Mini decontribuzione Sud, incentivi assunzioni, cassa integrazione: il lavoro nella Legge di Bilancio 2025
Dalla super deduzione per le nuove assunzioni alla decontribuzione per i lavoratori del Mezzogiorno, passando per gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, la Manovra 2025 prevede una serie di misure per l'occupazione. Interventi che fanno il paio con quelli di sostegno al reddito di lavoratori e famiglie, come il finanziamento degli ammortizzatori sociali, il taglio del cuneo fiscale, la detassazione dei premi di produttività e l'agevolazione sui fringe benefit. Ecco le principali novità a tema lavoro della legge di Bilancio 2025.
Il testo della Legge di bilancio 2025: Guida alla manovra
La manovra 2025 comprende un variegato pacchetto di misure in materia di sostegno all'occupazione e al reddito dei lavoratori. In questa guida alla legge di Bilancio 2025 illustriamo le principali novità.
Confermata la super deduzione, arriva la mini decontribuzione Sud
In primo luogo, la manovra proroga per i tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2024, la maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro incrementale derivante da nuove assunzioni di dipendenti con contratto a tempo indeterminato per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni.
Per approfondire: Come funziona la super deduzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato
Conformemente a quanto stabilito dalla Commissione europea con la decisione C(2024) 4512 final del 25 giugno 2024, la decontribuzione Sud cessa di operare il 31 dicembre 2024 e si applica solo con riferimento ai contratti di lavoro subordinato stipulati entro il 30 giugno 2024.
Nella versione originaria del ddl di bilancio, le risorse destinate alla Decontribuzione Sud, il cui orizzonte temporale era stato fissato dalla legge di Bilancio 2021 - con intensità decrescente - fino al 2029, dovevano in parte contribuire alla copertura finanziaria del credito d'imposta ZES Unica Mezzogiorno e in parte alla dotazione di un nuovo Fondo per il finanziamento di interventi volti a mitigare il divario nell’occupazione e a promuovere lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale nelle aree svantaggiate del Paese, compreso il riconoscimento di agevolazioni per l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia.
A questo nuovo Fondo il disegno di legge di bilancio varato ad ottobre da CdM destinatava oltre 9 miliardi di euro. Con il passaggio alla Camera, queste risorse sono invece state attribuite ad altre finalità: circa 2 miliardi vengono assegnati al Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2021-2027, e quindi riservati per l'80% al Mezzogiorno e per il 20% al Centro Nord; 7,1 miliardi vanno a finanziare la mini decontribuzione Sud.
Un emendamento alla manovra ha infatti previsto, al posto della vecchia decontribuzione Sud, un nuovo sgravio contributivo volto a mantenere i livelli di crescita occupazionale nel Mezzogiorno. L'incentivo è destinato ai datori di lavoro privati - con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico - che occupano lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
L'esonero contributivo (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) è concesso a microimprese e PMI con intensità decrescente dal 2025 al 2029.
Si parte nel 2025 con il 25% dei contributi previdenziali dovuti, per un importo massimo di 145 euro su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre 2024.
L'intensità scende poi al 20%, per un importo massimo di 125 euro su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato negli anni 2026 e 2027, mentre per l’anno 2028 si conferma la misura del 20% dei contributi dovuti, ma per un importo massimo di 100 euro su base mensile per dodici mensilità.
Infine, l'aliquota si riduce al 15% nel 2029, per un importo massimo di 75 euro su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre 2028.
L'esonero non si applica:
- ai rapporti di apprendistato,
- agli enti pubblici economici;
- agli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici;
- agli enti trasformati in società di capitali, anche se a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
- alle ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato;
- alle aziende speciali costituite anche in consorzio;
- ai consorzi di bonifica;
- ai consorzi industriali;
- agli enti morali;
- agli enti ecclesiastici.
Per approfondire: Legge di Bilancio 2025: come funziona la mini decontribuzione Sud
Incentivi assunzioni: fondi per bonus giovani, bonus donne e bonus ZES
La manovra va poi ad incrementare gli stanziamenti per gli incentivi per le assunzioni previsti dal decreto Coesione 60-2024, in particolare:
- di 700 mila euro per il 2024, 16,3 milioni di euro per il 2025, 15,9 milioni per il 2026 e 5,6 milioni di euro per il 2027 per l’esonero contributivo per l'assunzione di giovani under 35, o Bonus giovani;
- di 400 mila euro per l’anno 2024, 14,4 milioni di euro per il 2025, 17,5 milioni di euro per il 2026 e 9,1 milioni di euro per il 2027 per l’esonero contributivo per l'assunzione di donne svantaggiate, o Bonus donne;
- di 2,1 milioni di euro per il 2024, 68,9 milioni di euro per il 2025, di 73,5 milioni per il 2026 e di 28,7 milioni di euro per il 2027 per l’esonero contributivo per l'assunzione di lavoratori nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno, o bonus Zes unica.
Per approfondire: Guida agli incentivi per le assunzioni del decreto Coesione
Per incentivare l'occupazione nel settore turistico ricettivo e termale, inoltre, per il periodo dal 1° gennaio al 30 settembre 2025, si riconosce ai lavoratori degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e ai lavoratori del comparto del turismo, inclusi gli stabilimenti termali, con reddito da lavoro dipendente di importo fino a 40 mila euro nel periodo d'imposta 2024, un trattamento integrativo speciale. Questo sostegno, che non concorre alla formazione del reddito, è pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e agli straordinari nei giorni festivi.
