Legge di Stabilità 2017 - Quattro miliardi per parco autobus Comuni
Oltre 4 miliardi di euro. Vale tanto il maxi piano per la mobilità sostenibile inserito nella legge di bilancio
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Il disegno di legge di Bilancio, infatti, dedica un articolo alla definizione di un piano strategico che porti il rinnovamento del nostro parco autobus. I mezzi su gomma utilizzati dagli enti locali, infatti, sono tra i più vecchi d’Europa. E questo invecchiamento, in assenza di risorse, non fa altro che aggravarsi. Arrivano, allora, soldi per una maxi gara che consentirà ai Comuni di acquistare mezzi in tutta Italia. Ma non solo: il piano coinvolgerà anche le infrastrutture di ricarica e le aziende produttrici di tecnologia.
Cosa dice l'articolo 77 della legge di bilancio
Il cuore delle misure dedicate ai trasporti è l’articolo 77 del disegno di legge, che istituisce un piano strategico della mobilità sostenibile. Per alimentarlo la manovra incrementa le risorse attribuite al Fondo, già esistente, finalizzato “all'acquisto, alla riqualificazione elettrica o al noleggio dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e regionale”.
L'età media degli autobus italiani
Concretamente, il piano sarà incentrato sul rinnovo del parco autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale. E sarà approvato entro il 30 giugno del 2017 con un decreto di Palazzo Chigi. Questo denaro sarà destinato principalmente al rinnovo del parco Tpl che, secondo i dati inseriti nel dossier di analisi della manovra, ha un’anzianità media nazionale al 31 dicembre 2014 pari a 12,88 anni. Con notevoli differenze tra le regioni: si va dai 15,69 anni della Basilicata ai 6,17 anni della Valle d’Aosta. La media europea, in questo quadro, è di appena sette anni.
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Tendenza negativa
Questo trend sta addirittura peggiorando. Perché, come dice ancora la relazione, le immatricolazioni di nuovi mezzi stanno calando: dai 3.758 autobus immatricolati nel 2005, si scende ai 1.208 autobus immatricolati nel 2014. L’obsolescenza del parco bus comporta anche che siano in circolazione un numero molto basso di bus a basse emissioni. Solo l’1% degli autobus, infatti, appartiene alla classe euro 6 e poco meno di un quarto appartiene alla classe euro 5.
Il denaro a disposizione
Per invertire questa tendenza, allora, il Governo mette sul piatto molto denaro. A partire dall’anno 2019 ci saranno a disposizione 200 milioni di euro, che per gli anni dal 2020 al 2033 diventeranno 250 milioni di euro ogni dodici mesi. Sono soldi che vanno a incrementare le risorse già rese disponibili da precedenti leggi di Stabilità, pari ad altri 500 milioni di euro. Il totale di questi stanziamenti, allora, vale oltre 4 miliardi.
La gara Consip
Questi soldi saranno utilizzati, principalmente, per far decollare la gara che, in queste settimane, il Ministero delle Infrastrutture sta studiando insieme a Consip. Saranno appaltati a produttori di autobus una serie di contratti quadro, divisi per macroregioni. Avranno durata pluriennale e conterranno un livello massimo di fornitura possibile. Le società che accederanno alla provvista avranno a disposizione un contributo pubblico, pari a circa il 50%. Le tipologie di mezzi a disposizione saranno otto, sei di ambito urbano e due di ambito extraurbano.
Finanziamenti per le colonnine di ricarica
Ma non è tutto. Il denaro del programma nazionale sarà utilizzato anche “per la promozione dello sviluppo e della diffusione di autobus ad alimentazione alternativa” e, allo stesso tempo per il “finanziamento delle relative infrastrutture tecnologiche di supporto”. Vuol dire, quindi, che al denaro potranno accedere anche imprese che producono tecnologie e soggetti che lavorano sulle infrastrutture, come le colonnine di ricarica.
Fondi per le imprese
Nell’ambito del piano, infatti, si prevede un programma di interventi finalizzati a sostenere il riposizionamento competitivo delle imprese produttrici di beni e servizi nella filiera dei mezzi di trasporto pubblico su gomma e dei sistemi intelligenti per il trasporto, “attraverso il sostegno agli investimenti produttivi finalizzati alla transizione verso forme produttive più moderne e sostenibili”.
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