PAC 2023-27: cosa finanziano i fondi europei per lo sviluppo rurale
La programmazione degli oltre 16 miliardi destinati dal Piano strategico PAC 2023-27 dell'Italia agli interventi di sviluppo rurale è ufficialmente partita. Adottati i primi Complementi regionali al PSP, cioè gli eredi dei PSR 2014-2020, sono stati pubblicati già diversi bandi per l'accesso ai contributi.
Ok di Bruxelles al Piano strategico PAC dell'Italia
Gli oltre 16 miliardi di euro per lo sviluppo rurale, tra risorse FEASR e cofinanziamento nazionale, permetteranno di finanziare, attraverso i bandi regionali, più di 70 tipologie di interventi, in sostituzione delle 20 misure e relative sottomisure dei PSR, i Programmi di sviluppo rurale 2014-2020, poi prolungati al biennio transitorio 2021-22.
A quanto ammontano i fondi per lo sviluppo rurale?
Fronte FEASR l'Italia dispone di circa 7 miliardi e 260 milioni di euro per la gestione degli interventi di sviluppo rurale per la programmazione 2023-2027 della nuova PAC, cui si aggiungono circa 8 miliardi e 752 milioni di euro a titolo di cofinanziamento nazionale e regionale, di cui il 70% (circa 6 miliardi e 629 milioni di euro) a valere sul Fondo di Rotazione nazionale e il 30% (circa 2 miliardi e 122 milioni di euro) attraverso risorse a carico dei bilanci regionali.
L'accordo sulla ripartizione delle risorse raggiunto un sede di Conferenza Stato-Regioni il 21 giugno 2022 assegna 5 miliardi e 677 milioni alle regoni meno sviluppate, un miliardo e 264 milioni alle regioni in transizione e poco più di 6 miliardi alle regioni più sviluppate. Circa 3 miliardi sono le risorse gestite a livello nazionale dal Ministero per gli interventi di gestione del rischio e la Rete rurale nazionale.
Le risorse sono state ripartite tra le Regioni applicando nuovi coefficienti che superano i criteri storici e assicurando che nessun territori guardagni, con i nuovi parametri, più del 16% in termini quota FEASR rispetto ai criteri storici e che nessuna regione riceva meno di quanto avrebbe ottenuto con il precedente metodo. I territori penalizzati dai nuovi coefficienti sono stati infatti compensati con trasferimenti ulteriori, a valere su una riserva appositamente accantonata, e tutelati da un meccanismo di salvaguardia per le Regioni e le Province autonome più piccole. A garantire l'assenza di decurtazioni è poi intervenuto un deciso aumento del cofinanziamento nazionale.
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Come funzionano i bandi FEASR 2023-27?
Con il passaggio ad un unico documento strategico nazionale che sintetizza la programmazione delle risorse del I e del II pilastro - cioè il Piano strategico nazionale della PAC (PSN o PSP 2023-2027) -, l'Italia si è trovata di fronte ad un lavoro molto complesso fronte FEASR, visto che per la prima volta un common framework ha dovuto sostituire i singoli PSR delle regioni, oltre ai due Programmi di sviluppo rurale nazionali.
Partendo dai nove obiettivi della PAC 2023-27 (cui si aggiunge un obiettivo trasversale relativo al modello AKIS, Agricultural Knowledge and Innovation Systems per la conoscenza e l'innovazione in campo agricolo)
e dagli otto gruppi di interventi previsti in sostituzione delle 20 misure della vecchia Politica agricola comune:
- SRA - Impegni in materia di ambiente e di clima e in materia di gestione
- SRB - Vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici
- SRC - Svantaggi territoriali specifici derivanti da determinati requisiti obbligatori
- SRD - Investimenti (compresi gli investimenti nell'irrigazione)
- SRE - Insediamento dei giovani agricoltori e dei nuovi agricoltori
- SRF - Strumenti per la gestione del rischio
- SRG - Cooperazione
- SRH - Scambio di conoscenze e la diffusione dell'informazione (AKIS).
l'Italia ha sostituito le 1.027 azioni dei PSR 2014-2020 con una lista di 76 interventi, di cui 4 sulla gestione del rischio, a regia nazionale.
