Con la nomina dei Commissari straordinari, si scaldano i motori anche del PNRR
La nomina ufficiale dei 29 commissari straordinari per 57 grandi opere è una buona notizia anche per il PNRR, chiamato infatti a finanziare una parte degli interventi. Cruciale anche la pubblicazione dei cronoprogrammi, promessa entro fine mese dal ministro Giovannini, assieme ad una seconda lista di commissari.
Gli investimenti infrastrutturali del PNRR
Commissari straordinari, grandi opere da sbloccare, Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) e riduzione dei tempi di realizzazione dei cantieri sono tutti temi che viaggiano a braccetto. Molte delle opere affidate ai 29 commissari straordinari freschi di nomina saranno infatti finanziate anche con le risorse di Next Generation EU e con quelle che arriveranno dal nuovo Fondo da 30 miliardi complementare al Recovery plan, approvato assieme al DEF.
Se a questo si aggiunge la tornata di assunzioni straordinarie di personale tecnico qualificato e l’imminente pubblicazione di un nuovo decreto semplificazioni, ecco che emerge il quadro complessivo che dovrebbe assicurare la realizzazione degli interventi del PNRR entro i termini stringenti dettati da Bruxelles.
La prima lista dei commissari straordinari per 57 grandi opere
A distanza di circa un mese dall’ok del Parlamento al DPCM sul commissariamento, il 16 aprile il premier Mario Draghi ha firmato i Decreti di nomina ufficiale dei 29 tecnici chiamati ad assicurare la realizzazione di 57 grandi opere, che valgono in tutto quasi 83 miliardi di euro. L'elenco delle opere affidate alla gestione di un commissario straordinario è ormai noto da tempo. Si tratta infatti di:
- 16 infrastrutture ferroviarie, tra cui le linee AV/AC Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina. Ma anche il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Roma-Pescara;
- 14 stradali, incluse la SS Ionica 106; la E 78 Grosseto-Fano; la SS 4 Salaria e la SS 20 del Colle di Tenda; la SS 16 Adriatica; la SS 89 Garganica;
- 12 caserme per la pubblica sicurezza che saranno realizzate a Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Bologna, Genova e Milano;
- 11 opere idriche, inclusi l’Acquedotto del Peschiera e numerose dighe in Sardegna;
- 3 infrastrutture portuali (Genova, Livorno e Palermo);
- E infine 1 opera per il trasporto locale di massa, rappresentata dalla Metro C di Roma.
Quanto valgano le 57 opere commissariate?
Il valore complessivo delle opere affidate ai commissari ammonta a ben 82,7 miliardi di euro, oltre 10 miliardi in più rispetto a quanto annunciato da Giovannini durante l’audizione di marzo alla Camera che si attestava sui 65-70 miliardi di euro. Il motivo, spiegano dal ministero, deriva proprio dall’inclusione di alcune opere nel PNRR che ha consentito di ampliare e potenziare alcuni progetti.
Numeri alla mano, la fetta più grande delle risorse va alle infrastrutture ferroviarie (60,8 miliardi). Seguono le opere stradali (10,9 miliardi), quelle idriche (2,8 miliardi), quelle portuali (1,7 miliardi) e quelle che coinvolgono i presidi di pubblica sicurezza a cui sono destinati 528 milioni. A questi si aggiungono, infine, i 5,9 miliardi di euro che verranno usati per la metro C di Roma, l’unica opera di trasporto pubblico di massa inserita nell'elenco.
In termini geografici la quota più ampia di risorse è destinata al Sud che vive ormai da decenni una situazione di notevole squilibrio infrastrutturale rispetto al resto del Paese. Per questo gli interventi che saranno realizzati nelle regioni meridionali valgono ben 36,6 miliardi, mentre quelli che interessano il Nord e il Centro cubano rispettivamente 21,6 miliardi e 24,8 miliardi.
In quanto tempo saranno realizzate le opere commissariate?
Come ha dichiarato Giovannini in una recente intervista al Corriere della Sera, l'obiettivo è di realizzare le opere di media grandezza in 5-6 anni, dimezzando di fatto i tempi che di solito si aggirano sui 15 anni.
Un risultato sì ambizioso, ma che poggia su gambe che sembrerebbero piuttosto solide.Tutti i commissari nominati, infatti, sono “figure di alta professionalità tecnico-amministrativa, immediatamente operative” che potranno assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operare in deroga a molte delle norme previste dal Codice appalti.
La maggior parte dei Commissari, inoltre, proviene da Ferrovie e ANAS, due soggetti dotati di strutture qualificate di pre-progettazione e progettazione che, come è ormai noto a chi segue questi temi, rappresentano le fasi in cui si accumulano molti dei ritardi.
A questi elementi si aggiunge poi il lavoro che Giovannini sta portando avanti assieme ai colleghi Cingolani, Franceschini e Brunetta per accelerare sul fronte procedurale, agendo ad esempio sulle valutazioni di impatto ambientale e paesaggistico che, spiega il ministro, dovranno essere messe in parallelo e non in sequenza.
Chiaramente l’effettiva realizzazione delle opere dipende molto anche dal loro dato di partenza. Per alcune di loro, infatti, il commissariamento consentirà di aprire direttamente i cantieri. Per altre invece, si tratta prima di lavorare sulla progettazione.
In tale contesto, sulla base dei cronoprogrammi disponibili, nel corso del 2021 si prevede l’apertura di 20 cantieri, soprattutto quelli ferroviari e stradali già progettati. A questi si aggiungeranno poi altri 50 cantieri nel 2022 (soprattutto le caserme) e ulteriori 37 nel 2023 (in particolare dighe e strutture idriche).
E proprio sul cronoprogramma Giovannini promette una sorta di “operazione trasparenza”. Entro fine aprile, infatti, saranno pubblicati sul sito del ministero i cronoprogrammi di tutte e 57 le opere commissariate, in modo che i cittadini possano controllarne lo stato di avanzamento.
In arrivo la seconda lista di opere da commissariare
Pare infine confermata l’imminente presentazione una seconda lista di grandi opere da commissariare sempre ai sensi del decreto Sblocca cantieri.
Dopo l’annuncio a marzo in Parlamento, infatti, Giovannini ha confermato che proporrà nelle prossime settimane una nuova lista di opere da affidare ai Commissari straordinari, ricordando però “che il commissariamento è un atto straordinario” che, evidentemente, non può essere la soluzione strutturale per realizzare in tempi decenti le opere di cui il Paese ha bisogno.
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