Come sono andati gli investimenti privati in R&S nel 2022?
Rispetto all’anno precedente, nel 2022 l'industria europea ha raddoppiato gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S). A livello mondiale, però, tra i 2.500 investitori monitorati, la maggior parte continuano ad essere statunitensi, mentre Cina e UE si contendono il secondo posto. Tra i paesi UE, invece, l’Italia si colloca in ottava posizione, mentre a detenere saldamente il primato continua ad essere la Germania.
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È questa in buona sostanza la fotografia che emerge dall'edizione 2023 del "Quadro di valutazione dell'UE sugli investimenti in R&S delle imprese" ('The EU Industrial Research & Development (R&D) Investment Scoreboard', in inglese), la pubblicazione annuale giunta alla sua 20° edizione che raccoglie le informazioni economiche e finanziarie più recenti tratte dagli ultimi bilanci certificati pubblicati dei primi 2.500 investitori in R&S del mondo, compresi i primi 1.000 investitori con sede nell'UE, che hanno rappresentato tra l'80% e il 90% dei finanziamenti privati mondiali in R&S.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese UE sono raddoppiati
Come accennato, la ricerca mappa il livello di crescita degli investimenti in R&S effettuati dalle imprese. Ebbene, in tale contesto, nel 2022 emerge come la crescita degli investimenti privati nell'UE sia più che raddoppiata rispetto al 2021 (con un aumento del 13,6% nel 2022), raggiungendo la percentuale più alta dal 2015.
Un risultato positivo sia in termini assoluti che relativi. Sotto quest'ultimo punto di vista, infatti, emerge come nel 2022 la crescita della Cina sia invece calata da oltre il 25% a poco più del 16%. Trend in discesa anche per le imprese statunitensi che nel 2022 hanno subito un rallentamento, passando dal 16% al 12,6%.
Ciò nonostante, nel complesso le imprese statunitensi restano responsabili di oltre il 42% degli investimenti in R&S dei 2.500 maggiori investitori monitorati, mentre l'UE e la Cina si contendono tenacemente il secondo posto (rispettivamente il 17,5% e il 17,8%).
Numeri alla mano, infatti, dei 2.500 maggiori investitori mondiali in R&S, "solo" 367 hanno sede nell’Unione Europea. La metà di loro si trova in Germania, Francia e Paesi Bassi e concentra il 73% degli investimenti privati in R&S nell'UE.
Investimenti privati in R&S: traino da automotive, scienze della vita e TIC
A livello settoriale, ad essere responsabili di oltre tre quarti degli investimenti in R&S, sono i produttori di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), i servizi TIC, il settore della salute e l'industria automobilistica.
In particolare, oltre un terzo delle imprese e il 43% degli investimenti globali in R&S provengono dai produttori di TIC e dai servizi TIC, il che riflette la crescente importanza della digitalizzazione. Se da un lato i produttori di TIC rappresentano il principale settore degli investimenti, dall'altro i servizi TIC hanno registrato la crescita più rapida dell'ultimo decennio. Il risultato non sorprende molto, dato che scorrendo la Top 50 degli investitori, ai primi posti ci sono Google, Meta, Microsfot, Apple e Huawei.
Il settore della salute rappresenta, invece, più di un quinto degli investimenti mondiali in R&S, ed è il settore con il maggior numero di imprese tra i principali investitori mondiali in R&S. "Questo dato - spiegano da Bruxelles - è aumentato in modo significativo negli ultimi anni, principalmente a causa delle nuove imprese biotecnologiche, provenienti in larga misura dagli Stati Uniti". Gli investimenti delle aziende farmaceutiche dell'UE sono cresciuti a un ritmo simile a quello delle imprese statunitensi, ma rispetto a queste ultime il livello di investimenti in R&S resta circa la metà.
Last but not least, l’automotive. L'UE, infatti, continua a svolgere un ruolo guida negli investimenti in R&S in tutto il mondo attraverso il settore automobilistico (42,2%). Seguono il Giappone e gli Stati Uniti (19,5% ciascuno) e la Cina (12,8%), che nell'ultimo decennio ha raddoppiato il numero di imprese automobilistiche in questa classifica. Dal punto di vista tecnologico, l'UE è all'avanguardia nei brevetti verdi ad alto valore (68%) e nelle tecnologie di trasporto pulite (29%), seguita da vicino dal Giappone e dagli Stati Uniti (rispettivamente 27%).
Sempre a livello europeo, preme sottolineare che la distribuzione settoriale nell'UE mostra un'ampia rappresentanza degli investitori, con un grado di diversità maggiore rispetto agli Stati Uniti. Il settore automobilistico rappresenta il 32% degli investimenti in R&S, seguito da quello della salute (19,7%), dai produttori di TIC (14,4%) e dai servizi TIC (8%). Ma gli investitori in R&S sono importanti anche in settori quali l'industria aerospaziale, la difesa, la finanza, l'energia, i prodotti chimici e l'edilizia.
Scorrendo i nomi delle imprese mappate, è evidente che si tratta prevalentemente di grandi imprese. Ciò nonostante, vale la pena sottolineare come tra i primi 1.000 investitori in R&S dell'UE, il 18% sia costituito da piccole e medie imprese (PMI), di cui circa due terzi provengono dal settore sanitario.
Consulta l’edizione 2023 del “Quadro di valutazione dell'UE sugli investimenti in R&S delle imprese”
Foto di Mikael Blomkvist da Pexels
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