A questi si aggiungono 20 interventi relativi a impegni della precedente programmazione che verranno implementati con le risorse finanziarie del ciclo 2023-27.
A partire da questa cornice generale ogni Regione affida ad un Complemento di programmazione regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027 la definizione delle proprie scelte strategiche e l'individuazione degli interventi da attivare nel corso della programmazione, con la relativa articolazione finanziaria. E' sulla base di questi documenti, già adottati da diverse Regioni, che vengono emanati i bandi ed assegnati i fondi ai beneficiari finali.
Per approfondire: Dai giovani agricoltori agli ecoschemi, le novità sui pagamenti diretti PAC
Le scelte delle regioni: priorità ad ambiente e investimenti
Un documento realizzato nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 permette di fare il punto sulle scelte allocative delle regioni e di avere un quadro della mole di risorse destinata a ciascun gruppo di interventi nei diversi territori.
In termini di allocazione delle risorse prevalgono infatti gli Impegni in materia di ambiente e di clima (SRA), cui vanno 4 miliardi e 482,1 milioni di euro, il 28% del totale, seguiti dagli Investimenti (SRD), a quota 4 miliardi e 291,1 milioni di euro, corrispondenti al 26,8% della dotazione complessiva per lo sviluppo rurale.
Gli impegni in materia di ambiente e di clima sono pagamenti per l'assunzione volontaria di impegni che vanno oltre i pertinenti requisiti di gestione obbligatori e le norme BCAA, i requisiti minimi pertinenti relativi all’uso di prodotti fertilizzanti e fitosanitari e al benessere degli animali e le condizioni stabilite per il mantenimento della superficie. E che naturalmente sono diversi da quelli assunti nell'ambito degli ecoschemi.
Il sostegno agli investimenti, invece, riguarda attivi materiali e/o immateriali, in agricoltura e nella forestazione, con finalità che spaziano dalla sostenibilità ambientale alla diversificazione dell’attività aziendale.
Il dato medio maschera naturalmente scelte allocative ancora più nette. E' il caso della Calabria, che spartisce tra i due gruppi di interventi la quasi totalità delle risorse, arrivando ad assegnare ad Ambiente e clima il 42,3% dei fondi sisponibili e agli Investimenti il 35,7% del totale, con quote residuali per gli altri interventi. O della Liguria, che agli Investimenti riserva circa la metà della torta (54,8%), analogamente a quanto fatto da Lombardia (45,9%), Puglia (41%) e Umbria (40,6%).
Andando più in dettaglio sui singoli interventi, Luigi Ottaviani e Consiglia Arena hanno evidenziato in un articolo su Pianeta PSR che in generale vi è una forte concentrazione delle risorse su un numero ristretto di interventi di sviluppo rurale.
Il sostegno per la conversione e il mantenimento del metodo biologico assorbe infatti, insieme al sostegno delle zone con svantaggi naturali e agli investimenti produttivi agricoli, circa il 30% delle risorse disponibili. Insediamento dei giovani agricoltori e attuazione delle Strategie di sviluppo locale seguono in termini di assorbimento del budget, con un'incidenza pari a circa il 10% del totale, seguiti da Benessere animale e Produzione integrata, che assorbono nel complesso circa il 7% delle risorse, e dagli Investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, a quota 4,46%.
In pratica, concludono Ottaviani e Arena, le risorse gestite dalle regioni sono allocate per oltre la metà su solo otto interventi, che arrivano a tarare più del 70% dei fondi totali per lo sviluppo rurale se si considerano anche gli interventi nazionali di gestione del rischio.
Per approfondire: Agricoltura: 150 milioni per i primi bandi del PSR Emilia-Romagna 2023-2027
Consulta il documento PSR HUB - Il Piano strategico della PAC 2023-27 per l'Italia
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