Lavoro: il Jobs Act è legge
Con 166 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto, il Senato ha approvato in via definitiva il Jobs Act, il ddl recante deleghe al Governo in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive, disciplina dei rapporti di lavoro, attività ispettiva e conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro.
“Nella delega - ha spiegato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti commentando il voto del Senato - sono previsti interventi per ridurre le forme contrattuali, eliminando quelle più precarizzanti; ridefinire il sistema degli ammortizzatori sociali e renderli universali; rafforzare le politiche attive per il lavoro; semplificare la costituzione e la gestione dei rapporti di lavoro; rafforzare la strumentazione di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
In particolare, i decreti attuativi, che il Governo dovrà emanare entro sei mesi, riguardano:
- il contratto a tutele crescenti, con la modifica dello statuto dei lavoratori relativamente ai licenziamenti illegittimi (art. 18), ai mansionamenti (art. 13) e ai controlli a distanza (articolo 4);
- il riordino dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), con l'estensione del sostegno ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e l'obbligo di partecipare a corsi di formazione o di riqualificazione professionale per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro,
- la riforma degli ammortizzatori sociali, in particolare della cassa integrazione,
- i servizi e le politiche attive per il lavoro, con la creazione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione,
- il codice semplificato delle discipline e delle tipologie contrattuali, in direzione del superamento dei contratti a progetto,
- la razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti,
- le misure di tutela della maternità e a favore della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Contratto a tutele crescenti da gennaio
Dopo l'ok dell'Aula di Palazzo madama, Poletti ha assicurato l'impegno del Governo a procedere rapidamente alla stesura dei decreti di attuazione della delega, a partire da quello relativo all'introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”. L'obiettivo è portare il testo in Consiglio dei Ministri a metà dicembre, per rendere operativo il nuovo contratto di lavoro subordinato da gennaio.
I tecnici stanno lavorando alle regole in materia di licenziamenti, che si applicheranno solo ai nuovi assunti e non ai contratti in corso. Il decreto dovrà individuare le fattispecie di licenziamento disciplinare per le quali sarà confermato il reintegro, ma in discussione ci sarebbe anche l'ipotesi di permettere anche al datore di lavoro, e non più solo al lavoratore, di optare per un maxi-indennizzo.
Sul tavolo c'è poi la questione dell'entità degli indenizzi per i casi di licenziamento economico illegittimo, per cui si ipotizzano 24 mensilità, che scenderebbero a 18 in caso di conciliazione. Per queste tipologie di licenziamenti, infatti, non sarà più previsto il reintegro, ma solo un importo “certo e crescente con l’anzianità di servizio”.
Al decreto sul nuovo contratto dovrebbe seguire quello relativo alla nuova Aspi, che assorbirà l'attuale Assicurazione sociale per l’impiego e la mini-Aspi. Tra le ipotesi, l'ampliamento della platea dei beneficiari ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e l'allungamento della durata del sostegno economico.
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Jobs Act
Photo credit: Palazzochigi / Foter / CC BY-NC-SA
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