Coronavirus: Eurogruppo conferma politica di bilancio flessibile
Le conclusioni dei ministri delle Finanze dell'eurozona confermano la necessità di mantenere il sostegno straordinario all'economia fino a quando l'emergenza sanitaria non sarà finita e la ripresa saldamente avviata. E prendono atto della proposta della Commissione di sospendere il Patto di stabilità anche nel 2022.
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A inizio marzo, infatti, l'Esecutivo UE ha pubblicato una comunicazione per aggiornare la risposta della politica di bilancio alla pandemia nel periodo a venire, proponendo il mantenimento della clausola di salvaguardia generale fino alla fine del prossimo anno e fornendo indicazioni sul collegamento tra la politica di bilancio degli Stati membri e i fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento cardine del pacchetto Next Generation EU.
Ipotesi Patto Stabilità sospeso anche nel 2022
L'idea di Bruxelles, hanno spiegato il commissario all’economia, Paolo Gentiloni, e il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, è che il sostegno fiscale dovrebbe continuare finchè necessario, sicuramente per tutto il 2021 e probabilmente anche per il 2022. Secondo la Commissione un ritiro prematuro del sostegno di bilancio alle economie degli Stati membri potrebbe compromettere le prospettive di ripresa dell'UE in un contesto ancora del tutto incerto, anche alla luce della diffusione delle nuove varianti del virus. Per Bruxelles, quindi, la clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere mantenuta per quest'anno e il prossimo ed essere disattivata nel 2023.
"La nostra decisione dello scorso marzo di attivare la clausola di salvaguardia generale ha riconosciuto la gravità della crisi in atto”, ha ricordato Gentiloni. “Un anno dopo, la battaglia contro la Covid-19 non è ancora vinta e dobbiamo fare in modo di non ripetere gli errori di dieci anni fa ritirando il sostegno troppo presto. Per il 2022 è evidente che il sostegno di bilancio sarà ancora necessario: meglio sbagliare per eccesso piuttosto che per difetto”, ha aggiunto.
La decisione dovrebbe essere presa, tuttavia, a seguito di una valutazione globale dello stato dell'economia sulla base di criteri quantitativi, confrontando il livello di attività economica nell'UE o nella zona euro rispetto ai livelli pre-crisi (fine 2019) e sulla base delle previsioni di primavera 2021. A seguito del dialogo con il Consiglio, la Commissione dovrebbe esprimersi in merito nel mese di maggio.
Per ora l'Eurogruppo si è limitato a prendere atto della proposta di sospendere la clausola generale di salvaguardia fino alla fine del 2022, ma ha confermato l'approccio generale della Commissione: "Per il momento, e finché l'emergenza sanitaria rimarrà acuta, restano necessarie ampie misure fiscali a tutela dei cittadini e delle imprese", si legge nella dichiarazione dei ministri, secondo cui "la politica fiscale dovrebbe rimanere agile e adattarsi efficacemente all'evolversi della situazione sanitaria ed economica".
Attenzione al debito pubblico una volta consolidata la ripresa
Nella sua comunicazione la Commissione ha confermato anche l'intenzione di rilanciare il dibattito pubblico sul quadro di governance economica, in vista di una sua revisione che tenga conto delle sfide e degli insegnamenti derivati dalla pandemia. Alla luce della crisi e dell'esigenza di concentrarsi sull'avvio del Recovery, però, il processo sarà avviato solo una volta che la ripresa si sarà consolidata.
Inoltre, una volta diminuiti i rischi per la salute, l'intenzione della Commissione è di passare gradualmente a misure più mirate, differenziate e a lungo termine, per sostenere la crescita anche alla luce del diverso ritmo della ripresa negli Stati membri e dell'impatto del Recovery Fund. La Commissione prevede che le situazioni specifiche di ciascun paese continueranno ad essere prese in considerazione anche dopo la disattivazione della clausola di salvaguardia generale e che, se uno Stato membro non sarà tornato al livello di attività economica pre-crisi, si farà pienamente ricorso a tutte le flessibilità nell'ambito del Patto di stabilità e crescita, in particolare al momento di proporre orientamenti in materia di politica di bilancio.
Da parte sua, l'Eurogruppo sottolinea che, "una volta che la ripresa sarà saldamente avviata, gli Stati membri della zona euro dovrebbero far fronte all'aumento dei livelli del debito pubblico attuando strategie di bilancio sostenibili a medio termine, ponendo l'accento sul miglioramento della qualità delle finanze pubbliche, sull'aumento dei livelli di investimento e sul sostegno alle transizioni verdi e digitali".
Per approfondire: Patto di Stabilita': Commissione UE, via alla revisione delle regole
Giusto mix tra Recovery Fund e risorse nazionali per investimenti e riforme
Alla ripresa degli Stati membri dovrà contribuire il collegamento tra la politica di bilancio dei 27 nel 2022 e a medio termine e i fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento di Next Generation EU che metterà a disposizione dei Paesi UE 312,5 miliardi di euro di sovvenzioni e fino a 360 miliardi di prestiti per sostenere l'attuazione di riforme e investimenti.
Nei prossimi anni, infatti, le spese finanziate con le sovvenzioni del Recovery daranno un notevole impulso all'economia, senza aumentare i disavanzi e il debito nazionali, e secondo Bruxelles dovrebbero andare ad aggiungersi ai livelli di investimento pubblico esistenti e sostenere riforme strutturali coerenti con le raccomandazioni specifiche per paese.
“Gli Stati membri dovrebbero sfruttare al massimo il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che offre loro un'opportunità unica di sostenere l'economia senza gravare sulle finanze pubbliche. Misure tempestive, temporanee e mirate consentiranno un ritorno agevole a bilanci sostenibili a medio termine”, ha dichiarato il vicepresidente Dombrovskis.
E l'Eurogruppo ha ribadito l'importanza di attuarlo tempestivamente e di "incanalare gli investimenti nelle aree in cui è più necessario e per sostenere le riforme che promuovono la crescita, contribuendo così alla sostenibilità fiscale".
Consulta la comunicazione della Commissione UE "A un anno dall'insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio"