Da Ministero del Lavoro e Unioncamere i risultati del progetto Start it up
Un esito positivo quello del progetto Start It Up, che mette insieme la promozione dello spirito imprenditoriale con la possibilità di una maggiore integrazione economica e sociale di persone provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione europea, residenti in Italia e in possesso di regolare permesso di soggiorno. L'iniziativa - finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzata in collaborazione con Unioncamere - è nata per sostenere percorsi di crescita professionale e fornire competenze basilari per lo start-up di imprese o di lavoro autonomo.
Il progetto ha coinvolto dieci Camere di commercio - Ancona, Bari, Bergamo, Catania, Milano, Roma, Torino, Verona, Vicenza e Udine e 492 extracomunitari: 434 hanno beneficiato dei servizi di orientamento, formazione e assistenza offerti dalle Camere di commercio e 409 hanno anche elaborato un vero e proprio business plan per la creazione di un'impresa.
La maggioranza dei partecipanti è composta da persone giovani e di istruzione elevata, sia uomini che donne e nella maggior parte dei casi provenienti dall'Africa o dall'America latina. Meno frequenti i partecipanti provenienti dall'Europa non Ue e dall'Asia.
Il sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali, Cecilia Guerra, riflettendo sull'efficacia dell'iniziativa, ha sottolineato che, "soprattutto in un momento di crisi economica come quello che il Paese e l'Europa intera stanno vivendo attualmente, è importante riflettere su come valorizzare al meglio le risorse umane disponibili quali fattori di crescita e progresso della società". "Gli immigrati e in particolare quelli disoccupati o che svolgono lavori per i quali sono sovra qualificati - ha proseguito il sottosegretario - rappresentano una risorsa inutilizzata e uno spreco di capitale umano, certamente in danno della loro condizione personale, ma soprattutto dello sviluppo della condizione dell'intera società di accoglienza".