La manovra prevede anche un esonero contributivo per i nuovi artigiani e commercianti che si iscrivono per la prima volta nel corso del 2025 alle relative gestioni previdenziali e che percepiscono redditi d'impresa anche in regime forfettario. Per tali soggetti la manovra prevede una riduzione della contribuzione dovuta pari al 50%.
Cassa integrazione e altre indennità di sostegno al reddito dei lavoratori
Oltre 400 milioni di euro sono destinati agli ammortizzatori sociali, in particolare:
- 100 milioni di euro per le imprese che cessano o che hanno cessato l’attività produttiva, utilizzabili per un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) per la gestione degli esuberi di personale, fino a un massimo di 12 mesi;
- 100 milioni di euro per la cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione o crisi aziendale per il triennio 2025-2027, sempre per interventi di durata non superiore a 12 mesi;
- 70 milioni di euro per i trattamenti di Cigs e di mobilità in deroga in favore di lavoratori dipendenti o licenziati da imprese ricadenti nelle aree di crisi industriale complessa, per interventi fino a un massimo di 12 mesi;
- 63,3 milioni di euro per le imprese di interesse strategico nazionale con un numero di lavoratori dipendenti non inferiore a mille e che hanno in corso piani di riorganizzazione aziendale, che possono attivare la Cigs fino al 31 dicembre 2025;
- 30 milioni di euro per l'indennità onnicomprensiva da 30 al giorno destinata ai lavoratori del settore della pesca interessati dai periodi di fermo;
- 20 milioni di euro per le misure di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dei call center;
- 19 milioni di euro per il sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese del gruppo Ilva.
Per quanto riguarda invece il trattamento di disoccupazione in favore dei lavoratori italiani rimpatriati, la manovra esclude le cessazioni del rapporto di lavoro intervenute a partire dal 1° gennaio 2025 dalla disposizione della legge 402 del 1975, che prevede il trattamento ordinario per 180 giorni, in caso di disoccupazione derivante da licenziamento ovvero da mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale da parte del datore di lavoro all'estero.
Infine, la manovra autorizza l'impiego delle risorse assegnate alle Regioni nell'ambito del programma Garanzia occupabilità lavoratori (GOL) anche per finanziare iniziative di formazione attivate dalle imprese a favore dei lavoratori rientranti nelle categorie individuate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Riforma M5C1 R1.1., nel rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato.
Irpef a tre aliquote, taglio del cuneo fiscale, premi di produttività
La manovra 2025 interviene anche per alleggerire la pressione fiscale sui lavoratori.
Anzitutto, si rende strutturale l’accorpamento su tre scaglioni delle aliquote IRPEF, quindi:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- 43% per i redditi che superano 50.000 euro.
In secondo luogo viene stabilizzato l’innalzamento da 1.880 euro a 1.955 euro della detrazione prevista dall’articolo 13, comma 1, lettera a), del TUIR fino a 15.000 euro di reddito complessivo per i titolari di redditi di lavoro dipendente (esclusi i redditi di pensione) e di taluni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, confermando a regime l’ampliamento fino a 8.500 euro della soglia di no tax area per i redditi di lavoro dipendente (così parificata a quella già vigente a favore dei pensionati).
La manovra conferma inoltre la riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti, il cui ambito di applicazione viene esteso ai redditi fino a 40.000 euro, prevedendo:
- un bonus per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro;
- un’ulteriore detrazione dall’imposta lorda rapportata al periodo di lavoro, che varia in relazione all’ammontare del reddito complessivo, per i soggetti che hanno un reddito fino a 40.000 euro. Nello specifico, se il reddito complessivo non supera 32.000 euro, la detrazione è pari a 1.000 euro; se invece supera 32.000 euro, spetta una detrazione decrescente al crescere del reddito, che si azzera per i soggetti con reddito pari a 40.000 euro.
La legge di Bilancio riduce inoltre dal 10% al 5%, per il periodo 2025-2027, l'imposta sostitutiva sui premi di produttività o di partecipazione agli utili d’impresa.
Previste anche agevolazioni fiscali per servizi e provvidenze riconosciuti dalle imprese ai propri dipendenti a titolo di welfare aziendale.
In particolare, la manovra stabilisce che le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore nell’anno precedente l’assunzione a 35.000 euro e che abbiano trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri calcolato tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale, non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui.
Inoltre, non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di mille euro, il valore beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti e le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento di utenze domestiche di acqua, energia elettrica e gas naturale, delle spese per l’affitto dell’abitazione principale o per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Il limite complessivo di mille euro è elevato a duemila euro per i lavoratori dipendenti con figli, in possesso di un reddito complessivo non superiore a euro 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili, e sale a 4 mila euro nel caso di figli di età non superiore a ventiquattro anni.
Infine, per le sole lavoratrici madri di almeno due figli, sia dipendenti che autonome, la legge di bilancio istituisce un Fondo da 300 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 per il parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali, a carico del lavoratore, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo.
Dal 2027, l’esonero contributivo spetta fino al compimento del diciottesimo anno d’età del figlio più piccolo, ma solo in caso di lavoratrici madri con tre o più figli. L’esonero è riconosciuto soltanto a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40 mila euro annui.
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