Spazio: il capitale privato e le nuove frontiere della space economy
Il settore spaziale nazionale può diventare uno dei motori per la crescita del Paese a condizione che, sia le istituzioni che gli investitori privati, creino i presupposti per lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali. Abbiamo chiesto all’ingegnere Mauro Piermaria, Responsabile Unità Innovazione e New Space Economy presso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), qual è il futuro dell'economia dello spazio e perché è importante investire in questo settore.
Economic Forum 2022: perché investire nella space economy
New space economy, un'economia destinata a crescere
L’Italia è una potenza spaziale per investimenti ed eccellenza a livello europeo e mondiale. Come ha spiegato l'ingegnere Piermaria, il nostro Paese "ha una lunga storia di attività spaziali che chiamiamo in inglese ‘Old Space Economy’, cioè i programmi spaziali come esplorazioni spaziali, stazione spaziale internazionale, ed altro".
Dal 2016 in poi è iniziata una transizione graduale verso la cosiddetta 'New Space Economy', una vera e propria rivoluzione culturale che ridefinisce il rapporto pubblico-privato. Infatti, il settore spaziale che per lungo tempo ha goduto del prevalente sostegno istituzionale, sta assistendo in questi anni ad un ambizioso intervento di investitori privati.
Questo cambio di paradigma è legato ad una serie di fattori: "in primo luogo, c’è stata una forte riduzione dei costi nella produzione delle attività spaziali. A questo si aggiunge la digitalizzazione", che ha permesso di compiere interventi all'avanguardia, grazie alla disponibilità di una grande mole di dati.
In questo contesto, quindi, "sia alcuni imprenditori, ma anche i fondi di investimento hanno cominciato a vedere possibilità di profitto nelle attività spaziali. Questo fluire di capitali privati nel settore dello Spazio ha incentivato un modello privatistico e anche l'interesse di nuove realtà imprenditoriali".
Dai grants ai fondi di venture capital: il ciclo di vita delle startup space
Lo sviluppo del settore spaziale in Italia, è fortemente influenzato dalla disponibilità e dalla allocazione di risorse pubbliche destinate a sostenere i programmi nazionali, gli impegni in ambito europeo e la competitività della filiera industriale.
L'ASI, nell’ambito del mandato istituzionale, fornisce il proprio contributo tecnico-operativo per lo sviluppo di programmi e attività mirati a creare un ambiente favorevole per l'avvio di nuove imprese nel settore space e per il supporto alle imprese nella fase iniziale di crescita.
Un esempio pratico di questo impegno è il lancio di Primo Space, il primo fondo di investimento italiano di venture capital dedicato al settore space tech e volto a far decollare talenti eccezionali con progetti ad alto impatto ed alta scalabilità.
Inaugurato nel 2020, questo fondo investe in spin-off tecnologici, startup e PMI attive sia nel segmento 'upstream', ovvero quelle tecnologie che vanno a costruire l’infrastruttura spaziale, sia nel 'downstream' cioè quelle applicazioni terrestri abilitate dalle tecnologie spaziali e particolarmente dalle reti satellitari.
Tuttavia questo strumento, come altri fondi di VC, presenta un limite importante: gli interventi sono solo nella fase di vita della startup cosiddetta di seed e early stage, tralasciando quindi la fase 'pre-seed' in cui c’è un basso grado di maturità dell’attività e un elevato livello di rischio.
Per colmare questa lacuna, quindi, "il compito del pubblico, in generale, è quello di investire nello sviluppo delle tecnologie" e supportare le realtà imprenditoriali nella fase iniziale di crecita. A tal fine, quindi, l'ASI e le istituzioni europee devono porre il essere una serie di "investimenti, in questo caso nella forma di grants".
Per le fasi successive a quella di nascita della startup, entrano in gioco i cosiddetti incubatori come ESA BIC Torino, ESA BIC Lazio, cui se ne aggiungeranno altri entro fine anno: "entro il 2022 saranno 6 incubatori dell’ASI insieme all’Agenzia Spaziale Europea (ESA)".
Gli incubatori sul territorio nazionale fanno parte del network ESA Space Solutions, il punto di riferimento per idee innovative di business che coinvolgono lo Spazio in tutti i settori della società e dell’economia. La missione della 'rete' è quella di supportare gli imprenditori in Europa nello sviluppo del business, utilizzando applicazioni satellitari e tecnologia spaziale.
Dopo aver incubato queste realtà e prima della fase che coinvolge gli strumenti di Venture Capital, entrano in gioco gli acceleratori di startup: questi soggetti accolgono le neoaziende nella loro sede per avviare programmi di affiancamento e supporto mirato alla realizzazione dell’idea imprenditoriale in breve tempo.
"L’Italia ne sta facendo nascere uno adesso, insieme a Francia e Germania, che si chiama Space Founders, destinato a diventare il top acceleratore per startup spaziali a livello europeo". Nata due anni fa come programma franco-tedesco, questa iniziativa ha già pubblicato due call prima che l'Italia entrasse a far parte del progetto. Si prevede che "a fine anno verrà pubblicata la terza call che coinvolgerà anche il nostro Paese".
Ucraina, i rischi per la crescita del settore aerospaziale
La guerra in Ucraina e le mutate dinamiche geopolitiche hanno sicuramente influenzato negativamente molti settori, tra cui anche quello spaziale. Tuttavia, "non c’è il rischio che si debba rinunciare alla messa a terra di qualche iniziativa a livello europeo o nazionale".
Contrariamente alle aspettative, crescono gli investimenti nello Spazio."Nel 2021 c’è stato quasi il 20% in più di incremento di investimenti pubblici nel settore Spazio. Questi dati ci dimostrano che in realtà gli accadimenti straordinari - quali Covid e il conflitto in Ucraina - hanno evidenziato l’importanza del comparto aerospaziale. Per esempio, pensando alla pandemia, un asse fondamentale è rappresentato dalla possibilità di sfruttare la connettività sicura satellitare per mettere a rete le varie competenze, gli ospedali e i centri ricerca. A proposito della guerra in Ucraina, abbiamo visto come le immagini satellitari sono diventate strumenti strategici".
In questo contesto, "l’Italia come altri Paesi dell'Unione europea sta usando una parte dei fondi di Next Generation EU per lo Spazio. In particolare, nei prossimi tre anni per il Piano Triennale delle Attività dell’ASI e cinque anni per il Recovery Plan ci sono 4,7 miliardi di euro su investimenti spaziali, un incremento mai visto prima. Per quanto riguarda nello specifico i fondi del PNRR si faranno investimenti su:
- una nuova costellazione satellitare di osservazione della Terra per il disaster managment, per l’agricoltura di precisione e altre attività necessarie;
- tecnologie per la riusabilità dei lanciatori;
- quantum tecnologies (o tecnologie di comunicazione sicura)".
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