Clima: Centro Politiche europee, ETS sia lo strumento principale per riduzione CO2, anche nel trasporto stradale
Per centrare l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 deve contribuire anche il settore dei trasporti. Per farlo, secondo il CEP, servirebbe un ETS distinto e di tipo transitorio dedicato espressamente al settore.
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L'Unione Europea vuole ridurre le emissioni di CO2 a zero entro il 2050. Anche il settore dei trasporti, responsabile di circa un quarto delle emissioni di CO2 dell'UE, deve contribuire maggiormente a questo obiettivo. Con la sua "Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente: mettere i trasporti europei sulla buona strada per il futuro", la Commissione europea si sta concentrando su un ulteriore inasprimento dei limiti di CO2 per auto, furgoni e camion.
Bruxelles sta anche considerando di introdurre per la prima volta un sistema di scambio di quote di emissione (ETS) per il trasporto stradale.
"Gli obiettivi climatici dell'UE possono essere raggiunti nel modo più efficace ed efficiente proprio attraverso il sistema dello scambio di quote di emissione. Questo vale, in linea di principio, anche per il settore dei trasporti. Quindi l’ETS dovrebbe poi diventare lo strumento principale per la riduzione di CO2 anche nel trasporto stradale", dichiara il ricercatore del Centro Politiche Europee (CEP) Martin Menner, che ha valutato la strategia dell'UE in un’analisi dedicata.
Secondo il CEP, sarebbe però adeguato un ETS distinto e di tipo transitorio dedicato espressamente al trasporto stradale. Ciò proteggerebbe le industrie europee, già minacciate da diverse spinte alla delocalizzazione, dall'ulteriore aumento dei prezzi dei certificati nell'ETS dell'UE già attualmente in vigore e rafforzerebbe anche gli stimoli basati sui prezzi per il settore dei trasporti.
"Ulteriori più severi limiti di CO2 per auto, furgoni e camion, invece, risulterebbero avere riscontri molto meno mirati di un ETS, sarebbero inutilmente costosi e non più neutrali dal punto di vista tecnologico", avverte l'esperto del CEP.
Per quanto riguarda il settore dell’aviazione, il CEP è piuttosto critico nei confronti di una strategia basata sulla riduzione del numero di quote assegnate gratuitamente. "Questo non aumenta gli effetti di incentivo su cui si basa l’ETS dell’UE, però porta svantaggi competitivi per le compagnie aeree con propri hub nello Spazio Economico Europeo”, conclude Menner.
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