vantare funzionali al progetto/bando
  • quali partner ritiene possano essere adatti al progetto
  • quale impegno di personale all'interno dell'organizzazione sarà necessario sia in fase di predisposizione del progetto sia nella eventuale fase della sua gestione.

Altrimenti, almeno per pudore, è consigliabile non chiedere nulla e dedicarsi ad altro, sapendo di perdere fondi destinati alla crescita e allo sviluppo, che però saranno utilizzati da chi sa farlo.
Peccato solo che "Il pudore non può essere insegnato, può solo essere innato." (Publilio Siro)

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